Dipendenti pubblici in aumento, più giovani, ma soprattutto più qualificati. È questo il quadro che emerge dall’analisi di FPA condotta sui dati del Conto annuale della Ragioneria Generale dello Stato (RGS), pubblicati il 22 luglio, che confermano la fase di significativa trasformazione che investe le pubbliche amministrazioni. Una fase caratterizzata da un rafforzamento degli organici in termini di numerosità e competenze, sebbene il quadro complessivo mostri ancora diverse criticità.
La crescita dell’occupazione nella PA, in particolare nei comparti dell’istruzione, ricerca e sanità, si accompagna a una dinamica di ricambio generazionale che segna una decisa accelerazione, con un sensibile incremento dei dipendenti tra i 30 e i 39 anni e una conseguente riduzione dell’età media. Segnali positivi verso un graduale ringiovanimento della PA, anche se resta elevata l’incidenza di ultracinquantenni e di personale con lunga anzianità di servizio.
Ma ciò che colpisce maggiormente sono i cambiamenti in tema di titoli di studio e formazione. Infatti, per la prima volta, i laureati costituiscono la maggioranza del personale, a testimonianza di un salto di qualità nella qualificazione dei dipendenti pubblici. Altrettanto importante è il deciso aumento dell’attività formativa, che nel 2023 ha raggiunto livelli mai toccati prima, segnalando una crescente attenzione degli enti verso l’aggiornamento professionale e l’innovazione.
Di seguito vengono presentati alcuni dei dati principali emersi dalla rilevazione, che rappresentano un’anticipazione del consueto rapporto di FPA sul Lavoro pubblico, che verrà presentato al rientro dalla pausa estiva.
Crescono i dipendenti pubblici: superata la soglia dei 3,3 milioni
Prosegue il trend di crescita del numero di addetti complessivo dalla pubblica amministrazione, che nel 2023 sale a 3.327.854, mai così tanti dal 2010 (ultimo anno in cui si superò la soglia dei 3,3 milioni). Aumenta anche la quota di personale stabile, che per la prima volta dal 2017 torna a superare la soglia dei 3 milioni.
Tra il 2022 e il 2023 il numero di dipendenti pubblici è cresciuto di circa 56mila unità, pari al +1,7% (Fig.1). Va inoltre sottolineato che, secondo le stime basate sul monitoraggio congiunturale condotto trimestralmente dalla Ragioneria dello Stato, nel 2024 dovrebbe registrarsi un ulteriore incremento di ulteriori 45mila unità e, se tale tendenza venisse confermata anche per l’anno in corso, alla fine del 2025 il numero di addetti della pubblica Amministrazione potrebbe attestarsi sopra i 3,4 milioni[1].
Tali trend sono riconducibili al tasso di ricambio (o rapporto di sostituzione) del personale che, per l’intero comparto, tra il 2022 e il 2023, risulta pari a 1,37. Tale valore corrisponde, in termini assoluti, al rapporto tra i 215.026 neoassunti e i 157.362 contratti cessati nel corso del 2023 in tutta la Pubblica Amministrazione. In particolare, gli indici sono sempre superiori a 1,5 per le Pubbliche Amministrazioni Centrali, la Sanità e gli enti e istituti di Istruzione e Ricerca (figura 2). Va qui in particolare sottolineato che, se si fa eccezione per il solo 2015 (1,06) nel decennio trascorso e fino al 2021 il tasso di ricambio è stato inferiore a 1 (figura 2bis).
Nel 2023, quindi, si consolida e accentua un trend di crescita già evidente negli ultimi due anni, ma con un tasso di ricambio notevolmente superiore a quello registrato nel recente passato. Sebbene il numero di uscite sia ancora elevato, e finisca per mitigare gli effetti delle nuove entrate, non mancano i presupposti per un deciso cambio di passo.
Elaborazione FPA su dati Conto Annuale RGS
Elaborazione FPA su dati Conto Annuale RGS
Elaborazione FPA su dati Conto Annuale RGS
In combinazione con un tasso di ricambio significativamente superiore al passato, si registra anche una riduzione dell’anzianità media, che passa da 16,65 a 16,28 anni, nonché dell’età media, che si riduce da 49 anni e sei mesi a 48 e dieci mesi.
Su questo fronte, anche in considerazione del tema generale del ricambio generazionale, è interessante verificare e monitorare la composizione per fasce d’età degli addetti e la relativa dinamica.
Guardando al confronto tra la situazione del 2023 rispetto a quella dell’anno precedente, risulta piuttosto evidente l’incremento delle persone con un’età compresa tra i 30 e 39 anni, che è stato pari al 36%. La loro incidenza sul totale degli addetti è passata dal 14,1% al 18,9%. (figura 3)
Va comunque considerato che il processo di ricomposizione generazionale appare ancora piuttosto incompiuto:
- la maggioranza (il 52%) dei dipendenti pubblici è composta da ultracinquantenni, e tra questi oltre 105mila hanno compiuto almeno 65 anni di età;
- le persone che hanno più di 25 anni di anzianità sono più di 850mila (il 26% sul totale degli addetti PA) e sono più di 170mila quelle con più di 35.
Elaborazione FPA su dati Conto Annuale RGS
Accanto alla composizione per fasce d’età, e forse più significativo in chiave futura, è importante evidenziare la dinamica e lo sviluppo delle competenze culturali e professionali, soprattutto in termini di composizione degli addetti per titolo di studio e partecipazione ad attività di formazione e aggiornamento professionale.
Rispetto al primo punto, tra il 2022 e il 2023 si registra un notevole aumento di personale con titolo di studio universitario – 1,87 milioni, con un incremento complessivo pari a circa 323mila unità – a cui fa da contraltare la riduzione di dipendenti in possesso di un titolo di scuola dell’obbligo o un diploma di scuola superiore (meno 266mila unità) (figura 4). Questa combinazione di fattori determina un significativo ribaltamento nelle proporzioni nell’universo dei dipendenti pubblici tra laureati e non. Infatti, nel 2023 i laureati appresentano la maggioranza – più del 56% – degli addetti, diversamente da quanto si verificava l’anno precedente quando questi costituivano il 47,2%.
Elaborazione FPA su dati Conto Annuale RGS
In due anni raddoppia il numero di giornate di formazione per dipendente
Infine, anche per quanto riguarda la formazione il 2023 è stato un anno “record”. Infatti, nei nove anni precedenti il numero di giornate complessivamente erogato nell’anno non ha mai raggiunto la soglia di 4 milioni che è stata, invece, superata ampiamente nel 2023. Tale dato porta, inoltre, a una media di poco meno di due giornate di formazione per singolo dipendente, ancora lontano dagli standard imposti dalle strategie di rafforzamento delle persone della PA, ma comunque più che raddoppiato in appena due anni (erano 0,86 nel 2021, 1,31 nel 2022): per distacco, il valore massimo nel decennio considerato (figura 5).
Elaborazione FPA su dati Conto Annuale RGS
Crescono le retribuzioni
I trend di miglioramento prima descritti si riverberano anche sul fronte delle retribuzioni che, secondo i dati, aumentano tra il 2022 e il 2023 di circa 1.200 euro l’anno in media per singolo dipendente della PA.
Si tratta di una variazione annua complessiva del 3,1%, e del 16% se si considera il periodo 2014-2023 (figura 6).
Tali andamenti risultano piuttosto differenziati tra i diversi comparti ed è particolarmente significativo osservare che le funzioni centrali risultano essere quelle che hanno beneficiato di aumenti proporzionali maggiori sia nell’ultimo anno (+6%) sia considerando l’intero decennio (25,1%). D’altro canto, gli addetti dei settori della ricerca e istruzione, pur avendo registrato un incremento superiore alla media tra il 2022 e il 2023 (+4,9%), risultano però piuttosto penalizzati nel medio periodo. Infatti, la variazione complessiva delle loro retribuzioni tra il 2014 e il 2023 è stata del 12,8%, e quindi di 3,2 punti percentuali inferiore alla media generale.
Elaborazione FPA su dati Conto Annuale RGS
Conclusioni
Nel complesso, questi primi dati delineano una PA in evoluzione, più giovane, qualificata e orientata al miglioramento continuo, anche se persistono diverse aree di criticità, che necessitano di azioni concrete al fine di rafforzare ulteriormente il processo di ricambio generazionale e di rafforzamento delle competenze all’interno delle nostre amministrazioni. Aspetti che verranno approfonditi nell’indagine Lavoro pubblico 2025.
[1] A tale proposito va ricordato quanto già evidenziato nel rapporto di FPA “Una PA che rincomincia a crederci“, presentato in occasione del FORUM PA 2025, in cui si riporta l’analisi degli oltre 400mila posti messi a bando tra gennaio 2024 e aprile 2025, attraverso bandi di concorso e avvisi di ricerca per esperti su InPA.
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