Basta ritardi, servono prese di posizione e assunzioni di responsabilità. I sindacati dei metalmeccanici vogliono incontrare le forze politiche di tutti gli schieramenti per discutere della situazione in cui verte l’ex Ilva di Taranto e dei problemi “che si stanno acutizzando sempre più sulla pelle dei lavoratori e della comunità”.
Ferdinando Uliano, Michele De Palma e Rocco Palombella – segretari generali di Fim Fiom e Uilm – lo spiegano al termine del tavolo a Palazzo Chigi, dove i ministri delle Imprese Adolfo Urso e del Lavoro Marina Calderone hanno convocato i sindacati per un aggiornamento sulla vertenza in corso. Presente anche Alfredo Mantovano, Segretario del Consiglio dei ministri, e da remoto il titolare dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
L’incontro, di fatto, era la naturale conseguenza di quello avuto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy in cui gli enti locali hanno trovato la quadra attorno all’impegno comune sulla decarbonizzazione dello stabilimento tarantino ma non ancora sull’accordo di programma. Ma secondo i sindacati, dopo il confronto di Palazzo Chigi, ci sono ancora troppe questioni irrisolte. Da qui la richiesta di incontrare i gruppi parlamentari di maggioranza e opposizione “alla luce dello scenario drammatico prospettato”. I metalmeccanici sono chiari, chiedono un piano di decarbonizzazione e garanzia occupazionale per tutti gli addetti dell’ex Ilva, dei servizi e degli appalti. E lo fanno con una piattaforma unitaria, sempre più stanca dei tanti rinvii. “Vogliamo certezze, non è possibile che in questo momento lo Stato sia diviso sul diritto dei lavoratori e dei cittadini di avere un posto sano e salubre dove vivere”, spiega De Palma. “L’incontro non è andato bene. Questo è il momento della chiarezza, non possiamo più accettare giochi sulla pelle dei lavoratori”, insiste Palombella. Mentre Uliano chiama in causa anche il sindaco di Taranto Piero Bitetti, prima dimessosi e poi tornato sui suoi passi: “Basta giochi e interessi di bottega, visto che poi saremo noi a dover smazzare esuberi e licenziamento. Così non ci stiamo, bisogna far quadrare il cerchio su tutti gli aspetti. Anche il sindaco si deve assumere la responsabilità, basta giochetti, ‘prima mi dimetto e poi no’”.
Nell’incontro il governo ha illustrato ai sindacati il piano che prevede la realizzazione di tre forni elettrici nella città di Taranto, di un quarto eventualmente a Genova e la costruzione a Taranto del polo del Dri per il preridotto che alimenterà i forni elettrici. Il piano è stato condiviso dai sindacati. L’esecutivo ha poi presentato gli elementi che saranno contenuti nell’aggiornamento del bando di gara per la vendita degli impianti. Ed è qui che i sindacati hanno richiesto che, tra le condizioni di gara, sia prevista espressamente la massima tutela dei livelli occupazionali. De Palma intanto auspica l’intervento di una società partecipata pubblica: “Sarebbe l’unico elemento di garanzia, ma su questo non stiamo avendo risposte”. Per questo è stato chiesto un confronto alle forze politiche. “Lo Stato deve assumersi le sue responsabilità. Bisogna sapere dove stiamo andando e confrontarci nel merito. La decarbonizzazione, si fa o no? Gli occupati, rimangono o no? Servono i fatti e i piani, basta col gioco del cerino in mano”. “Il governo si deve assumere la responsabilità di una strategia nazionale sulla siderurgia”, aggiunge Uliano. “Non saremo testimoni passivi di una strage”, conclude Palombella.
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