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I morti nei cantieri e le risposte in ritardo di politica e imprese


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Il tragico incidente multiplo di Napoli ha riaperto il dibattito sulla patente a crediti per le imprese, introdotta il 1° ottobre 2024 dal Governo per riqualificare il comparto edile, tra i più colpiti dagli infortuni con un aumento dei casi del 2,8% nel 2024 rispetto al 2023, secondo il rapporto dell’Inail. A fine febbraio, stando ai dati dell’Ispettorato del lavoro, erano state rilasciate 432mila patenti a crediti, salite a circa 460mila a luglio, poco più della metà delle 800mila imprese edili potenzialmente interessate dal provvedimento. Da fine aprile in poi sono state rilasciate circa 20mila patenti.
Dal 1° luglio sono state introdotte nuove funzionalità della piattaforma dedicata alla patente a crediti che «rappresentano un importante passo avanti in termini di trasparenza e sicurezza nel settore dei cantieri», per il direttore dell’Ispettorato nazionale del Lavoro, Danilo Papa. «Con questo aggiornamento – sottolinea Papa – introduciamo un sistema innovativo e sicuro che consente la verifica del punteggio della patente, favorendo una selezione più qualificata degli operatori e contribuendo a rafforzare legalità e sicurezza nei luoghi di lavoro».
La patente a crediti è vista come «un elemento centrale per la qualificazione del lavoro e dell’impresa» dalla Filca-Cisl. Che in una nota esprime il «dolore grandissimo» per la morte dei tre lavoratori edili di Napoli. «In attesa che la magistratura accerti quanto prima le responsabilità di quanto accaduto – sottolineano in una nota congiunta Ottavio De Luca, segretario generale aggiunto della Filca-Cisl nazionale e Massimo Sannino, segretario generale della Filca-Cisl Campania – non possiamo che ripetere che è necessario adottare tutte le misure di sicurezza previste dalle normative in vigore, a maggior ragione per gli interventi più a rischio. Oggi la tecnologia può aiutarci per l’utilizzo di tutti gli strumenti e i mezzi di cantiere e anche per i dispositivi di protezione individuali. Dobbiamo continuare a lavorare per favorire lo sviluppo di proposte e l’utilizzo di tecnologie che possono salvare vite umane attraverso le norme, i contratti e i protocolli. Non c’è opera che valga la vita di una persona – ricordano i due sindacalisti –. La Filca, come avvenuto anche per altri incidenti mortali sul lavoro, si costituirà parte civile e assicura sin da ora il completo supporto alle famiglie degli edili deceduti».
Un «cambio di rotta» è richiesto dal segretario generale FenealUil, Vito Panzarella: «La patente a crediti sinora non sta dando alcun risultato», ricorda. «Servono controlli, una Procura nazionale, il riordino delle funzioni ispettive ed una norma concreta che intervenga sulla qualificazione delle imprese in edilizia: è una vergogna senza limiti», tuona il segretario generale della Fillea Cgil nazionale, Antonio Di Franco.
Di «triplice operaicidio» parla l’ex-direttore dell’Ispettorato nazionale del Lavoro, Bruno Giordano, magistrato di Cassazione, che ricorda anche il quarto morto sul lavoro di ieri, nel Bresciano. «Chi ha “inventato” la patente a punti in edilizia, dopo la strage del supermercato di Firenze, e dopo altri centinaia di morti solo in edilizia, dovrebbe rispondere al Paese di un grave fallimento e di una responsabilità istituzionale per aver venduto fumo negli occhi mentre gli operai continuano ad essere uccisi dal lavoro – dichiara Giordano –. Da oltre un anno i dati, la gravità dei fatti, gli operatori seri indicano la dannosità, non solo l’inutilità, della patente a crediti e l’inerzia e incompetenza di chi ha il dovere di intervenire. Da oltre un anno chiedo e accetto confronto pubblico con chiunque abbia la responsabilità istituzionale di tutto questo. Ribadisco l’invito», conclude il magistrato.
«Atti concreti» per fermare la quotidiana strage sul lavoro sono sollecitati dal presidente nazionale dell’Anmil, Antonio Di Bella. «La cronaca quotidiana dimostra chiaramente che le misure finora adottate non stanno dando risultati concreti – sottolinea Di Bella –. Lo confermano gli ultimi dati Inail, che indicano un aumento del 4,6% delle denunce di infortuni mortali nei primi cinque mesi del 2025, con 386 vittime, e un incremento del 9% delle denunce di malattie professionali, che hanno superato le 42mila unità. Per porre fine allo sterminio dei nostri lavoratori – conclude il presidente dell’Anmil – siano messe immediatamente in campo forze di controllo massive. Ci sembra chiaro che quello che viviamo sia uno stato d’emergenza».

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