Savona – Una lenta ma costante contrazione del tessuto commerciale di Savona. Lo confermano i dati più recenti dell’Osservatorio Movimprese-Infocamere relativi al secondo trimestre del 2025, che evidenziano una perdita di oltre un centinaio di attività del settore commercio nel giro di dodici mesi.
Nel dettaglio, le imprese registrate nel commercio a Savona sono state 5.615 tra aprile e giugno 2025. Nello stesso periodo del 2024 erano 5. 749, un calo di 134 unità. Ma il dato diventa ancora più significativo se si guarda al medio periodo: nel secondo trimestre del 2016, le imprese del commercio erano ben 6.794. In meno di dieci anni, quindi, il settore ha perso quasi 1. 200 realtà, confermando un trend di desertificazione commerciale che preoccupa sindacati, istituzioni e cittadini.
Il commercio, però, non è l’unico indicatore della salute economica del territorio. Guardando ai numeri complessivi, le imprese registrate nel Savonese nel secondo trimestre 2025 sono state 28. 451, di cui 25. 120 attive. In termini di dinamica imprenditoriale, si contano 393 nuove iscrizioni e 214 cessazioni, per un saldo positivo di 179 attività.
Nel secondo trimestre del 2024, invece, le imprese registrate erano state 28.676, quelle attive 25. 356. Le iscrizioni si erano fermate a 345, con 281 cessazioni, per un saldo positivo di appena 64 unità. Si nota, dunque, un miglioramento nel saldo tra aperture e chiusure nel 2025, ma non nel settore commercio, che continua a soffrire in maniera evidente.
A lanciare l’allarme è Massimiliano Scialanca, segretario generale della Fisascat Cisl Liguria, che spiega: «La fotografia di Savona deve far riflettere e rispecchia anche quello che è un trend regionale col commercio che ha patito più di altri settori questo fenomeno di desertificazione a cui bisogna porre un freno, colpa soprattutto della mancanza di un potere d’acquisto che nel corso degli anni si è accentuato pericolosamente. Bisogna dare gli strumenti giusti a chi vuole aprire nuove attività che devono essere accompagnati anche dalla valorizzazione del lavoro, visto che troppo spesso abbiamo assistito a forme di occupazione non di qualità con i tempi determinati. In questo senso il patto del commercio, voluto fortemente dalla Cisl e siglato con la Regione insieme alle altre organizzazioni sindacali per incentivare un lavoro buono con garanzie occupazionali a tempo indeterminato, sta invertendo questa rotta».
Secondo Scialanca, quindi, la perdita di imprese nel commercio è solo la punta dell’iceberg di un sistema in difficoltà, in cui la debolezza della domanda interna si unisce alla precarizzazione dell’occupazione, rendendo sempre più difficile fare impresa. L’azione sindacale, in questo contesto, punta a rafforzare il legame tra sviluppo economico e qualità del lavoro, promuovendo strumenti strutturali e politiche pubbliche in grado di sostenere chi vuole avviare nuove attività.
Il “patto del commercio” siglato nei mesi scorsi con la Regione Liguria, fortemente voluto dalla Cisl, punta proprio in questa direzione: agevolazioni per nuove aperture, supporto formativo, incentivi all’occupazione stabile e contrasto al lavoro precario. Nonostante il saldo positivo tra iscrizioni e cessazioni nel complesso del sistema imprenditoriale savonese, il commercio continua dunque a rappresentare una zona critica, un termometro sensibile delle trasformazioni economiche e sociali in atto.
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