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Sull’ex Ilva è tutto fermo, ma i consulenti festeggiano


Tra annunci a vuoto, piani di rilancio, rivendicazioni sindacali e costi in crescita per l’amministrazione straordinaria, il futuro dell’acciaieria è tutto da scrivere. Fallito il proposito di Urso di trovare un acquirente entro luglio, i tre commissari scelti dal ministro hanno conferito gli incarichi più disparati a un plotone di consulenti. Pagati con denaro pubblico

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La storia infinita dell’ex Ilva si trascina tra annunci a vuoto, piani di rilancio e rivendicazioni sindacali. Continua a correre, invece, il tassametro dei costi per l’amministrazione straordinaria di Acciaierie d’Italia, il nuovo nome del gruppo siderurgico. La procedura ha preso le mosse all’inizio del 2024 per evitare la chiusura degli impianti dopo l’uscita di scena della multinazionale Arcelor Mittal.

L’obiettivo dichiarato dal ministro Adolfo Urso era quello di trovare un acquirente entro luglio di quest’anno. Obiettivo mancato, ma intanto i tre commissari scelti dallo stesso Urso, e cioè Giovanni Fiori, Giancarlo Quaranta e Davide Tabarelli, sono chiamati a dirigere l’acciaieria.

Strada facendo, la terna di professionisti ha conferito gli incarichi più disparati a un plotone di consulenti pagati con denaro pubblico. Un primo bilancio dei costi di gestione, aggiornato a fine 2024, compare nella relazione semestrale di Acciaieria d’Italia in amministrazione straordinaria. Il documento è stato firmato dai commissari il 5 maggio scorso per poi essere pubblicato a fine giugno. Ebbene, dal primo settembre al 31 dicembre dell’anno scorso la procedura ha speso in consulenze quasi 3 milioni di euro. Per la precisione 2 milioni e 925 mila euro, in gran parte versati a grandi società di consulenza chiamate al capezzale dell’acciaieria.

In testa alla graduatoria dei compensi troviamo Boston consulting group pagata 927 mila euro per un incarico che va dalla gestione delle problematiche degli impianti alle procedure in vista della cessione. McKinsey, altro colosso della consulenza, ha ricevuto 488 mila euro per affiancare i commissari nella redazione del piano industriale, mentre a Bdo Italia sono andati 724 mila euro a pagamento della “Forensic due diligence”, per individuare problemi e criticità varie nell’azienda. La supervisione sulle questioni legali è stata invece affidata a BeLex, cioè lo studio milanese Bonelli Erede, con una parcella di quasi mezzo milione (497 mila euro).

Fin qui i compensi più ricchi, ma nell’elenco dei consulenti compaiono altri professionisti noti nel mondo degli affari come il commercialista Corrado Gatti (114 mila euro di parcella), i legali Marco Annoni e Luisa Torchia (63 mila euro) e l’agenzia di comunicazione Comin & partners che ha incassato 36 mila su un compenso complessivo pattuito in 120 mila euro.

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Nuovi incarichi, altri costi

Va detto che la relazione dei commissari indica solo gli emolumenti versati fino a dicembre 2024. I consulenti di Bdo, per esempio, saranno pagati 600 mila euro per seguire anche la seconda parte della forensic due diligence.

A gennaio del 2025 si è aggiudicato un incarico anche Deloitte financial advisory, che per 200 mila euro si occuperà di valutare le attività del gruppo, “stima del compendio”, si legge nelle carte. Anche il piano industriale va aggiornato, a quanto pare. Da gennaio se ne occupa Boston consulting group per 75 mila euro.

La relazione elenca anche le vertenze legali, con decine le aziende che si sono insinuate al passivo del gruppo. La somma di gran lunga più elevata, per un valore di oltre 300 milioni di euro, è quella pretesa dalle aziende della galassia Arcelor Mittal. Nell’elenco gli avvocati che assistono l’amministrazione straordinaria, oltre ai già citati Marco Annoni e Luisa Torchia che si occupano delle cause promosse da Arcelor Mittal, troviamo anche Marcello Cardi, Daniele Santosuosso (già commissario straordinario di Alitalia) e Massimo Zaccheo.

Le spese legali sono destinate a crescere. Così come i costi per i consulenti, almeno fino a quando non si troverà un compratore per l’acciaieria. È questo l’obiettivo dei commissari, che a fine 2024, segnala la relazione, non avevano ancora percepito alcun compenso.

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