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L’Accordo di Associazione UE non è il motore del rating di S&P Global Ratings da BBB-/A-3 a BBB+/A-2. La verità sul doppio upgrade di San Marino … di Marco Severini, direttore GiornaleSM


C’è un vizio antico della politica sammarinese che, come un riflesso condizionato, si manifesta ogni volta che c’è da commentare un fatto positivo per il Paese: attribuirne meriti a scelte ideologiche o geopolitiche che nulla hanno a che fare con la realtà dei fatti.

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Così è successo con l’annuncio, da parte della Segreteria di Stato per le Finanze, dell’upgrade del rating di San Marino da parte di S&P Global Ratings: da BBB-/A-3 a BBB+/A-2, un doppio salto che, va detto con chiarezza, non ha nulla a che vedere con l’Accordo di Associazione con l’Unione Europea.

Lo stesso comunicato di S&P, ripreso a spezzoni da fonti autorevoli come Reuters e Investing.com, è piuttosto chiaro: l’upgrade è frutto di un miglioramento tangibile dei fondamentali economici, a partire dalla forte riduzione del debito netto (ipotizzando l’uso dei fondi pensione che è tutto da vedere), dal miglioramento dei conti correnti esteri, dalla ristrutturazione del sistema bancario e dall’implementazione di alcune riforme interne, come quella del mercato del lavoro e del sistema pensionistico. Tutti elementi concreti, numeri alla mano.

Nel comunicato reso pubblico, S&P attribuisce il doppio upgrade (da BBB-/A-3 a BBB+/A-2) principalmente a:

– forte avanzo dei conti correnti esteri (22,4% del PIL),

– previsione di riduzione del debito netto (circa 32% entro 2027/28) grazie al possibile uso dei fondi pensione.

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– consistente riduzione degli NPL (da ~56% a ~17,7%),

– attuazione di riforme strutturali sul lavoro e sulle pensioni

L’Accordo di Associazione con l’UE viene citato solo in forma ipotetica, come possibile elemento di crescita futura, ma non è elencato come causa effettiva dell’upgrade

L’Accordo di Associazione con l’UE, invece, viene menzionato solo marginalmente, come ipotesi futura, come potenziale fattore di stabilità o catalizzatore per l’integrazione economica. Nessuna correlazione causale, nessuna incidenza reale sulla valutazione attuale. Eppure, dalla Segreteria di Stato alle Finanze parte il solito messaggio propagandistico: l’accordo UE viene presentato come una specie di bacchetta magica, il cui solo annuncio basterebbe a risollevare le sorti del Paese e garantirne la proiezione internazionale.

E il nervosismo di certa politica di fronte all’ipotesi che un referendum possa rimettere in discussione l’Accordo di Associazione ne è la dimostrazione. La paura fa 90, dice il proverbio. E se a promuovere la consultazione popolare sono cittadini e partiti politici, come il Partito Socialista, allora la reazione scomposta diventa sintomatica.

In un Paese libero, un referendum su un tema così rilevante non solo è legittimo: è doveroso. Perché è troppo facile riempirsi la bocca con parole come “integrazione”, “futuro” e “governance europea”, ma rifiutare il confronto con i contenuti reali dell’accordo, i suoi 25 capitoli tecnici, i suoi effetti vincolanti. Il cittadino ha il diritto di sapere. Ha il diritto di scegliere.

E allora diciamolo: non è stato l’Europa a farci promuovere. È stata San Marino, con la previsione sui conti pubblici, con la ristrutturazione del sistema bancario, con la trasparenza sui dati, con il controllo dei crediti deteriorati, a meritarsi il plauso di S&P.

L’Europa, semmai, è ancora un’ipotesi tutt’altro che scontata. E se si vuole davvero fare questo passo, lo si faccia con la testa, non per fede. Con la consapevolezza, non per paura di restare fuori.

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Marco Severini – direttore del GiornaleSM

Ecco cosa dice INVESTING.COM, che non è il comunicato ufficiale di S&P

”S&P Global Ratings has raised its long- and short-term foreign and local currency sovereign credit ratings on the Republic of San Marino to ’BBB+/A-2’ from ’BBB-/A-3’ with a stable outlook.

The upgrade reflects improved external and net debt data, with  now expecting San Marino’s net government debt-to-GDP ratio to reach about 32% in 2027 and 2028, significantly lower than its previous estimate of about 60%.

According to newly released external data, San Marino posted a current account surplus of 22.4% of GDP in 2023, up from 13.6% in 2022. The country also maintains a strong international net creditor position, supporting S&P’s positive assessment of its external position.

The rating agency cited San Marino’s wealthy economy, stable institutions, strong fiscal performance, and improving banking sector as key strengths. The country’s GDP per capita is estimated at about $59,700 for 2024.

S&P forecasts real GDP growth to average 1.1% over 2025-2028, with unemployment expected to remain below 4% during this period. The economy has shown resilience despite adverse effects from the war in Ukraine and monetary policy tightening.

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The banking sector has made progress in reducing non-performing exposures (NPEs), with the gross NPE ratio declining to 17.7% as of March 2025 from 56.2% at the end of 2022. This improvement follows the establishment of the asset management company Società di Gestione degli Attivi (SGA).

S&P expects San Marino’s general government budget deficits to remain contained and average below 1% of GDP in 2025-2028, supported by steady nominal GDP growth and conservative spending management.”

 

TRADUZIONE DALL’INGLESE ALL’ITALIANO:

S&P Global Ratings ha alzato i rating di credito sovrano a lungo e breve termine in valuta estera e locale della Repubblica di San Marino a ‘BBB+/A-2’ da ‘BBB-/A-3’, con outlook stabile.

L’upgrade riflette il miglioramento dei dati sul debito netto e sulla posizione esterna. S&P prevede ora che il rapporto debito netto del governo/PIL di San Marino raggiungerà circa il 32% nel 2027 e 2028, un valore significativamente più basso rispetto alla precedente stima, che era di circa il 60%.

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Secondo i nuovi dati pubblicati sulla posizione esterna, San Marino ha registrato un surplus di conto corrente pari al 22,4% del PIL nel 2023, in aumento rispetto al 13,6% del 2022. Il Paese mantiene inoltre una forte posizione netta di creditore internazionale, che supporta la valutazione positiva di S&P sulla sua posizione esterna.

L’agenzia di rating ha citato tra i principali punti di forza di San Marino la ricchezza economica, la stabilità istituzionale, le solide performance fiscali e il miglioramento del settore bancario. Il PIL pro capite è stimato intorno ai 59.700 dollari per il 2024.

S&P prevede che la crescita reale del PIL si attesterà in media all’1,1% tra il 2025 e il 2028, con un tasso di disoccupazione inferiore al 4% nello stesso periodo. L’economia ha mostrato resilienza nonostante gli effetti negativi della guerra in Ucraina e l’inasprimento della politica monetaria.

Il settore bancario ha compiuto progressi nella riduzione delle esposizioni deteriorate (NPE), con un calo del rapporto lordo NPE al 17,7% a marzo 2025, rispetto al 56,2% alla fine del 2022. Questo miglioramento è stato reso possibile dalla creazione della Società di Gestione degli Attivi (SGA).

S&P prevede che i disavanzi di bilancio del governo generale rimarranno contenuti e in media inferiori all’1% del PIL nel periodo 2025-2028, grazie alla crescita nominale costante del PIL e alla gestione prudente della spesa.

L’agenzia di rating ha osservato che il prossimo Accordo di Associazione di San Marino con l’Unione Europea, che dovrebbe entrare in vigore all’inizio del 2026, potrebbe offrire un potenziale miglioramento delle stime di crescita, consentendo alle imprese sammarinesi un maggiore accesso ai mercati europei.

L’outlook stabile riflette l’aspettativa di S&P di finanze pubbliche stabili, una forte posizione esterna e una graduale risoluzione delle criticità ancora esistenti nel settore bancario.”

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Quindi l’Accordo di Associazione con l’UE viene citato solo in forma ipotetica, come possibile elemento di crescita futura (anche se è da vedere), ma non è elencato come causa effettiva dell’upgrade



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