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oltre 4,6 milioni ai Comuni



Approvata in Conferenza Unificata l’intesa sul decreto per la ripartizione dei fondi per le mense biologiche destinati ai Comuni per l’anno 2025.


Il decreto per il riparto del fondo mense biologiche 2025, predisposto dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) insieme al Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM), ha ottenuto il via libera in Conferenza Unificata e si trova ora nella fase finale dell’iter amministrativo, in attesa della pubblicazione ufficiale in Gazzetta. Il provvedimento rappresenta uno strumento chiave per incentivare l’introduzione e la diffusione dei prodotti biologici nei menu scolastici, con l’obiettivo di coniugare qualità dell’alimentazione e sostegno economico alle famiglie.

Il fondo, che per l’anno 2025 ammonta a 4.603.603 euro, è destinato ai Comuni italiani che gestiscono direttamente o tramite appalti il servizio di mensa scolastica. La finalità è duplice: alleggerire i costi a carico delle famiglie e, allo stesso tempo, educare le nuove generazioni al consumo consapevole di cibo sano e rispettoso dell’ambiente.

Come vengono assegnate le risorse

La somma stanziata viene ripartita su base regionale secondo due criteri fondamentali:

  • Quota principale (86%) – Circa 3,96 milioni di euro saranno distribuiti in proporzione al numero di pasti biologici effettivamente erogati nel corso del 2025. Secondo le stime, si tratta di oltre 54 milioni di pasti. In questa fase, le Regioni fungono da tramite, ma le risorse verranno poi destinate direttamente alle stazioni appaltanti, ovvero i Comuni, che potranno utilizzarle per abbattere le tariffe applicate alle famiglie, rendendo più accessibile il servizio anche per i nuclei con redditi più bassi.

  • Quota promozionale (14%) – I restanti 644.500 euro circa sono riservati a progetti educativi e iniziative di sensibilizzazione nelle scuole, per promuovere la conoscenza dei vantaggi del biologico e rafforzare la cultura dell’alimentazione sostenibile tra bambini e ragazzi. In questo caso, i fondi vengono ripartiti sulla base della popolazione scolastica dell’anno 2024/2025, che secondo i dati del MIM supera i 7,1 milioni di studenti. Le Regioni possono decidere se gestire direttamente queste attività o trasferire le risorse ai Comuni, che potranno attivare laboratori didattici, percorsi formativi o eventi legati al tema della sostenibilità alimentare.

Questo meccanismo mira non solo a favorire l’accesso economico ai pasti scolastici biologici, ma anche a costruire una coscienza alimentare sin dai banchi di scuola, contribuendo alla formazione di cittadini più consapevoli e attenti all’ambiente.

L’allarme dell’Anci: “Così si rischia di compromettere l’intero impianto del fondo”

Nel corso della riunione in Conferenza Unificata, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci) ha espresso preoccupazione per il progressivo depotenziamento del fondo, ribadendo la necessità di ripristinare le risorse originarie. Il taglio, iniziato nel 2020 con la riduzione del plafond da 10 a 5 milioni di euro, ha visto un ulteriore calo nel 2025, con uno stanziamento ridotto a circa 4,6 milioni, e si prevede un ulteriore abbassamento a 3,8 milioni nel 2026, come stabilito dalla legge di bilancio 2024.

Secondo l’Anci, questa tendenza vanifica la funzione sociale del fondo, pensato per garantire un’alimentazione sana a costi contenuti, in particolare nelle aree più fragili. L’associazione ha quindi chiesto al Governo di invertire la rotta e riportare le somme almeno ai livelli precedenti al 2020, in coerenza con gli impegni assunti in materia di salute pubblica, equità sociale e sostenibilità ambientale. A rischio, sottolinea l’Anci, non è solo il sostegno economico alle famiglie, ma l’intero modello educativo legato alla qualità del cibo nelle scuole.

Mense biologiche, il decreto con il riparto fondi 2025 ai Comuni

Qui il documento completo.



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