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Edifici italiani: tra inefficienze energetiche e soluzioni


Secondo gli ultimi dati elaborati da SIAPE (il Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica), il 45% degli immobili certificati nel 2023 fa parte delle peggiori classi energetiche previste dalla normativa vigente (categorie F e G). Contestualmente, il report realizzato nello stesso anno da Openpolis dal titolo “L’impatto dell’efficienza energetica negli edifici”, ha rilevato che il 65% del parco edilizio residenziale italiano ha più di 45 anni.

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Lo scenario italiano si incastra poi nel più ampio contesto globale caratterizzato da conflitti in atto, come la guerra in Ucraina, e da tensioni internazionali, come quelle in Medio Oriente: dinamiche che innescano l’incremento periodico dei prezzi dell’energia. Le aziende rischiano così di erodere le capacità di investimento a causa dell’aumento dei costi di gas ed elettricità.

Un contesto che evidenzia numerose criticità, a cui si aggiunge anche il tema della sostenibilità ambientale, che rende ancora più urgente l’efficientamento energetico degli edifici. Pubblico e privato giocano un ruolo cruciale, quasi simbiotico. E così, se da un lato il Piano Transizione 5.0 stimola l’innovazione dei processi di gestione energetica, dall’altro si moltiplicano le soluzioni digitali e le figure degli Energy Manager (come Advizeo) per razionalizzare i consumi e azzerare gli sprechi.

Il contesto normativo italiano

Il Piano Transizione 5.0 si inserisce in questo contesto. Rappresenta la continuazione del Piano Transizione 4.0, e fa parte della strategia finalizzata a sostenere la trasformazione digitale ed energetica, mettendo a disposizione 12,7 miliardi di euro nel biennio 2024-2025. Inoltre, in simbiosi con il piano REPowerEU, l’ulteriore dotazione finanziaria di 6,3 miliardi di euro punta a trasformare i processi produttivi secondo le logiche della trasformazione digitale ed energetica. In pratica, una straordinaria opportunità a vantaggio dei privati per l’efficientamento e la riduzione dei costi.

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L’efficientamento di edifici e attività con il Piano Transizione 5.0

Grazie al Piano Transizione 5.0, i privati che realizzano una riduzione dei consumi energetici (minimo 3% per la struttura produttiva o minimo 5% del processo interessato di investimento) beneficiano di crediti d’imposta. Il loro ammontare varia in base alla quota d’investimento e alla riduzione dei consumi.

  • Quote d’investimento fino a 10 milioni di euro: dal 35% al 45% di credito d’imposta.
  • Oltre 10 milioni di euro: dal 5% al 15% di credito d’imposta.

La riduzione dei consumi energetici deve avvenire tramite investimenti in beni materiali e immateriali secondo il modello “Industria 4.0”. A questa categoria di beni appartengono anche software, sistemi, piattaforme o applicazioni per l’intelligenza degli impianti (legge 11 dicembre 2016, n. 232 allegato B) che: 

  • consentono di monitorare e visualizzare i consumi energetici e l’energia autoprodotta e autoconsumata;
  • introducono meccanismi di efficienza energetica, attraverso la raccolta e l’elaborazione dei dati anche provenienti dalla sensoristica IoT di campo (Energy Dashboarding).

L’efficientamento di edifici e processi tramite EMS e BMS

L’efficientamento degli edifici e dei processi di gestione aziendale in campo energetico è possibile anche attraverso i software EMS (Energy Management System) e BMS (Building Management System), che rientrano tra le “applicazioni per l’intelligenza degli impianti” previste dal Piano Transizione 5.0. Tali soluzioni, sviluppate da aziende specializzate, offrono gli strumenti digitali per analizzare, aggregare, monitorare ed elaborare i dati relativi ai consumi energetici. Dati fondamentali per assumere scelte strategiche di ottimizzazione e risparmio.

Nel complesso, EMS e BMS consentono di mappare gli edifici, elaborare dati di consumo, identificare anomalie,  individuare gli sprechi di gas e di energia elettrica, realizzare la gestione documentale dei processi, monitorare le performance, realizzare report analitici, misurare il ROI e centralizzare le dinamiche decisionali del management. Un ruolo chiave è svolto poi dagli Energy Manager che coordinano l’intero processo.

Affidarsi esclusivamente a professionisti di settore

I proprietari dei portafogli immobiliari (condomini, aziende, locali commerciali o uffici) dovrebbero affrontare questo processo di transizione energetica esclusivamente con il supporto degli Energy Manager. Il motivo? Tali figure professionali, grazie all’analisi dei dati energetici (da fornitori, distributori, IoT) possono:

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  • rilevare i principali errori nella gestione delle temperature;
  • ottimizzare i flussi energetici e i consumi idrici;
  • individuare le aree di miglioramento;
  • massimizzare il risparmio energetico;
  • realizzare analisi previsionali;
  • garantire conformità alle norme e agli standard internazionali.

Gli Energy Manager possono inoltre consolidare la cultura aziendale e favorire la gestione del cambiamento tramite attività di coaching. Ma anche coordinare i responsabili dell’azienda o dell’ente locale con i fornitori di servizi e con le imprese di manutenzione Un motivo in più per affidarsi alla loro professionalità.





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