La Cgil Umbria sull’accordo della Regione Umbria sull’inserimento lavorativo delle persone con disabilità nelle aziende
Venerdì 26 luglio la Regione dell’Umbria ha sottoscritto un accordo con le associazioni datoriali e alcune organizzazioni sindacali, per formalizzare la convenzione prevista dall’art.14 della Legge Biagi finalizzata all’inserimento lavorativo delle persone con disabilità nelle aziende, attraverso l’uso di cooperative dedicate. Così in merito la Cgil Umbria attraverso la voce dei segretari regionali Andrea Corpetti, responsabile politiche attive del lavoro, e Gianni Fiorucci, responsabile disabilità: “Si tratta di un vero e proprio accordo separato senza il consenso della nostra organizzazione e questo nonostante avessimo chiesto di poter esprimere le nostre ragioni in un tavolo di confronto insieme a tutti gli attori e dopo aver inviato delle proposte di modifica scritte, senza aver ricevuto uno straccio di risposta”.
“Quello che più ci stupisce, infatti, – proseguono i segretari regionali del sindacato confederale – non è soltanto il metodo, degno delle peggiori esperienze di divisione della rappresentanza sociale, mai usato in Umbria nemmeno dalla destra e non proprio coerente con la cultura democratica che dovrebbe caratterizzare questa Giunta, quanto soprattutto il contenuto, perché lesivo degli interessi delle persone con disabilità, come giustamente ha fatto notare in queste ore l’associazione più rappresentativa, la Fish”.
“La cosa grave – spiegano Corpetti e Fiorucci – è che questo accordo rappresenta un’anomalia, non solo perché non sottoscritto da importanti pezzi di rappresentanza, ma soprattutto perché stravolge completamente il senso dello strumento della convenzione, creando un unico caso in Italia nel merito oltre che nel metodo. Ci chiediamo come sia stato possibile che questa frattura si sia consumata proprio in Umbria e non in tutte le altre regioni, considerando che la nostra organizzazione si è sempre resa disponibile ad aiutare, avanzando proposte costruttive, cercando di migliorare i testi e di evitare grossolani errori. Abbiamo avanzato proposte sovrapponibili con quanto realizzato in tutta Italia, non solo in Emilia Romagna, ma anche in Lombardia o in altre regioni più piccole. In Umbria si è scelto di andare oltre, calpestando gli interessi dei più fragili a favore di interessi di imprese che scelgono di scaricare le proprie responsabilità sociali e questo è inaccettabile. Ci chiediamo dove siano finiti i valori sbandierati in campagna elettorale, come la solidarietà e la partecipazione. Sicuramente in questa brutta pagina scritta ieri dalla Giunta Proietti non c’è traccia né dell’una né, tanto meno, dell’altra”.
“Sui contenuti, la convenzione ex art 14 – prosegue Cgil Umbria – prevede una modalità di inserimento delle persone con disabilità che sostituisce gli inserimenti ordinari previsti dalla Legge 68, creando una sorta di ‘via alternativa’ per le aziende, che in questo modo possono liberarsi di tali obblighi attraverso ‘l’esternalizzazione” di lavoro, ricorrendo a cooperative a cui affidare pezzi di processo produttivo’.
La convenzione, tra l’altro, non chiarisce neanche che le cooperative coinvolte debbano essere solo quelle di tipo B, più coerenti con la missione sociale, ma coinvolge tutte le tipologie. Sappiamo bene che l’impegno a inserire le persone con disabilità, oltre a essere un dovere dell’impresa in ottica di responsabilità sociale, rappresenta, per molte persone, l’unico strumento per ottenere una opportunità di lavoro nella propria vita. Non vorremmo ricordare, a chi dovrebbe saperlo già, che il lavoro è il principale strumento di emancipazione ed autonomia per tutte le persone, il problema è che per le persone con disabilità, la capacità e il talento molto spesso sono surclassati dai pregiudizi e dalla cultura d’impresa che si è affermata negli anni, basata sullo sfruttamento delle persone a favore del profitto. Questo la Giunta regionale lo dovrebbe sapere”.
“Sicuramente l’assessore De Rebotti e la presidente Proietti – afferma il sindacato – avranno approfondito la materia, verificando che la Legge Biagi individua la convenzione come strumento dedicato ai casi più difficili da inserire, quelli con disabilità più gravi. Per questo non comprendiamo perché non abbiano risposto favorevolmente alle nostre richieste di modifica, che avrebbero voluto una convenzione dedicata esclusivamente all’invalidità sopra il 100%, come realizzato in tutte le regioni del nostro Paese. Invece hanno scelto di assecondare le richieste delle imprese, generalizzando questo strumento a tutte le tipologie, anche chi ha una percentuale più bassa, offrendo loro un vantaggio a fronte di nessun impegno. Le già poche possibilità di lavoro spariranno a favore di proposte di impiego in piccoli laboratori protetti, che praticano la ‘ghettizzazione’ e non l’inclusione. Questo è esattamente il contrario di quanto previsto dai nuovi principi stabiliti dalla convenzione Onu sui diritti con persone con disabilità, che parlano di integrazione e pieno godimento dei diritti e delle libertà, alla pari di tutte le altre persone”.
“Chiediamo pertanto alla Giunta regionale – concludono Corpetti e Fiorucci – di riaprire il tavolo di confronto e recuperare questo strappo, non tanto con noi, ma con la cultura, con la storia della nostra regione, da sempre avanguardia di integrazione e innovazione a garanzia della coesione sociale. Magari discutendo di come utilizzare meglio le risorse che dovrebbero essere dedicate all’inserimento lavorativo. Come spendiamo queste risorse? I progetti finanziati finora quanti posti di lavoro hanno prodotto? Se riuscissimo ad avere riposte a queste domande, magari potremmo fare qualcosa di concreto per attuare un progetto di vita indipendente concreto per le persone e non solo slogan. Capiamo quanto sia difficile riaffermare un ruolo di primo piano dell’Umbria, ma almeno evitiamo di passare ad essere l’ultima ruota del carro. Per fare questo non occorre essere i più bravi, ma solo saper seguire l’esempio di chi ha fatto meglio”.
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