Accordo dazi Usa-Sudcorea, per Seoul qualche certezza ma tanti dubbi
Il presidente sudcoreano Lee Jae-myung ci ha tenuto a presentare l’accordo commerciale raggiunto a Washington con gli Stati uniti come un successo per la quarta economia dell’Asia, quanto meno perché toglie incertezza a un sistema produttivo fortemente orientato all’export, ma per il nuovo leader sudcoreano l’intesa ancora non formalizzata apre prospettive complesse ancora tutte da definire.
Sullo sfondo dell’accordo, permangono partite aperte e complesse, a partire da quella dei costi della sicurezza di un Paese che si deve barcamenare in una delle regioni più complesse del mondo, di fronte alle crescenti pretese del presidente Usa Donald Trump che chiede un forte aumento del contributo di Seoul e tende a flirtare con il regime della Corea del Nord.
Trump incontra delegazione Sud Corea per accordo su dazi
Il presidente americano Donald Trump ha dichiarato in un post su Truth Social che incontrerà, nel pomeriggio, la delegazione di politici sudcoreane, che si sta occupando delle trattative commerciali con gli Usa. Trump ha detto che è “interessato ”a conoscere” quale controproposta il paese asiatico intende mettere in campo.
“Allo stesso modo, altri Paesi stanno avanzando offerte per una riduzione dei dazi. Tutto ciò contribuirà a ridurre notevolmente il nostro deficit commerciale”, ha aggiunto Trump, annunciando che un rapporto “completo” di tutte le trattative sarà annunciato a breve. Domani la politica sui dazi imposta da Trump dovrebbe diventare effettiva, mentre i Paesi si affrettano a negoziare trattati convenienti per il loro paese.
Lampugnale (Confindustria): «A rischio 150mila posti di lavoro»
I dazi annunciati da Donald Trump verso l’Europa rischiano di mettere a rischio “150mila posti di lavoro, da nord a sud”. Così all’Adnkronos, Pasquale Lampugnale, vicepresidente di Confindustria Piccola Industria e ceo di Sidersan. “Un duro colpo all’esportazione”, sottolinea, in quanto l’Italia “è il secondo paese manifatturiero d’Europa, ha un valore di esportazioni pari a 650 miliardi, di cui 65 verso gli Stati Uniti. Questa tassa messa sui nostri prodotti italiani riduce potenzialmente fino al 20% l’export”. “Non c’è un settore che venga esentato da questa problematica. È un duro colpo per le grandi e le piccole imprese che sono innestate nelle grandi filiere industriali, e che direttamente e indirettamente vivono anche di esportazione”, conclude.
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