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Regolamento per gli incentivi alla residenzialità nei centri storici, forse eccessive le aspettative per una misura tutta da verificare nell’attuazione e negli effetti


Il Consiglio comunale di Ragusa ha approvato all’unanimità, nella seduta del 28 luglio, il nuovo regolamento che disciplina la concessione di contributi per il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio nei centri storici.
Una misura che l’amministrazione considera strategicamente fondamentale il rilancio delle aree più antiche e identitarie della città, da Ragusa superiore a Ragusa Ibla, è scritta in una nota che già evidenzia una prima contraddizione: il centro storico da rilanciare in termini di residenzialità e presenza di operatori commerciali è quello di Ragusa superiore, quello in crisi totale, non certo quello di Ibla, dove i benefici della 61/81 hanno riqualificato il patrimonio artistico e architettonico, quello edilizio e i settori della ristorazione, della somministrazione e della ricettività.
Il problema è, di certo, legato al previsto utilizzo dei fondi della Legge su Ibla, perché non è che il Comune abbia deciso di stanziare somme per la residenzialità in centro storico, ha solamente destinato all’uopo i fondi della 61/81. Niente di trascendentale, quindi.
Per il sindaco Cassì l’0biettivo è quello di contrastare lo spopolamento, favorire il ritorno alla residenza stabile, incentivare il recupero dell’edilizia esistente e promuovere una rigenerazione urbana che tenga insieme sostenibilità, vivibilità e memoria.
Senza ancora effetti tangibili, lo Studio di dettaglio, messo a punto nei primi 5 anni di mandato ha identificato 5.300 immobili non qualificati sui 6.137 del Centro come oggetto di possibili interventi di ristrutturazione, il nuovo regolamento coinvolge anche Ibla e fissa le regole per accedere ai contributi definendo una serie di interventi ammissibili: dalla ristrutturazione edilizia al miglioramento sismico, passando per l’efficientamento energetico, il recupero architettonico dei prospetti, la sistemazione degli spazi esterni, l’adeguamento impiantistico”.
Beneficiari potranno essere cittadini privati, condomìni, cooperative edilizie e imprese che intendano acquistare immobili nei centri storici per destinarli alla residenza. I contributi saranno modulati sulla base della tipologia dell’intervento, della posizione dell’immobile e del suo valore storico o architettonico.
Il regolamento distingue due tipologie di intervento: recupero degli interni, con contributi fino al 30% delle spese sostenute, per un massimo di 35.000 euro; recupero dei prospetti e/o coperture, sempre fino al 30% della spesa, con un tetto massimo di 20.000 euro (25.000 per edifici di pregio).
Successivamente, saranno messi a punto altri due regolamenti, per incentivare l’insediamento di giovani in centro storico e sostenere in questo gli studenti che vorranno iscriversi nei corsi di laurea presenti in città.

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Da troppo tempo, ormai, ci sono promesse e proclami sul rilancio del centro storico, si inizia con l’ex cinema Marino che deve diventare teatro, si prosegue con le iniziative del Centro Commerciale Culturale e dell’Ufficio anagrafe trasferito nei locali della ex biblioteca, si continua con l’idea di utilizzare gli spazi dei piani superiori del Palazzo delle Poste, con il piano terra del Palazzo Comunale che dovrebbe diventare sede espositiva, ma poco cambia, la desertificazione residenziale e commerciale dilaga, iniziative come quella di ‘Sto a Ragusa’ non si rivelano determinanti, lo Studio di Dettaglio non ha sortito effetti.
Conveniamo che il centro storico non è problema che si risolve con un colpo di bacchetta magica, ma non ci si può esimere dal rilevare l’inadeguatezza di chi avrebbe dovuto porre argine al declino.
Oggi siamo davanti all’ultima trovata di questa amministrazione, un regolamento per la concessione di contributi per il recupero dell’edilizia abitativa nel centro storico.
Una misura, al momento teorica, senza uno stanziamento preciso che non solo non potrà subire integrazioni ove la domanda fosse alta, al contrario, in questo caso, sarebbe dimezzata l’entità dei contributi.
Ma un regolamento su cui si sono buttati maggioranza e opposizioni, con esagerato entusiasmo.
La maggioranza vede un passo concreto per il rilancio dei nostri quartieri più identitari, comprensibile la difesa di assessori e consiglieri di maggioranza, serve qualcosa per continuare a imbonire l’elettorato.
Desta non poche perplessità la collaborazione delle minoranze, nella stesura del regolamento, nelle modifiche in sede di commissione, con emendamenti finalizzati a farsi vedere protagonisti e convinti sostenitori di una iniziativa della giunta comunale che sarebbe oltremodo facile criticare evidenziando i punti deboli, un lavoro normale di minoranza, di opposizione.
Invece sono le minoranze che esaltano il lavoro congiunto, i contributi delle diverse parti politiche di opposizione.
Non è la prima volta che le opposizioni sgomitano per condividere iniziative dell’amministrazione, convinte che far vedere all’elettorato che si lavora comunque per il bene comune, per la collettività, come sia produttivo dal punto di vista dei consensi e della considerazione dei cittadini.
Una teoria farneticante, dal dubbio esito, che prima o poi sarà messa alla prova.
Il regolamento, ancora senza misure attuative, viene considerato uno strumento efficace per gli obiettivi citati, ma le perplessità sono molte: soggetti e famiglie con adeguate risorse economiche non aspettano, certo, gli incentivi per tornare in centro storico, chi ha necessità del contributo deve affrontare spese per oltre 160.000 euro per ottenere la massima erogazione, solo patiti del centro storico potrebbero pensare di affrontare un simile impegno, ma finora se ne sono visti pochissimi.
E una misura che non entusiasmerà e, di conseguenza, non sarà risolutiva del declino del centro storico, ci sono stati tentativi di illudere con “Sto a Ragusa”, peraltro con dotazioni irrisorie, non ha avuto effetti lo Studio di Dettaglio, la zona di via Ecce Homo / via Matteotti non accenna a decollare in termini di presenza, sempre più preda di extracomunitari e di gente di malaffare, senza i minimi requisiti di sicurezza, neanche il Presidio di Polizia Locale è stato determinante per una inversione di rotta, anche gli operatori della ristorazione e della somministrazione accusano cali di fatturato, qualche nuova attività non riesce a compensare le sempre crescenti saracinesche abbassate.
Una iniziativa che non si può considerare vincente bene farebbero le minoranze a pensare ad una opposizione più concreta che non può essere e non deve essere finalizzata a mandare a casa il sindaco ma deve solo esclusivamente mettere a nudo le criticità, i vuoti del potere, le difficoltà ad attuare il programma elettorale, per creare le basi di un consenso rivolto ad altre forze politiche.
Appoggiare il sindaco, gli assessori, collaborare con la maggioranza non è certo la strategia ideale.


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