Tra tensioni internazionali, dazi all’orizzonte e incertezze economiche globali, c’è una città che non solo resiste, ma accelera: Roma. La Capitale si prende la scena nazionale con il miglior saldo imprenditoriale d’Italia, confermandosi il cuore pulsante dell’economia del Paese nel secondo trimestre del 2025.
Secondo i dati elaborati da Movimprese, tra aprile e giugno sono state 7.047 le nuove iscrizioni al registro delle imprese nella sola area romana, a fronte di 3.198 cessazioni. Il saldo positivo è netto: +3.849 imprese, con un tasso di crescita dello 0,88%, il più alto su scala nazionale (media italiana ferma allo 0,56%). Dietro questa crescita si cela un mix di opportunità e strategie. Da un lato, i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) che continuano a irrorare investimenti sul territorio. Dall’altro, la potente spinta economica del Giubileo 2025, con grandi opere pubbliche, turismo e nuovi servizi. Una combo vincente che sta trasformando Roma e il Lazio in un terreno fertile per chi vuole fare impresa.
A far tremare questi numeri, però, ci sono i dazi di Donald Trump. Secondo le stime della Camera di commercio di Roma, la perdita per il solo Lazio potrebbe ammontare a 480 milioni di euro nel primo trimestre di applicazione dei dazi. In particolare, secondo il centro studi della Cna di Roma, l’impatto dei dazi sarà «particolarmente allarmante» sulle micro e piccole imprese.
Cna: Usa primo mercato dell’export delle imprese romane
«Quello degli Stati Uniti rappresenta il primo mercato dell’export delle imprese romane con il 10% del fatturato realizzato all’estero. Nel primo trimestre del 2025 la sola quota di fatturato verso l’estero ammonta a 700 milioni di euro. Se confermata una ulteriore applicazione dei dazi sarebbe molto impattante sull’intero tessuto delle pmi romane», spiega a MF-Milano Finanza Giordano Rapaccioni, segretario Cna Roma.
In particolare, nel territorio di Roma e del Lazio, più nello specifico, i comparti più esposti risultano essere la meccanica, il comparto elettronico, il farmaceutico, l’agroalimentare, la moda e la pelletteria.
Il centro studi della Cna Roma ha stimato per MF-Milano Finanza una contrazione complessiva del fatturato tra l’8% e il 12% per le imprese del territorio nei prossimi tre mesi, con picchi anche superiori nei settori con maggiore dipendenza dal mercato statunitense.
«A fronte dei dazi, molte di queste imprese rischiano di perdere commesse già acquisite e vedranno aumentare drasticamente i costi di accesso al mercato statunitense, mettendo in discussione la sostenibilità stessa dell’export. In questo contesto, è urgente sostenere le imprese nella diversificazione dei mercati di sbocco. Servono misure di accompagnamento concrete da parte delle amministrazioni locali per sostenere la riconversione e l’apertura verso nuovi mercati, anche attraverso l’utilizzo dei fondi europei dell’attuale programmazione», sottolinea Rapaccioni.
Allarme per riduzione accesso al credito
Tutto ciò si associa ad un «altro grande problema che è il tema dell’accesso al credito per le pmi. A partire dal 2012 si è assistito ad una contrazione del credito del 30%, e si continua a viaggiare a ritmi molto negativi: solo nel 2024 la riduzione è stata dell 7%. E la forte desertificazione degli sportelli bancari mette ancora più in difficoltà le piccole imprese, eliminando il vincolo di prossimità», conclude.(riproduzione riservata)
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