(Articolo pubblicato su L’Economista, inserto de Il Riformista)
Negli ultimi anni, la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico è tornata ad avere un ruolo centrale nelle politiche economiche nazionali. Con oltre 1,5 milioni di immobili pubblici, l’Italia possiede un patrimonio enorme, spesso sottoutilizzato o in stato di abbandono. Per Mario Valducci, presidente di INVIMIT Sgr, «il problema non è tanto la quantità, ma la capacità di trasformare un’eredità immobiliare passiva in un motore per la crescita, la sostenibilità e la coesione sociale».
INVIMIT, società del Ministero dell’Economia e delle Finanze, è stata fondata proprio per questo: valorizzare il patrimonio immobiliare pubblico, contribuire alla riduzione del debito e, al contempo, sostenere lo sviluppo dei territori. «L’immobiliare pubblico non può sottrarsi alla logica della pianificazione – afferma Valducci –. Servono visione, strumenti finanziari adeguati e una governance che metta in dialogo pubblico e privato». Un’azione che si basa su una logica strutturale: «Non possiamo limitarci a interventi sporadici: servono cicli continuativi, una visione pluriennale e un approccio integrato che tenga insieme aspetti urbanistici, finanziari e sociali».
In quest’ottica si inserisce la missione REgenera, una delle iniziative chiave promosse da INVIMIT per attivare processi di valorizzazione condivisi. «REgenera è il nostro strumento operativo per la rigenerazione del patrimonio pubblico in disuso. Coinvolgiamo operatori privati, enti locali e investitori per costruire insieme progettualità concrete», spiega Valducci. Attualmente la missione riguarda 30 immobili distribuiti in 10 regioni italiane, tra cui Piemonte, Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Marche, Abruzzo, Emilia-Romagna, Veneto e Puglia.
La selezione degli asset segue criteri strategici, territoriali e funzionali. Per cinque di essi sono già stati assegnati i progetti di rifunzionalizzazione, due sono in fase di valutazione delle offerte ricevute, mentre tredici stanno per entrare nella fase pubblica. «Dieci immobili sono stati appena pubblicati – aggiunge Valducci – e attendono proposte da parte del mercato. La risposta che stiamo ricevendo è incoraggiante: operatori qualificati ci presentano soluzioni innovative e sostenibili».
REgenera non è solo una piattaforma di cessione o dismissione. Al contrario, punta a mettere in rete strumenti, competenze e risorse per creare impatti positivi. «Rigenerare non vuol dire semplicemente ristrutturare un edificio. Significa restituirgli una funzione, integrarlo nel tessuto urbano, renderlo utile alla comunità. Che sia un centro servizi, uno studentato, uno spazio culturale o un hub per l’innovazione».
Per raggiungere questi obiettivi, INVIMIT lavora su più fronti: dalla consultazione pubblica al confronto diretto con il territorio, fino all’accompagnamento progettuale. «Attiviamo tavoli di lavoro, organizziamo incontri tecnici e pubblichiamo tutte le informazioni sui nostri canali. La trasparenza è alla base di tutto. Chi lavora con noi deve sapere dove siamo, cosa facciamo e con quali criteri selezioniamo i progetti».
Oltre al recente incontro nazionale con ANCE, INVIMIT ha avviato una vera campagna di ascolto nei territori. «Siamo stati in Umbria, a Perugia, nella sede di Confindustria regionale, dove abbiamo presentato REgenera a oltre 50 imprenditori del territorio. Lo stesso modello lo abbiamo replicato a Bari, dove abbiamo anche effettuato un sopralluogo sull’ex Manifattura Tabacchi, uno dei progetti in stato più avanzato, e incontrato operatori locali nella sede congiunta di Confindustria e ANCE». Il dialogo con le realtà locali è una componente essenziale della missione: «Solo ascoltando chi vive e conosce il territorio possiamo costruire interventi credibili, utili e duraturi».
L’approccio partecipativo e multilivello trova una sintesi nel percorso avviato con ANCE. «È stata un’occasione preziosa per illustrare le opportunità concrete e, soprattutto, ascoltare le imprese. Vogliamo costruire un rapporto strutturato con chi ha competenze e visione per realizzare interventi di qualità».
Per INVIMIT, il confronto con il sistema produttivo rappresenta l’inizio di un percorso più ampio di collaborazione. «Le imprese sono partner fondamentali per rendere attuabili le nostre strategie. È con loro che possiamo davvero accelerare la trasformazione del patrimonio pubblico», afferma Valducci.
Il quadro normativo, intanto, fornisce un contesto favorevole: il recente DL PA ha stanziato nuove risorse per i prossimi tre anni, rafforzando la capacità operativa della società. «Ora abbiamo gli strumenti, le risorse e le relazioni per compiere un salto di qualità. Il nostro obiettivo resta lo stesso: attivare valore dove oggi ci sono vuoti urbani e immobili fermi. Lo facciamo con metodo, ascolto e concretezza».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link