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Coltivaitalia, un miliardo di euro per l’agricoltura


Un miliardo di euro per rilanciare e rendere più competitiva l’agricoltura italiana. È questo il cuore del disegno di legge “Coltivaitalia”, presentato dal ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi. Un’iniziativa fortemente voluta dal governo Meloni e collegata alla legge di bilancio, che mira a rafforzare la sovranità alimentare, sostenere le imprese del comparto primario e creare nuove opportunità per i giovani agricoltori.

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«Con questa misura – ha affermato Lollobrigida – seminiamo per raccogliere nel futuro. In un’Europa che sembra fare passi indietro, l’Italia fa scelte coraggiose per garantire cibo di qualità e benessere alle prossime generazioni». Il piano si articola in una serie di azioni finanziate nel triennio 2026-2028, con l’obiettivo di costruire un modello agricolo più solido, sostenibile e tecnologico.

Filiera e sovranità alimentare
Gran parte dello stanziamento complessivo è dedicato al rafforzamento delle filiere. Nello specifico, saranno investiti 300 milioni di euro nel Fondo Sovranità Alimentare, per incentivare la coltivazione nazionale di frumento, soia e altri settori strategici attualmente deficitari. Altri 300 milioni saranno destinati al piano “Allevamento Italia”, con interventi per potenziare la produzione bovina nazionale e la filiera vacca-vitello, riducendo così la dipendenza dall’estero. Un ulteriore Piano Olivicolo Nazionale da 300 milioni sosterrà il reimpianto di oliveti con varietà resistenti e il ripristino della produttività delle aziende agricole colpite da crisi o calamità.

Ricambio generazionale
Uno dei capitoli centrali del ddl è quello dedicato al ricambio generazionale. A tal fine, saranno messi a disposizione 150 milioni di euro per favorire l’accesso al credito a giovani imprenditori e imprenditrici agricole tra i 18 e i 41 anni. L’obiettivo è quello di invertire la tendenza all’invecchiamento della forza lavoro nel settore primario. Tra le azioni previste, l’assegnazione gratuita di 8.417 ettari di terre demaniali tramite comodato d’uso decennale. I giovani assegnatari avranno la possibilità, al termine del periodo, di riscattare il terreno al 50% del valore iniziale. Parallelamente, i Comuni saranno chiamati a mappare le terre abbandonate o silenti, da assegnare per ridurre la frammentazione fondiaria e rilanciare la produzione agricola nelle aree interne.

Innovazione e semplificazione
Una parte importante del pacchetto è dedicata alla ricerca e all’innovazione, con 13,5 milioni di euro destinati al CREA, il Consiglio per la ricerca in agricoltura. Saranno assunte 45 nuove unità di personale, e verranno sostenute le aziende agricole sperimentali, attraverso investimenti in meccatronica, sensoristica, IA e agromeccanica di precisione. Nasce inoltre AGEAIT, la nuova Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, Innovazione e Tecnologia, che sostituirà l’attuale AGEA. Il suo compito sarà quello di potenziare il patrimonio informativo del SIAN e guidare la transizione digitale del settore agricolo. Sul fronte amministrativo, il ddl prevede una serie di semplificazioni burocratiche, tra cui l’immediata esecutività delle istruttorie dei Centri di assistenza agricola (CAA) per tutte le pratiche prive di valutazioni discrezionali. Per stabilizzare i mercati, in particolare quello del frumento, sono stati previsti 10 milioni di euro da destinare a contratti di filiera con credito d’imposta dal 20 al 40%, a seconda della durata degli accordi, garantendo un prezzo fisso per tutta la durata del contratto. Non manca una misura pensata per le imprese colpite da epizoozie: nel 2025 potranno beneficiare di una moratoria di 12 mesi sui finanziamenti in scadenza nel 2026. Per accedere, basterà un’autocertificazione che dimostri una riduzione del volume d’affari del 20% o della produzione del 30%, rispetto all’anno precedente. Sono incluse anche le cooperative agricole, con criteri analoghi.

Positivo il commento dell’assessore regionale Giancarlo Righini: «ColtivaItalia rappresenta una svolta concreta e coraggiosa a favore del comparto agricolo, da troppo tempo penalizzato da scelte ideologiche e da un’impostazione europea sempre più distante dalle esigenze reali dei nostri produttori».

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