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La scalata di Mastrolia, dal salvataggio dell’ex Giglio ai Plasmon: «Carrefour con me diventerà italiana»


di
Daniela Polizzi

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«Cambieremo il nome in Gs e acquisteremo l’80% degli immobili di Carrefou». I piani di Angelo Mastrolia sui supermercati. Il titolo NewPrinces scivola in Borsa. L’imprenditore: «Il mercato non ha capito. Io compro a prezzo basso e rilancio marchi di valore»

«Vogliamo stringere un patto tra industria e distribuzione, cambiare la natura del rapporto tra chi produce e i partner che vendono nei supermercati condividendo il valore della supply chain. Sono stato a lungo dall’altra parte della barricata e adesso vorrei che si superasse la logica del “mercanteggiare” nella filiera e riconosce a tutti il giusto valore». Angelo Mastrolia, classe 1964, nato a Salerno, è l’imprenditore che due giorni fa ha firmato l’acquisto dei supermercati Carrefour in Italia, dopo una lunga stagione di acquisizioni — Princes nel Regno Unito, Plasmon e la fabbrica Cinzano in Piemonte – che in 12 mesi hanno portato la sua NewPrinces da 750 milioni a 6,9 miliardi di fatturato. Con questa operazione ha firmato un inedito matrimonio tra industria e distribuzione.

Torna GS

«Carrefour, che ora ribattezzeremo GS riportando sul mercato un marchio storico, sarà l’hub logistico per i nostri prodotti. Rilanceremo l’immagine del punto vendita, ne miglioreremo l’offerta calibrandola in funzione dei territori. Ma sarà appunto necessario un patto di filiera, riconoscendo il giusto valore a tutte le parti che devono però assumersi la responsabilità del progetto», racconta il presidente esecutivo del gruppo italiano.




















































Una grande multinazionale italiana

L’idea di creare una grande multinazionale italiana nel food arriva da lontano. Mastrolia l’aveva già maturata nel 2008 quando aveva rilevato la Newlat — che poi aveva dato il nome all’intero gruppo di Mastrolia — con Polenghi, Giglio, Ala dall’allora Parmalat nell’ambito dell’amministrazione straordinaria affidata a Enrico Bondi. Proprio quella Parmalat poi acquistata dal gruppo francese Lactalis, Mastrolia l’ha sempre considerata un’occasione mancata per l’Italia. Da quel momento è iniziata la crescita più celere «ma sempre equilibrata». 

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La diversificazione

Da ragazzo, dopo la laurea in giurisprudenza e un’esperienza nella finanza con un’attività di trading sulle valute, Mastrolia aveva scelto di occuparsi dell’azienda di famiglia che da due generazioni lavorava come fornitore della Centrale del Latte di Salerno e della Cirio. Nel 2004 ha avviato la diversificazione con la prima acquisizione del pastificio Guacci in Molise. Poi ci sono state la pasta Pezzullo e Buitoni da Nestlé. E ancora, la Centrale del Latte d’Italia nel 2020, che ha lasciato quotata al listino. Un anno prima aveva portato la Newlat in Borsa, malgrado la fase di incertezza, perché la convinzione dell’imprenditore è che la quotazione sia una grande opportunità. 

Imprenditore in controtendenza

«Si può raccogliere liquidità», dice Mastrolia che in questa fase è in controtendenza rispetto a tanti imprenditori più timidi davanti al listino nei momenti di turbolenza, in Europa come negli Stati Uniti. Ieri la Borsa, dopo l’annuncio dell’acquisto di Carrefour, non ha premiato NewPrinces mandando il titolo in rosso (-9,35%). «Alcuni investitori hanno venduto 500 mila azioni — dice Mastrolia — perché non hanno capito l’operazione. Ma noi siamo sereni, siamo bravi a comprare aziende meno performanti ma di valore e trasformarle in imprese redditizie. Le paghiamo pochissimo e le rilanciamo. Per aprire i mille negozi di Carrefour Italia ci vorrebbero 2 miliardi». Considerato l’apporto di Carrefour — pari a 237,5 milioni — alcuni aggiustamenti contabili e altre poste, nell’affare al capitale di Carrefour Italia è stato assegnato un valore di un euro. 

Investimenti per 200 milioni

NewPrinces si impegna a investire 200 milioni, destinati a iniziative di sviluppo, innovazione logistica e rinnovamento del brand. Se si aggiunge il valore degli immobili in portafoglio alle attività italiane di Carrefour (circa 400 milioni) il valore dell’operazione è di un miliardo. «Siamo un gruppo industriale con oltre 30 marchi che esportiamo in 60 Paesi, non condizionato dalle mode del momento. Il nostro progetto ha mantenuto la direzione: crescere per acquisizioni tra fabbriche e brand dell’alimentare. E in questo senso il riassetto in corso tra le multinazionali globali per noi rappresenta un’opportunità. Ha acquistato lo storico stabilimento ex Cinzano nella provincia di Cuneo da Diageo, Princes Uk da Mitsubishi, Plasmon da Kraft-Heinz — operazione che ha segnato l’ingresso nella produzione di alcolici — e infine Carrefour dall’omonimo colosso francese. 

La passione per le acquisizioni

Mastrolia ha una grande passione per l’m&a: ha realizzato 25 acquisizioni in vent’anni, tra grandi e piccole, l’accelerazione è arrivata negli ultimi 12 mesi. La campagna acquisti è destinata a continuare per costruire un grande gruppo integrato nel settore alimentare. «Siamo pronti a diversificare il portafoglio con investimenti in ambiti complementari all’alimentare — dice Mastrolia — Pensiamo a logistica e packaging». E proprio da quest’ultimo settore potrebbe arrivare la prossima sorpresa. L’imprenditore starebbe valutando l’acquisto di una società tra Europa e Usa che aggiungerebbe altri 3 miliardi al fatturato. «Spendiamo ogni anno 300 milioni solo nell’imballaggio per i nostri alimenti in scatola», sottolinea l’imprenditore.

Il ruolo degli affiliati nel rilancio di Carrefour

Su Carrefour sta concentrando le forze. «In Italia l’insegna ha registrato un margine operativo lordo di 115 milioni nel 2024 ma ha chiuso in rosso. Segno che negli ultimi anni il gruppo non ha investito nell’ammodernamento nei negozi e nella loro offerta riducendo l’attività. È chiaro che a quel punto — dice — i costi di struttura diventano molto pesanti da sopportare». Quanto ai lavoratori di Carrefour Italia, «vogliamo valorizzare le professionalità, proteggere la rete. Gli affiliati sono una grande risorsa. Ci aiuteranno a crescere soprattutto nelle città». 

Rotta sull’immobiliare

Mastrolia ha anche una grande passione per il mattone. «Molti ipermercati di Carrefour sono di proprietà e — annuncia — ora abbiamo intenzione di acquistare l’80% degli immobili della rete di supermercati. Se non ci riusciamo, compriamo nelle vicinanze del punto vendita». La sintesi del suo pensiero nell’immobiliare si trova nell’acquisto, lunedì scorso, ha firmato l’acquisto per 60 milioni di sterline del Royal Liver building di Liverpool. È la storica sede della Princes — 98 metri di altezza, 13 piani, inaugurato nel 1911 — dove c’era già su due piani la sede di Princes. «Pagavamo 3 milioni di affitto all’anno. Solo con il nostro affitto ammortizziamo l’immobile in vent’anni poi incasseremo i canoni dagli altri locatari».

L’agenda di Mastrolia è fitta. Il primo appuntamento è per metà ottobre nella City di Londra, dove approderà al listino Princes che dovrebbe generare circa 500 milioni di sterline di proventi.

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26 luglio 2025 ( modifica il 26 luglio 2025 | 15:53)

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