Le società consortili permettono alle imprese di collaborare per affrontare progetti comuni, con regole societarie flessibili e vantaggi fiscali mirati, in base a quanto previsto dall’articolo 2615-ter del Codice Civile.
La società consortile è uno strumento giuridico che consente a più imprese di unire le forze per raggiungere obiettivi condivisi, mantenendo al contempo la propria autonomia. Utilizzata soprattutto nei settori industriali, artigianali e dei servizi, rappresenta una forma di collaborazione consortile che combina l’efficienza della struttura societaria con la mutualità del consorzio. In questo articolo vedremo come funziona, quali forme può assumere (come la società consortile a responsabilità limitata o cooperativa), e quali vantaggi civili e fiscali può offrire.
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Cosa fa una società consortile?
Cos’è una società consortile: struttura e finalità principali
La società consortile è una forma societaria che nasce con lo scopo di agevolare il coordinamento e l’attività operativa tra più imprese. Si tratta di un consorzio con forma societaria, cioè un ente collettivo in cui le aziende consorziate collaborano per raggiungere scopi comuni, assumendo una struttura societaria vera e propria.
A differenza delle società lucrative, l’obiettivo non è la distribuzione degli utili, ma il vantaggio mutualistico per i consorziati: risparmio sui costi, maggiore efficienza e potere contrattuale.
Collaborazione tra imprese per scopi comuni, non per dividere utili
Come funziona
Ogni impresa aderente diventa socia e partecipa alla gestione secondo le regole previste dallo statuto. Si tratta di una partnership strutturata che consente di:
- suddividere costi e rischi tra i partecipanti;
- accedere a commesse che da sole le imprese non potrebbero gestire;
- ottenere economie di scala e vantaggi competitivi;
- operare come un organismo di coordinamento e operatività sul mercato.
Forme giuridiche più comuni
Può essere costituita secondo diversi tipi societari:
- società consortile a responsabilità limitata (S.c.a.r.l.);
- società consortile cooperativa;
- società consortile per azioni;
La forma societaria scelta determina le regole organizzative e il regime fiscale applicabile.
Disciplina civilistica della società consortile
Le società tra consorziati seguono le regole del tipo societario scelto, ma con alcune personalizzazioni. Ad esempio:
- può essere previsto l’ingresso di nuovi soci legato a specifici progetti consortili.
- lo statuto può limitare la distribuzione degli utili, per rispettare la finalità mutualistica.
- può essere prevista l’esclusione di soci che non fanno più parte della categoria prevista dallo statuto.
Differenza rispetto al consorzio semplice
A differenza del consorzio tra imprese previsto dagli articoli 2602-2615 del Codice Civile, la società consortile ha personalità giuridica piena, può operare con terzi e offre maggiore flessibilità operativa e contrattuale.
Come funziona l’IVA nelle società consortili
Sebbene la società consortile ARL o in altra forma non abbia scopo di lucro, rientra comunque tra i soggetti IVA:
- tutte le società che svolgono attività economica, anche se a scopo mutualistico, sono soggette ad IVA.
- le prestazioni tra società consortile e i soci sono considerate operazioni imponibili.
Attività mutualistica non esclude il regime IVA
Attenzione alla prevalenza dell’attività verso terzi
Se l’attività verso terzi prevale rispetto a quella mutualistica, la società consortile potrebbe perdere le agevolazioni e trasformarsi di fatto in una società lucrativa, con tutte le implicazioni fiscali del caso.
Agevolazioni fiscali per le società consortili tra PMI
La Legge 240/1981 prevede incentivi fiscali per consorzi e società consortili tra piccole e medie imprese nei settori industria, artigianato e commercio.
Esenzione fiscale per utili reinvestiti
Gli utili non sono tassati se:
- vengono reinvestiti entro due esercizi;
- sono destinati a investimenti fissi o attività coerenti con l’oggetto sociale.
Vincolo permanente allo statuto
Lo statuto deve prevedere il divieto assoluto di distribuzione di utili tra consorziati, anche indirettamente. Infatti, il regime fiscale agevolato decade in qualsiasi momento venga distribuito anche solo una parte dell’utile.
Vantaggi della società consortile per le imprese
Perché creare una società consortile conviene:
- maggiore forza contrattuale per appalti pubblici o commesse private;
- possibilità di accedere a finanziamenti dedicati e incentivi;
- ottimizzazione dei costi grazie all’acquisto collettivo di beni o servizi;
- miglior accesso a mercati esteri tramite reti di impresa;
- maggiore credibilità agli occhi dei clienti e della Pubblica Amministrazione.
Conclusioni: perché puntare su questa società
La società tra consorziati è una scelta strategica per le imprese che vogliono partecipare a progetti comuni senza rinunciare alla propria autonomia. Offre vantaggi operativi, fiscali e organizzativi, soprattutto in ambito appalti e servizi condivisi. Tuttavia, è importante valutarne attentamente la convenienza rispetto ad alternative come consorzi o reti d’impresa.
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FAQ società consortile: le risposte alle tue domande
Il consorzio è un contratto tra imprese, mentre la società consortile è una vera e propria società con soggettività giuridica.
La società consortile è un consorzio con forma societaria, nato per coordinare l’attività operativa di più imprese che collaborano per obiettivi comuni, mantenendo una struttura organizzata come società.
La società tra consorziati è una forma societaria nata per coordinare l’attività economica di più imprese, con finalità mutualistiche: non punta al profitto, ma a vantaggi condivisi come costi ridotti e servizi migliori.
È costituita per gestire attività o servizi comuni, con l’obiettivo di generare vantaggi mutualistici per i soci, come minori costi o maggiore competitività, senza finalità di lucro.
Lo scopo è quello di ottenere vantaggi reciproci, come la riduzione dei costi o l’aumento della competitività, senza puntare alla distribuzione di utili.
Solo se non vogliono accedere al regime fiscale agevolato. In caso contrario, devono reinvestire gli utili e vietarne la distribuzione.
Sì, purché lo scopo consortile sia chiaro e coerente con gli obiettivi comuni.
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