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Ania studia un fondo per le pmi. Ecco come funziona




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Ultim’ora news 28 luglio ore 20


L’obiettivo è sostenere l’economia italiana e in particolare dare alle piccole e medie imprese un canale di finanziamento alternativo al credito bancario. Per questo in Ania, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, sta lavorando a un fondo di private debt le cui quote potranno essere sottoscritte dalle assicurazioni aderenti all’associazione nell’ambito di un’operazione di sistema. Il progetto sarebbe molto gradito al governo e in particolare al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che anche nell’ultima assemblea di inizio luglio dell’associazione presieduta da Giovanni Liverani aveva ricordato il ruolo di primo piano del sistema assicurativo nel Paese, che a fine 2024 è arrivato a gestire ben 800 miliardi di euro, aprendo a partnership pubblico-private (come quella realizzata per le polizze contro le catastrofi naturali).

Il fondo parte da 300 milioni ma punta a crescere

Ania, contattata da MF-Milano Finanza sul nuovo fondo, ha risposto «no comment», ma il progetto sarebbe in fase avanzata, anche se le incognite di tipo regolamentare non mancano e rischiano di essere determinanti nel successo dell’iniziativa, che potrebbe fare da apripista a nuove operazioni capaci far crescere il mercato del private debt italiano. Il fondo partirebbe da 300 milioni di euro per poi raddoppiare rapidamente a 600 milioni e magari superarli agevolmente. La novità è il fatto che a supporto dell’operazione ci sarebbe la garanzia Archimede di Sace, strumento creato con la legge di Bilancio 2024 per sostenere i nuovi investimenti delle imprese italiane – in innovazione, infrastrutture e transizione sostenibile – effettuati sul territorio nazionale.

I nodi di Solvency II

Ma è proprio qui che sorgono i dubbi: perché non è chiaro se, grazie alla garanzia Archimede, le assicurazioni che investiranno nel nuovo fondo potranno ridurre al minimo l’assorbimento di capitale previsto da Solvency II. La questione è dirimente. L’unica certezza al momento è che l’azzeramento degli accantonamenti di capitale (ovviamente solo per la componente con garanzia) è previsto dai nuovi atti delegati in fase di consultazione, che prevedono un ritocco alla Solvency II a partire dal 1° gennaio 2027. Tale situazione di incertezza avrebbe messo in stand by il fondo, anche se intanto il processo è andato molto avanti. I consulenti di Russell hanno lanciato la gara per individuare il gestore, rigorosamente italiano, con quattro nomi che sembrano in vantaggio: Amundi e Ver Capital oltre ad Anthilia e ad Eurizon.

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L’esperienza del fondo infrastrutture di F2i

Non è la prima volta che le assicurazioni si muovo insieme per sostenere l’economia italiana. È già successo con la nascita di un fondo infrastrutture sottoscritto da un gruppo di compagnie italiane sempre su iniziativa dell’Ania, tra cui Intesa Sanpaolo e Generali ma anche Reale, Axa e Allianz. Il fondo, con scadenza 2030, è stato affidato nel 2020 a F2i Sgr, che ha raccolto 516 milioni andando oltre l’obiettivo del mezzo miliardo. Le assicurazioni, unendo le forze, hanno investito in porti e aeroporti italiani e non solo. Nel portafoglio del fondo Ania F2i ci sono per esempio la società di gestione dell’ Aeroporto Olbia Costa Smeralda, ma pure un pezzo della rete telefonica ex Telecom, con una quota di Fibercop, o ancora in Hisi, una piattaforma di investimento nel settore del partenariato pubblico-privato in ambito ospedaliero che detiene le concessioni per la gestione dei servizi non sanitari, come la manutenzione degli edifici e del verde. Ania F2i è anche investitore di Fhp, che opera nella logistica integrata marittima-terrestre e gestisce tra l’altro otto concessioni portuali e controlla Compagnia Ferroviaria Italiana, principale operatore indipendente in Italia nei servizi di trasporto merci ferroviari. (riproduzione riservata)



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