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Truffa sui fondi Pnrr, sequestrati 486 mila euro al “business angel” Flavio Zanarella


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I militari del nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Treviso hanno eseguito nei giorni scorsi, nelle province di Treviso, Venezia, Padova, Brescia, Barletta-Andria-Trani e Bari, un decreto di sequestro preventivo in via d’urgenza, emesso dalla Procura Europea, di finanziamenti Pnrr per 486mila euro ottenuti in maniera truffaldina dal “business angel” Flavio Zanarella. L’imprenditore padovano si trova già da qualche giorno agli arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta su truffe e malversazioni sui finanziamenti pubblici e nel riciclaggio delle somme illecitamente conseguite: con Zanarella sono coinvolte altre cinque persone che oltre ad aver ricevuto fraudolentemente i fondi, avrebbero anche autoriciclato parte di queste somme, per 183mila euro.

L’imprenditore padovano è indagato, non solo dalla Procura Europea (sede di Venezia), ma anche da quella ordinaria di Treviso, per associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, all’autoriciclaggio e alle frodi e malversazioni su fondi nazionali, per un importo di circa 1,7 milioni di euro gestiti da Simest S.p.a. per il sostegno alla crescita delle imprese. La tranche dell’indagine curata dalla Procura Europea di Venezia riguarda invece fondi del Pnrr, per 486 mila euro, sempre gestiti da Simest S.p.a., che Zanarella, con i suoi complici, sarebbe riuscito ad ottenere utilizzando illecitamente il rodato meccanismo già usato per accaparrarsi ingiustamente i fondi nazionali.

Le risorse dell’Unione Europea al centro di questa parte dell’inchiesta sono destinate a supportare le società nazionali rientranti nel novero delle piccole e medie imprese (P.M.I.) e delle imprese a media capitalizzazione (MidCap) favorendone la transizione digitale. Il sostegno economico di matrice comunitaria prevede l’erogazione della prima parte (50% del totale finanziato) entro 30 giorni dalla presentazione della domanda e un’erogazione a saldo delle spese ammissibili rendicontate a conclusione del progetto finanziato.

Gli accertamenti delle Fiamme Gialle hanno consentito di far emergere che quattro società, per accedere fraudolentemente ai predetti finanziamenti Pnrr, sotto la guida dell’imprenditore padovano, in sede di domanda del peculiare emolumento hanno falsamente attestato l’esistenza di una sede operativa nel Sud Italia (risultata non essere stata mai effettivamente attiva), una forte solidità aziendale (le società sono risultate, invero, già insolventi, tanto da essere, poco dopo assoggettate alla procedura di liquidazione giudiziaria) e la volontà di realizzare i progetti previsti (in realtà mai iniziati), riuscendo così a percepire fraudolentemente la prima quota delle risorse ed ottenere benefici per oltre 486 mila euro. Le somme così distratte sono state immediatamente reimpiegate per fini diversi da quelli pubblicistici, ovvero per il pagamento di pregressi debiti e/o per l’ingiustificato arricchimento personale degli indagati.

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