Secondo le proiezioni il numero di nuovi casi di cancro nel mondo potrebbe salire da 19 a 33 milioni entro il 2050
Quasi la metà dei decessi per tumore nel mondo è attribuibile a cause che si possono prevenire. A metterlo nero su bianco, confermando quello che numerosi studi hanno accertato nel corso degli ultimi decenni, sono stati l’American Cancer Society, l’Unione internazionale per il controllo del cancro (UICC) e l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) nel nuovo Cancer Atlas, il rapporto periodico che fornisce una panoramica sull’incidenza del cancro nel mondo attraverso grafici, statistiche e mappe sulla distribuzione geografica della malattia e dei fattori di rischio.
Tumori: la metà dei decessi è dovuta a cause evitabili
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Il rapporto, giunto alla sua quarta edizione, indica quali sono ad oggi i principali fattori di rischio modificabili, quelli su cui possiamo intervenire nel corso della nostra vita per ridurre il più possibile il rischio di sviluppare un tumore, dal fumo agli agenti infettivi, dal sovrappeso all’obesità, passando per una dieta non equilibrata, la sedentarietà, l’abuso di alcol e l’esposizione alle radiazioni ultraviolette.
Il fumo: prima causa di morte per tumore
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Nonostante decenni di allarmi, il tabacco resta il fattore di rischio più letale, responsabile da solo di circa 2 milioni di decessi ogni anno, pari a un quinto delle morti per cancro a livello globale. Il tumore al polmone, strettamente legato al fumo, provoca oltre 1,2 milioni di vittime l’anno. Le stime più recenti ci dicono che il fumo è alla base di almeno 17 diversi tipi di cancro, un aspetto che secondo gli esperti dovrebbe renderlo la priorità assoluta per qualsiasi strategia di prevenzione oncologica.
Subito dopo il fumo ci sono gli agenti infettivi, una causa importante e spesso trascurata. Tra gli uomini, si legge nel rapporto, i principali responsabili sono l’Helicobacter pylori e i virus dell’epatite B e C, associati a tumori dello stomaco e del fegato. Tra le donne, invece, il Papillomavirus umano (HPV) è la principale minaccia, legata al carcinoma della cervice uterina. Per tutti questi agenti esistono misure di prevenzione efficaci, come le vaccinazioni e lo screening, ma la loro adozione resta insufficiente in molte aree del mondo.
Sovrappeso, obesità e alcol
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Anche il sovrappeso e l’obesità hanno un impatto crescente, soprattutto nei Paesi ad alto reddito, dove possono causare fino all’8% dei decessi per tumore. In particolare, dicono gli esperti, il grasso corporeo in eccesso è fortemente associato al tumore dell’utero (40%), del rene (19%) e dell’esofago (18%). A questi si aggiunge l’alcol, che da solo è responsabile di un altro 4% dei decessi per cancro.
Melanoma: il ruolo delle radiazioni ultraviolette
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Nella lista sono presenti anche le radiazioni ultraviolette, principale fattore di rischio per il melanoma, un tipo di cancro della pelle in costante aumento. Secondo le stime più recenti le radiazioni ultraviolette sarebbero responsabili del 90% dei casi di melanoma, con oltre 59.000 decessi ogni anno attribuiti a questa forma tumorale.
Ahmedin Jemal, direttore del dipartimento Surveillance & Health Equity Science dell’American Cancer Society, ha sottolineato come “una quota sostanziale di tumori in ogni paese” possa “essere prevenuta attuando misure di prevenzione”. Spesso, però, “queste misure non sono attuate in modo ottimale in molti paesi a causa della mancanza di volontà politica”.
Dati alla mano, gli esperti mettono in guarda le autorità sanitarie mondiali da uno scenario allarmante: se non verranno messe in campo strategie efficaci, secondo le proiezioni il numero di nuovi casi di cancro nel mondo potrebbe salire da 19 a 33 milioni entro il 2050, con i decessi annuali destinati ad aumentare da 10 a 18 milioni.
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