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Finanziamenti imprese 2025, i settori in cui conviene investire


È più semplice ottenere finanziamenti per le imprese nel 2025. Gli ultimi dati sono incoraggianti: i crediti ottenuti sono stabili, ma crescono gli importi erogati. Tuttavia, prima di chiedere un finanziamento occorre valutare bene il proprio progetto e analizzare i trend di mercato, così da minimizzare il rischio di fallimento.

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Finanziamenti per le imprese 2025: i dati

L’Osservatorio sulle Imprese realizzato da CRIF conferma il buon andamento dei primi tre mesi del 2025 sul fronte del credito. Se infatti emerge una sostanziale stabilità (+ 0,02%) nel numero di finanziamenti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, a rilevare in maniera incoraggiante è soprattutto la crescita dell’importo erogato, maggiore dell’8,6% su base annua.

In sostanza, l’incremento dell’importo erogato a fronte di una stabilità delle pratiche indica che le imprese stanno accedendo a crediti di importi mediamente più elevati, suggerendo a sua volta la possibilità di sostegno di progetti di maggiore rilevanza e una ritrovata fiducia degli investimenti, nonostante il clima di evidente incertezza. D’altro canto, la stabilità nel numero delle pratiche di finanziamento potrebbe invece suggerire la scelta delle banche di confermare una buona selezione dell’accesso al prestito, consolidando il consueto spessore delle maglie creditizie.

Poche le differenze in termini di forme giuridiche: le società di capitali hanno infatti ottenuto finanziamenti maggiori dell’8,6% su base annua, contro il + 8,5% di società di persone e ditte. Più evidente è invece il diverso andamento per quanto attiene il numero di pratiche: cresce dello 0,8% il numero dei finanziamenti erogati per le società di capitali, mentre cala dell’1% il numero di contratti erogati a ditte e società di persone.

I settori in cui conviene investire nel 2025

A patto che non si tratti di fondo perduto, ottenere un finanziamento per le imprese è solo uno dei tasselli per la buona riuscita di un progetto. Scegliere un mercato in crescita, infatti, è essenziale avere maggiori opportunità di ritorno economico. Viceversa, il finanziamento stesso può rivelarsi un boomerang. L’analisi delle prestazioni delle società di capitali per singoli settori economici, a tal proposito, risulta particolarmente utile.

Le costruzioni

Il primo focus è certamente ascrivibile al settore delle costruzioni, reduci da un triennio di forte crescita grazie alla spinta delle agevolazioni fiscali. Nel 2024 il settore ha invece espresso segnali di forte rallentamento proprio per il parziale venire meno del precedente sistema di incentivazioni. Il primo trimestre 2025 ha confermato questo trend, con un andamento negativo (-12,1% nel calo degli importi erogati nel trimestre) che è stato solo parzialmente compensato dalla crescita degli investimenti in opere pubbliche finanziate mediante il PNRR.

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Il dato è stato tutt’altro che imprevedibile, anzi, e sottolinea la dipendenza eccessiva del comparto dagli incentivi pubblici. Il parziale sostegno del PNRR può fornire un supporto di breve termine, ma è evidente che il settore sarà presto chiamato a puntare su altre linee di supporto come le ristrutturazioni private in un’ottica di miglioramento dell’efficienza energetica, come da obiettivi comunitari.

L’impiantistica

Strettamente collegato alle costruzioni – e, come questo, penalizzato dalla riduzione delle agevolazioni fiscali – è anche il settore dell’impiantistica: il primo trimestre 2025 si caratterizza infatti per un dato negativo (-2,5%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con una tendenza opposta rispetto al totale delle società di capitali.

La minore incidenza del dato negativo rispetto alle costruzioni non stupisce: il settore dell’impiantistica è infatti ben più diversificato del primo e, peraltro, beneficia in modo crescente della transizione energetica in corso e degli investimenti in rinnovabili, che stanno compensando parzialmente la perdita delle incentivazioni fiscali.

Il tessile e l’abbigliamento

Tra gli altri settori in controtendenza c’è anche quello del tessile e dell’abbigliamento: nei primi tre mesi del 2025 si è registrata una flessione del 15% negli importi erogati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, frutto di una domanda che sembra ancora incapace di mostrare decisi segni di tenuta, soprattutto per quanto attiene i mercati internazionali.

La meccanica strumentale

Passiamo dunque ai settori che chiudono i primi tre mesi dell’anno con un segno positivo. Tra essi c’è sicuramente quello della meccanica strumentale, con un erogato che supera la media delle società di capitali (+11,7%) grazie anche – si legge nel report CRIF –alle migliori condizioni di accesso al credito rispetto a inizio 2024. Non è però escluso che il settore possa andare incontro a un rallentamento nei prossimi mesi: essendo fortemente esposto ai mercati internazionali, su di esso pesano le previsioni sugli effetti dei dazi introdotti. 

Sebbene il settore si confermi essere una delle eccellenze tricolori, infatti, appare chiaro come la forte esposizione estera sia contemporaneamente un’opportunità e un rischio: le tensioni commerciali e tariffarie richiederanno dunque alle nostre aziende una strategia di diversificazione geografica più intensa di quanto finora realizzato e, ulteriormente, un maggiore investimento nell’innovazione, necessario per mantenere un vantaggio competitivo. 

Ad ogni modo, i dati forniti da CRIF per il primo trimestre 2025 mostrano complessivamente un’economia a due velocità: alcuni settori (come la meccanica) hanno trainato la crescita, mentre altri (come le costruzioni) sono andati incontro a prevedibili difficoltà. L’obiettivo del sistema economico italiano sarà ora quello di consolidare la ripresa selettiva, puntando su una migliore qualità degli investimenti e sulla diversificazione dei settori.

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