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Capalbio radical chic? Il sindaco: «Basta macchiette, qui oggi vengono imprese e finanza»


di
Mario Lancisi

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Il sindaco Chelini e la voglia di normalità: «Capalbio è un luogo magico, in cui la campagna va verso il mare. Puro incanto»

«Basta con questa storia della Capalbio radical chic, piccola Atene, luogo vip della sinistra italiana…», quasi grida il sindaco Gianfranco Chelini, 60 anni, grossetano, ex funzionario di banca, eletto nel 2021 con una lista civica. Di lui, un anno fa Il Venerdì ha scritto: «Si dichiara con fierezza democristiano (“Voto Pd e ogni volta mi chiedo perché”) e ha il culto di Fanfani, descritto come un Simon Bolivar locale per “la più grande ridistribuzione di ricchezza che si ricordi”, compiuta togliendo ai principi Caetani, Corsini e compagnia, per dare ai braccianti abruzzesi e marchigiani». E a Fanfani il prossimo novembre Chelini dedicherà un evento speciale, invitando tutti i suoi otto figli.

«Ma no, si è sempre fatta molta confusione con questa sorta di fighettismo di sinistra. Mi sono sempre battuto contro una visione macchiettista di Capalbio».

«Ci hanno ridotti ad una macchietta per cui quando ha vinto Salvini e la Meloni, ecco gli articoli sulla Capalbio non più rossa ma di destra. Una narrazione insopportabile e non veritiera».

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«Questo non è mai stato un borgo radical chic. Venivano qui personaggi della sinistra, certo, e con questo? Capalbio è un luogo magico, in cui la campagna va verso il mare. Puro incanto. Pensi solo ai 13 chilometri di spiaggia libera, qualcosa di unico, in Italia almeno. Per cui qui sono venuti sempre un po’ tutti. Soprattutto gli esponenti più prestigiosi della classe dirigente del nostro Paese».

«Molti personaggi della sinistra degli anni Ottanta e Novanta non ci sono più, purtroppo. Da Giorgio Napolitano ad Alberto Asor Rosa e a Furio Colombo».

Non può negare che abbiano lasciato un’impronta e marcato una stagione di Capalbio.

«Non lo nego. Hanno avuto un ruolo importante nella politica e nella cultura del nostro Paese e che siano stati ospiti, quasi figli, della nostra terra ci rende orgogliosi. Ma da qui a raffigurazioni macchiettistiche ce ne passa. Altrimenti non si spiegano fatti più recenti…»

«Che nella Capalbio presunta rossa in alcune elezioni ha stravinto la Lega».

Ex rossi spostati a destra.

«Ma no, Capalbio è come tanti altri Comuni toscani in cui il centrodestra negli ultimi anni è diventato competitivo».

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«Se lei fa un giro per ville e casolari si imbatterà in personaggi altolocati della finanza, dell’imprenditoria, dei fondi internazionali. Gente che gestisce patrimoni e potere. Ma di loro non si parla, giustamente, perché amano il silenzio, l’ambiente e la riservatezza di Capalbio. Altro che radical chic…».

Cosa è per lei Capalbio?

«Uno dei luoghi più belli d’Italia».

Che aveva fama di essere di sinistra e ora deve tornare ad essere normale.

«Sì, normale. Per farsi apprezzare e vivere per quello che è veramente e non per macchiette». 


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