Negli ultimi dieci anni, il marketing digitale ha vissuto una crescita senza precedenti. Strumenti come i social media, le campagne sponsorizzate, le newsletter automatizzate e il content marketing hanno rivoluzionato il modo in cui le imprese comunicano con il proprio pubblico. Ma in questo scenario sempre più affollato e impersonale, sta emergendo una nuova esigenza: recuperare la dimensione umana della relazione d’impresa.
Oggi, soprattutto nelle PMI italiane, si riscopre il valore della relazione autentica, del contatto personale, della cura del dettaglio. E questo ritorno alla comunicazione umana sta portando alla ribalta strumenti inaspettati, come il corporate gifting: il dono aziendale strategico.
L’evoluzione della comunicazione d’impresa
La pandemia ha accelerato la digitalizzazione, ma ha anche evidenziato i limiti della comunicazione automatizzata. Il bisogno di empatia, autenticità e contatto è cresciuto. I clienti oggi non cercano solo efficienza: vogliono sentirsi considerati.
Secondo il report 2023 State of the Connected Customer di Salesforce, l’88% dei clienti afferma che l’esperienza che un’azienda offre è importante quanto i suoi prodotti o servizi. Non si tratta più solo di cosa vendi, ma di come lo comunichi e come fai sentire chi ti sceglie.
Ecco perché molte imprese stanno iniziando a rivalutare i gesti fisici e simbolici. Il dono è uno di questi: concreto, memorabile, umano.
Corporate gifting: un linguaggio relazionale
Il corporate gifting è l’atto di donare oggetti, esperienze o prodotti personalizzati a clienti, fornitori, collaboratori o stakeholder con l’obiettivo di rafforzare le relazioni e comunicare i valori aziendali.
Non si tratta di semplice omaggio promozionale, ma di una forma di comunicazione relazionale: un linguaggio fatto di cura, attenzione e coerenza. In una realtà come quella italiana, dove le relazioni personali e professionali si intrecciano spesso, il gesto del dono assume un significato profondo.
Il corporate gifting può avere molteplici obiettivi:
- Fidelizzare un cliente strategico
- Ringraziare un partner commerciale
- Motivare un collaboratore
- Celebrare una ricorrenza o un risultato
Se ben progettato, diventa uno strumento di branding esperienziale e un segnale chiaro di leadership attenta e umana.
Perché funziona: l’impatto emotivo del dono
Le neuroscienze e la psicologia del comportamento ci dicono che il dono attiva meccanismi di gratitudine, reciprocità e memoria emotiva. In particolare:
- Stimola il rilascio di dopamina (piacere) e ossitocina (fiducia)
- Crea un’associazione positiva tra brand e persona
- Genera un ricordo più duraturo rispetto a una semplice comunicazione digitale
Un regalo ben scelto può diventare un vettore emotivo, capace di raccontare il posizionamento e i valori dell’azienda. Dal packaging al messaggio allegato, ogni dettaglio è una forma di storytelling tangibile.
Quando comunicare significa anche donare
In questo contesto, il corporate gifting non è solo un’azione collaterale del marketing, ma una vera estensione della comunicazione istituzionale. Soprattutto in momenti simbolici come il Natale, ma anche nel ciclo vitale di un rapporto professionale (onboarding, anniversari, chiusura di progetti), donare con intelligenza è un atto strategico.
Esistono molte modalità per farlo, ma ciò che conta è che il dono sia coerente con l’identità dell’impresa. Che racconti chi sei, senza bisogno di slogan.
Chi desidera approfondire questi aspetti e consultare esempi pratici, approfondimenti e tendenze sul tema, può trovare utili informazioni sul corporate gifting direttamente nella sezione dedicata del blog di QuBox, dove il tema è trattato con taglio strategico e aggiornamenti costanti.
La comunicazione che lascia il segno
In un’epoca di automazioni e algoritmi, il vero vantaggio competitivo sta nell’umanità. Comunicare in modo autentico, con gesti che parlano alla persona e non solo al cliente, è oggi una delle strade più efficaci per costruire fiducia e differenziazione.
Il corporate gifting rappresenta una di queste strade. Un modo concreto per tornare a parlare il linguaggio più potente: quello delle relazioni.
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