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Dall’immagine al pezzo finito: con MadeInAdd la stampa 3D industriale è a portata di Pmi!


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Molte Pmi manifatturiere vorrebbero utilizzare la stampa 3D, per realizzare componenti. Ma si fermano prima ancora di iniziare. Perché? Perché non hanno file 3D. Non hanno un ufficio tecnico, un software Cad, né le competenze per creare un modello digitale da mandare in produzione. E senza modello, niente stampa. Ma il problema sarà presto risolto. È una questione di mesi. Ci sta pensando MadeInAdd – una piattaforma online specializzata in stampa 3D industriale on-demand. Le aziende possono già collegarsi, caricare un file, scegliere materiali e tecnologie, e ricevere un preventivo immediato. Se serve supporto, c’è un team tecnico pronto ad aiutare. La produzione viene poi affidata a una rete di partner qualificati. Ma come può MadeInAdd risolvere il problema? MadeInAdd sta dando vita ad uno strumento con intelligenza artificiale che prende uno schizzo, un disegno o una foto e lo trasforma in un modello 3D pronto per essere stampato. Non serve conoscere software complicati. Basta caricare l’immagine sulla piattaforma, e ci pensa l’AI. Così anche chi non sa modellare può finalmente usare il 3D printing.

MadeInAdd sta realizzando questa innovazione perché pensa che ci sia una domanda latente: «Il potenziale è enorme, e già nei test interni i risultati sono stati definiti dal nostro team come davvero impressionanti» – afferma Andrea Gorlezza, Ceo di MadeInAdd. MadeInAdd vuole eliminare ogni ostacolo all’uso industriale della stampa 3D, e l’AI è il grimaldello giusto per farlo. D’altra parte, la stampa 3D sta facendo un salto di qualità: sta diventando una vera opzione produttiva, sostenibile e competitiva. Oggi si possono realizzare componenti ad alte prestazioni, con tempi rapidi e geometrie complesse impossibili da ottenere con i metodi tradizionali. Un esempio concreto? Una complicata pinza robotica leggera e personalizzata, stampata subito, pronta per la linea di assemblaggio. Le nuove macchine lavorano con più laser in parallelo, aumentando velocità e precisione.

L’uso dell’AI velocizza la progettazione e migliora la qualità. I costi si abbassano e diversi settori industriali la adottano: dall’aerospazio all’automotive, fino al medicale. Ecco, MadeInAdd è nata con il supporto di CDP Venture Capital e soci industriali come Dumarey Automotive e il Gruppo Fomas. Ora punta in alto: vuole crescere insieme a un mercato in forte evoluzione, portando i suoi servizi in Italia e in Europa. Per farlo ha avviato un nuovo round di Serie A, aprendo il capitale a nuovi investitori. L’obiettivo? Raccogliere risorse per sviluppare ancora l’intelligenza artificiale, potenziare il team tecnico e commerciale, espandersi all’estero e raddoppiare o triplicare il fatturato attuale entro 2–3 anni .

La stampa 3d cambia marcia: verso la produzione industriale di massa, e MadeInAdd accelera

Andrea Gorlezza, Ceo di MadeInAdd.

La stampa 3D sta cambiando pelle. Da tecnologia di nicchia legata alla prototipazione, si sta trasformando in un vero e proprio sistema produttivo, capace di garantire qualità, ripetibilità e sostenibilità. I limiti di ieri – costi, tempi, precisione – sono stati superati da una nuova generazione di macchine, materiali e software. «I dubbi iniziali sulla qualità, l’affidabilità o la ripetibilità del pezzo stampato in 3D sono stati ampiamente superati», spiega Andrea Gorlezza. «Oggi esistono prove metallurgiche e applicazioni reali che confermano la maturità industriale di questa tecnologia. Macchine a 16 laser paralleli hanno rivoluzionato la produttività e reso la stampa additiva una reale alternativa per la produzione di serie medio-piccole». La chiave è semplice: si può produrre su misura, in tempi brevi e con costi accessibili, senza dover investire in stampi o attrezzature rigide. Questo apre le porte a una nuova logica produttiva, dove ogni pezzo può essere ottimizzato, personalizzato e adattato alla funzione reale, senza vincoli di forma.

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«Con la stampa 3D è possibile realizzare pochi pezzi su misura, con costi sostenibili», continua Gorlezza. «Questo rende vantaggiosa la produzione su richiesta e apre la porta alla personalizzazione di massa. Si innesca un circolo virtuoso: la tecnologia rende facile personalizzare, il mercato chiede soluzioni su misura, e la stampa additiva diventa la risposta più logica». Questa trasformazione è già realtà in settori esigenti come l’aerospaziale, il medicale, il militare e l’automotive, dove servono componenti leggeri, resistenti e ad altissima precisione. Ma la vera svolta arriverà quando queste logiche si estenderanno su larga scala. «È solo una questione di tempo prima che la stampa 3D diventi parte integrante della produzione di massa», conclude Gorlezza. MadeInAdd è pronta ad accompagnare le imprese in questo passaggio, mettendo a disposizione un ecosistema fatto di piattaforma digitale, consulenza ingegneristica e partner tecnologici. Perché la stampa 3D non è più sperimentazione: è industria vera.

Perché MadeInAdd non è una piattaforma come le altre: ingegneria e soluzioni reali per la stampa 3d industriale

MadeInAdd sta dando vita ad uno strumento con intelligenza artificiale che prende uno schizzo, un disegno o una foto e lo trasforma in un modello 3D pronto per essere stampato.

MadeInAdd non è un sito dove si carica un file e si ordina una stampa. È una piattaforma industriale nata per aiutare le aziende a produrre davvero con la stampa 3D, in modo efficiente e su misura. Il suo punto di forza non è l’automazione fine a sé stessa, ma l’approccio ingegneristico e consulenziale che accompagna il cliente in ogni fase del progetto. «Non ci interessa diventare una piattaforma generalista della produzione on demand che fa un po’ di tutto – spiega Andrea Gorlezza – ma vogliamo essere il punto di riferimento per tutte quelle aziende che decidono seriamente di puntare sulla stampa 3D per produrre meglio, in modo più intelligente ed efficiente. La nostra forza è nella specializzazione: abbiamo scelto di concentrarci solo su questo settore per offrire il massimo in termini di competenze e qualità». Il funzionamento è semplice da usare ma potente nei risultati. L’utente può caricare un file 3D, selezionare il materiale e la tecnologia di stampa, e ottenere un preventivo automatico in tempo reale. Ma se il pezzo è complesso, MadeInAdd entra in gioco con il suo vero valore: supporto tecnico e ingegneristico completo. Parliamo di ottimizzazione delle geometrie, scelta del processo produttivo più adatto, trattamenti post-processo, tolleranze, finiture, certificazioni settoriali. «Il nostro lavoro inizia dove finiscono i portali tradizionali – precisa Gorlezza –. Molti clienti sanno che vogliono produrre un determinato componente, ma non hanno gli strumenti o le conoscenze per capire come farlo nel modo più efficiente usando la stampa 3D. Ecco, lì entriamo in gioco noi: traduciamo un’esigenza in una soluzione industriale pronta all’uso».

«Il fatto di non essere legati a un parco macchine interno ci dà un enorme vantaggio – conclude Gorlezza –. Siamo liberi di scegliere, di volta in volta, il fornitore e la tecnologia più adatti per ogni specifico progetto. Non dobbiamo “vendere” quello che abbiamo in casa, ma possiamo costruire la soluzione migliore, caso per caso. Sappiamo chi stampa cosa, con quali risultati e in quali condizioni, e questo ci permette di mantenere il controllo completo sulla qualità finale del prodotto». In sintesi, il vero punto di forza di MadeInAdd non è la stampa 3D in sé, ma il servizio di consulenza ingegneristica che la rende efficace e industriale. L’azienda non si limita a eseguire un ordine: analizza ogni progetto, valuta le caratteristiche del pezzo, le esigenze funzionali e le condizioni operative per proporre la migliore soluzione tecnica possibile. Come spiega Andrea Gorlezza, «il supporto tecnico è fondamentale per ottenere risultati affidabili e ripetibili», soprattutto quando si lavora su componenti complessi o destinati a settori regolamentati. Vengono analizzati geometrie, materiali, tolleranze, tecnologie e certificazioni, con l’obiettivo di garantire non solo la stampabilità, ma la qualità del pezzo finito. È un approccio su misura, pensato per trasformare un’idea in un prodotto industriale, pronto per entrare in produzione.

Un clic, una foto, un modello 3d: così MadeInAdd usa l’AI per aprire la stampa 3d anche a chi non sa modellare

MadeInAdd vuole eliminare ogni ostacolo all’uso industriale della stampa 3D, e l’AI è il grimaldello giusto per farlo.

«Molti dei nostri clienti ci contattano con una richiesta semplice: vogliono realizzare un pezzo, ma non hanno un modello 3D da cui partire», spiega Andrea Gorlezza. «Spesso ci portano uno schizzo a mano, un disegno tecnico in 2D, o persino una semplice foto dell’oggetto. Il problema è sempre lo stesso: non hanno né le competenze CAD, né un ufficio tecnico interno». «Proprio per risolvere questo ostacolo ricorrente – prosegue Gorlezza – stiamo sviluppando un sistema basato su intelligenza artificiale che può trasformare schizzi, immagini e disegni in modelli tridimensionali pronti per la stampa 3D. In pratica: carichi la foto sulla piattaforma e ottieni il modello, pronto per essere prodotto. Senza dover saper modellare, senza barriere».

«Parliamo di reverse engineering, di prototipi urgenti, di pezzi personalizzati, di ricambi introvabili. E il primo rilascio sarà disponibile a breve». «Vogliamo eliminare ogni ostacolo tecnico all’uso industriale della stampa 3D», conclude. «E l’AI è la chiave per democratizzare davvero questa tecnologia. Chiunque potrà accedere alla manifattura additiva con un clic e una foto. Questo cambia tutto».

Pronti per l’Europa: MadeInAdd accelera sull’espansione estera e prepara un nuovo round per crescere nell’industria 4.0

MadeInAdd sta sviluppando un sistema basato su intelligenza artificiale che può trasformare schizzi, immagini e disegni in modelli tridimensionali pronti per la stampa 3D. In pratica: carichi la foto sulla piattaforma e ottieni il modello, pronto per essere prodotto. Senza dover saper modellare, senza barriere.

«Non abbiamo mai pensato a MadeInAdd come a una realtà solo italiana», spiega Andrea Gorlezza. «Fin dall’inizio abbiamo costruito una piattaforma pronta a funzionare ovunque, con un modello scalabile, replicabile e capace di adattarsi a ogni mercato, senza compromessi su qualità e controllo tecnico». «Siamo pronti a espanderci in Europa», prosegue. «Il nostro modello funziona, è solido, e possiamo portarlo all’estero mantenendo gli stessi standard di precisione, affidabilità e competenza che ci hanno fatto crescere in Italia». «Continueremo ad affidarci a una rete di produttori qualificati, ma ora vogliamo estenderla a livello internazionale», precisa Gorlezza. «Useremo gli stessi criteri selettivi: partner con le giuste certificazioni, know-how tecnico e padronanza delle tecnologie additive più avanzate».

«L’internazionalizzazione non è un’ipotesi o un sogno», aggiunge Gorlezza. «È un piano operativo. Stiamo preparando un round di Serie A per raccogliere le risorse necessarie: ci serviranno per accelerare in Europa, sviluppare ulteriormente gli strumenti di AI e rafforzare tutta la nostra struttura tecnico-commerciale». «Vogliamo crescere, ma non in modo generico», conclude Gorlezza. «Vogliamo posizionarci come punto di riferimento per la stampa 3D industriale in Europa. Un ecosistema flessibile, scalabile e tecnicamente evoluto. Questa è la nostra direzione».

Made in Italy come valore industriale: l’identità tecnica e creativa di MadeInAdd parla al mondo

L’AI è la chiave per democratizzare davvero questa tecnologia. Chiunque potrà accedere alla manifattura additiva con un clic e una foto. Questo cambia tutto.

Per MadeInAdd, il Made in Italy non è solo una provenienza geografica, ma un modo preciso di fare industria: cura, precisione, ingegno e bellezza funzionale. È un approccio che si riflette in ogni progetto, ed è anche uno dei motivi per cui l’azienda è riconosciuta e ascoltata. «Siamo orgogliosi di essere italiani e di portare nel mondo un modo tutto nostro di fare manifattura, fatto di cura per il dettaglio, ingegno tecnico e soluzioni eleganti anche per le sfide più complesse», afferma Andrea Gorlezza. MadeInAdd lavora nei settori dove l’Italia ha sempre dato il meglio: design, automotive, nautica, aerospazio. Qui, la manifattura additiva diventa un alleato per spingere ancora più in là la personalizzazione, la leggerezza, le geometrie complesse e l’efficienza.

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«Il nostro know-how si integra con quella tradizione di bellezza funzionale che rende il Made in Italy un riferimento mondiale», prosegue Gorlezza. Anche all’estero, il marchio italiano è sinonimo di qualità, affidabilità e innovazione. Per MadeInAdd, è un vero e proprio linguaggio tecnico-culturale, che unisce il meglio della tradizione manifatturiera con la spinta tecnologica della stampa 3D.

Far capire subito perché la stampa 3d serve davvero

La comunicazione, per MadeInAdd, non è un’attività di contorno. È una leva fondamentale per far conoscere le potenzialità vere della stampa 3D e abbattere pregiudizi, soprattutto tra le Pmi. L’obiettivo è semplice: spiegare bene cos’è la manifattura additiva, cosa può fare davvero e perché oggi è una tecnologia concreta, affidabile, industriale. «Dobbiamo togliere di mezzo l’idea che la stampa 3D sia roba futuristica, solo per prototipi o superesperti», spiega Camilla D’Alfonso, Chief marketing Officer di MadeInAdd. «Parliamo di una tecnologia che può già oggi semplificare processi, ridurre costi, migliorare prodotti. Ma va raccontata meglio, con parole comprensibili».

Per questo l’azienda punta su una comunicazione multicanale e differenziata. Non solo media tecnici, ma anche canali più accessibili, come LinkedIn, Meta o TikTok, per parlare a chi ancora non conosce bene il settore. «Non basta essere presenti nei canali “giusti”. Bisogna anche saper usare il linguaggio giusto per ogni pubblico, senza perdere autorevolezza tecnica», continua D’Alfonso. I risultati iniziano a vedersi: più richieste da parte di aziende di settori diversi. «L’efficacia della nostra comunicazione si misura così: quando chi ci scopre capisce al volo cosa facciamo, come possiamo aiutarlo e ci scrive per parlarne».

(Ripubblicazione dell’articolo del 21 luglio 2025)



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