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Sánchez in America Latina tra diplomazia progressista e rilancio del dialogo euro-latinoamericano


“Sta nascendo qualcosa di grande, in un momento in cui la democrazia è sotto attacco”: conclude così il presidente della Repubblica cilena Gabriel Boric l’incontro, che ha organizzato lo scorso lunedì nel palazzo de La Moneda, dal titolo Democracia Siempre, ospitando i presidenti del Brasile Lula da Silva, della Colombia Gustavo Petro, dell’Uruguay Yamandú Orsi e del governo spagnolo Pedro Sánchez. A settembre, in occasione dell’Assemblea Generale dell’Onu, torneranno a riunirsi, ma questa volta ci saranno anche i presidenti di Stato o di governo del Messico, dell’Honduras, del Canada, dell’Australia, del Sudafrica, del Regno Unito e della Danimarca. Un movimento progressista articolato nelle diverse parti del globo, che nel 2026 si ritroverà in Spagna, da opporre all’internazionale della reazione, dell’odio e delle bugie che sta mettendo in rischio le libertà e i diritti fondamentali. Perché “è ora di passare all’offensiva”, proclama Sánchez, che assieme a Lula è l’ideatore dell’iniziativa, immaginata un anno fa, durante i lavori della scorsa Assemblea delle Nazioni Unite. 

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I temi trattati nell’incontro si riferiscono a tre obiettivi: il rafforzamento delle istituzioni e del multilateralismo, la lotta alla disinformazione e la riduzione delle diseguaglianze. Sono contenuti in una Dichiarazione congiunta, in cui i leader riuniti a Santiago si augurano che il processo appena avviato interpelli altri paesi, avvalendosi della partecipazione attiva delle università, dei parlamenti, della società civile, dei media e del settore privato. E clamano per il cessate il fuoco a Gaza e l’accesso degli aiuti umanitari nella Striscia.  

“Pensiamo che il progressismo mondiale debba mettersi insieme quando le tenebre arrivano, per aiutare ad accendere la luce in un mondo che si dibatte nell’irrazionalità, che sta distruggendo il multilateralismo e che ricorre alle bombe”, enfatizza Petro. Per dotarsi di una proposta comune e concreta che faccia “atterrare la democrazia con elementi tangibili come la disinformazione e solleciti l’autocritica quando la democrazia regredisce nei nostri paesi”, spiega Orsi. Perché “siamo di fronte a una nuova offensiva antidemocratica e la democrazia liberale non è stata capace di rispondere alle inquietudini attuali”, sostiene Lula. “Perciò è necessario rafforzare le istituzioni e il multilateralismo, costruire una governance digitale globale, lottare contro tutte le forme di disuguaglianza, realizzare una riforma tributaria perché i super ricchi assumano le loro responsabilità”. E riafferma così l’impegno assunto assieme alla Spagna nella conferenza Onu di Siviglia sul sostegno allo sviluppo, per rendere il sistema fiscale internazionale più progressivo e perciò più equo

“Preservare la democrazia è un dovere morale e un obiettivo politico”, afferma Sánchez. “Ci confrontiamo con un’internazionale reazionaria e tocca a noi progressisti guidare la risposta. Anche perché è sempre più evidente che c’è una destra tradizionale che soccombe all’estrema destra”, dice, in chiara allusione al comportamento del Partido Popular in Spagna nei confronti di Vox. “Questo è un atto simbolico e politico, collaborare invece di stare ciascuno per proprio conto, perché nessuno si salva da solo”, sottolinea Boric. “Non è mai un momento sbagliato per rafforzare la democrazia e i diritti umani”, sostiene, in riferimento alle critiche dell’opposizione che ha ricevuto nel suo paese per avere organizzato quest’evento, con lo sguardo rivolto alle prossime elezioni presidenziali cilene che si terranno nel novembre prossimo.  

Una scommessa che ha avuto un seguito nella continuazione del viaggio di Sánchez in Uruguay e in Paraguay, rafforzando così in Sudamerica la sua immagine di punto di riferimento politico per la sinistra globale. Un viaggio per rilanciare l’accordo tra Ue e Mercosur, che l’Unione europea dovrebbe approvare quest’autunno e che rappresenterebbe “la maggiore area di libero commercio al mondo”, sottolinea Sánchez, tanto più importante in un’epoca di “guerre commerciali imposte in modo ingiusto e unilaterale”.  

Una “giornata storica per il Paraguay, perché abbiamo avuto la visita di un presidente del governo spagnolo dopo 25 anni”, evidenzia orgoglioso il presidente conservatore Santiago Peña. “In un mondo polarizzato in cui ci sono guerre combattute con bombe e guerre commerciali, non c’è futuro senza la cooperazione tra i paesi”.  E proprio accordi di cooperazione sono stati firmati tra la Spagna e l’Uruguay, tra la Spagna e il Paraguay, alla presenza dei rappresentanti delle imprese spagnole e di quelle dei paesi ospitanti, per l’apertura commerciale e contro il protezionismo.  

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In Uruguay, Sánchez è andato anche a trovare Lucía Topolansky, moglie di Pepe Mujica, recentemente scomparso. Per il quale, come ha spiegato il presidente Orsi in conferenza stampa, si prevede di organizzare un ricordo solenne che coinvolga la regione sudamericana.  



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