- “Il tunnel del Monte Croce non è più un sogno, ma una necessità concreta. E oggi, da Udine, parte un segnale forte per l’Europa delle Regioni”. Così il vicepresidente del Consiglio regionale Stefano Mazzolini ha aperto il tavolo operativo che ha riunito, su impulso della Camera di Commercio Pordenone-Udine, istituzioni, imprese e rappresentanti del territorio per accelerare la realizzazione del traforo da 4,1 km sotto il Passo di Monte Croce Carnico. “Sono stato il primo a crederci, quando questo progetto sembrava utopia – ha ricordato –. Oggi registriamo un consenso politico, economico e popolare praticamente unanime. Questo ci incoraggia ad andare avanti con determinazione: è il momento di agire, per la sicurezza dei nostri territori e per uno sviluppo europeo davvero integrato”.
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Da Pozzo: “Un’infrastruttura che riguarda tutta la regione, non solo la Carnia”
A fare da padrone di casa all’incontro è stato Giovanni Da Pozzo, presidente della Camera di Commercio, che ha parlato di punto di svolta dopo decenni di dibattito. “Il passo di Monte Croce è un’infrastruttura transnazionale che riguarda turismo, industria e logistica – ha detto –. Questa non è una questione solo della Carnia, ma dell’intera regione. Con l’incontro di oggi, abbiamo delineato il progetto: chiaro, condiviso, sostenibile”. Da Pozzo ha ribadito l’importanza del dialogo con la Carinzia e ha lodato la capacità del territorio di fare rete: “Ringrazio i sindaci, la Comunità di montagna, la Regione. Senza la loro spinta, non saremmo arrivati fin qui”.
Amirante: “Il traforo in quota è la soluzione più sostenibile e concreta”
A spiegare i dettagli tecnici dell’opera è stata l’assessora regionale alle Infrastrutture Cristina Amirante, che ha confermato l’esclusione dell’ipotesi di galleria di base da 8,5 km.
“La galleria da 4,1 km, più alta, sarà percorribile tutto l’anno, ma non dedicata al traffico pesante. È la scelta più rapida, sostenibile e compatibile con le caratteristiche del territorio. E potrà contare su una copertura fino all’85% da fondi europei”. Secondo Amirante, l’attuale viabilità del passo non è più compatibile con le esigenze moderne di sicurezza e continuità: “Serve un collegamento stabile, anche per garantire assistenza medica, servizi, turismo e commercio alle comunità montane”.
Confindustria: “Serve subito, per sicurezza e sviluppo”
Anche il mondo produttivo ha espresso pieno sostegno all’opera. Luigino Pozzo, presidente di Confindustria Udine, è stato chiaro: “Prima di tutto viene la sicurezza, e oggi la Regione dimostra di voler intervenire con urgenza. Il traforo è un’opera strategica per il rilancio della montagna e dell’intero Friuli. Deve essere realizzato nel minor tempo possibile”.
Le voci critiche: le minoranze chiedono trasparenza
Non sono mancate le richieste di maggior coinvolgimento istituzionale da parte delle opposizioni. La consigliera Serena Pellegrino (Avs) ha chiesto che la questione venga portata in aula, per un confronto pubblico sui costi, l’impatto ambientale e le alternative. “Una scelta di questa portata – ha detto – non può essere decisa in sede tecnica o politica senza trasparenza verso il Consiglio e i cittadini”.
Prossimi passi: intesa con la Carinzia e progetto operativo entro il 2026
Secondo il cronoprogramma condiviso, nei prossimi mesi si aprirà il confronto formale con la Carinzia per definire il tracciato e firmare un’intesa bilaterale. Entro il 2026 è previsto il progetto di fattibilità tecnico-economica, mentre l’avvio dei lavori potrebbe arrivare entro il 2028. Il tunnel si candida a diventare il simbolo della nuova Europa alpina, che unisce territori e popoli attraverso infrastrutture sicure e sostenibili.
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