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Risultati positivi per le imprese nel primo semestre 2025


I dati dell’Osservatorio Congiunturale dei Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio e Confindustria Como

“Un miglioramento rispetto alla fase di moderata decelerazione che aveva contraddistinto la seconda metà del 2024”

LECCO – L’Osservatorio Congiunturale dei Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio e Confindustria Como delinea per il campione di imprese delle tre province, in riferimento al primo semestre 2025, un quadro caratterizzato da indicatori congiunturali in crescita, a fronte di una lieve decelerazione delle performance a livello tendenziale.

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Gli indicatori associati a ordini, produzione e fatturato crescono in media del +4,3% rispetto ai livelli del semestre luglio-dicembre 2024; la variazione mediamente rilevata rispetto al periodo gennaio-giugno 2024 risulta invece pari al -1,1% per domanda e vendite, mentre indica un sostanziale consolidamento (+0,1%) per l’attività produttiva.

Le aspettative riguardo all’evoluzione del business nella seconda metà del 2025 non indicano la prosecuzione della fase positiva registrata nel primo semestre. È infatti indicata stabilità (+0,2%) per gli ordini a fronte di una diminuzione, seppur contenuta (-1% in media) per produzione e fatturato.

La capacità produttiva mediamente utilizzata tra gennaio e giugno 2025 si attesta a circa due terzi del totale (65,6%), in diminuzione di circa un punto percentuale rispetto a quanto esaminato per il secondo semestre 2024 (66,5%). All’interno del campione vi sono differenze nel tasso di utilizzo degli impianti, sia per quanto riguarda la dimensione aziendale, sia suddividendo le imprese in base all’attività merceologica. Le realtà con oltre 50 occupati (73,6%) rivelano un impiego medio superiore a quanto indicato dalle imprese più piccole (60%).

Per quanto riguarda invece il comparto di attività, si registra un tasso di utilizzo del 70,3% per le aziende tessili, del 65,3% per quelle metalmeccaniche e del 67,5% per quelle afferenti agli altri settori. Risulta in crescita, dal 3,7% del precedente Osservatorio al 6%, la q ota di produzione non realizzata internamente dalle imprese ma gestita ricorrendo a pratiche di subfornitura: l’outsourcing produttivo coinvolge prevalentemente partner nazionali (5%) rispetto a quelli esteri (1%).

Oltre un terzo (35,3%) del fatturato realizzato nei primi sei mesi dell’anno è generato con clienti esteri, a conferma della marcata propensione all’internazionalizzazione che da sempre contraddistingue il tessuto produttivo dei territori. Le aziende di medie dimensioni risultano più attive sui mercati oltre confine, con una quota media di oltre la metà (51,8%) del fatturato realizzato all’estero; le realtà fino a 50 occupati sono comunque presenti a livello internazionale, generando quasi un quarto (23,8%) delle proprie vendite al di fuori dell’Italia.

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Fra i mercati serviti, l’Europa Occidentale è l’area dove viene realizzata la metà dell’export, pari ad una quota del 18% del fatturato complessivo. Ulteriori aree di interesse sono rappresentate dall’Est Europa (4,1%), dagli Stati Uniti (4,1%), dai BRICS (2,3%) e dall’Asia Occidentale (2%).

I giudizi sull’evoluzione del fatturato nei mesi finali del semestre, nello specifico tra aprile e giugno 2025, indicano una situazione eterogenea ma dove gli scambi sul mercato domestico sono maggiormente dinamici rispetto a quelli esteri. Le vendite in Italia sono stabili sui livelli dei primi tre mesi dell’anno per il 37,1% del campione, in rallentamento per il 25,4% e in espansione per il 37,5%. Le esportazioni sono in mantenimento per circa due realtà su cinque (38,6%) e in aumento e in riduzione per il 30,7%.

Per quanto attiene all’approvvigionamento delle materie prime, anche nel primo semestre 2025 restano criticità e influenze sulle dinamiche aziendali. Per quanto riguarda l’andamento dei listini praticati dai fornitori, tra gennaio e marzo, a fianco del 71,6% di aziende che indica costi invariati, il 17,9% segnala un peggioramento e il 10,5% condizioni maggiormente favorevoli. Tra aprile e giugno, tre realtà su cinque (60,4%) evidenziano costi stabili, il 14,8% una diminuzione e il 24,8% un inasprimento.

L’evoluzione dei costi associati alle materie prime e alle forniture energetiche (elettricità e gas) ha continuato a determinare impatti sulla gestione dell’operatività delle imprese: per circa una realtà su dieci (9,3%) è stato necessario riorganizzare parte del lavoro e dell’attività produttiva; per circa un’azienda su cinque (23,1%) sono stati riscontrati significativi impatti sui costi di produzione; per il 47,8% è stata segnalata una contrazione dei margini di profitto.

Diffusamente stabile il giudizio espresso riguardo il rapporto con gli Istituti di credito nella prima metà del 2025: per circa quattro realtà su cinque le condizioni sono invariate rispetto al semestre precedente. I costi di accesso al credito, le spese e le commissioni bancarie e la richiesta di garanzie e tassi sono stabili per otto realtà su dieci (79,7%), in peggioramento per l’8,5% e in miglioramento per l’11,8%.

Con riferimento alla disponibilità degli Istituti ad espandere le linee esistenti o ad attivarne di nuove, l’87,5% del campione non ha comunicato variazioni, il 4,2% ha indicato una minor propensione a esaudire le richieste e il rimanente 8,3% ha segnalato una maggior apertura. Sul tema della valutazione sulla liquidità, tre realtà su cinque (61%) ritengono il quadro nella norma, il 21,8% indica soddisfazione e il rimanente 17,2% considera la propria situazione finanziaria come migliorabile.

In riferimento all’andamento occupazionale, il quadro risulta caratterizzato da un prevalente mantenimento dei livelli nei primi sei mesi dell’anno, così come indicato da oltre tre realtà su quattro (76,1%). In caso di variazione, le indicazioni di aumento degli organici (17,4%) sono maggiormente diffuse rispetto a quelle di diminuzione (6,5%). Nonostante le segnalazioni di crescita, oltre un’azienda su due (54,3%) segnala difficoltà nel reperire le competenze necessarie all’impresa.

Le previsioni per l’evoluzione dello scenario tra luglio e dicembre 2025 restano orientate ad un diffuso mantenimento (71,3%), affiancato da una maggior incidenza delle ipotesi di espansione (22,5%) rispetto alle aspettative di diminuzione dei livelli (6,2%).

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Marco Campanari
Marco Campanari

Lo scenario tracciato dalle imprese delle province di Lecco e di Sondrio

Nell’ambito dell’Osservatorio congiunturale per i primi sei mesi del 2025, lo scenario tracciato dalle imprese delle province di Lecco e di Sondrio è sostanzialmente sovrapponibile con il quadro generale che riguarda il campione delle tre province (Lecco, Sondrio e Como).

“Sebbene il contesto presenti ancora alcune disomogeneità, i dati relativi al primo semestre del 2025 evidenziano un miglioramento rispetto alla fase di moderata decelerazione che aveva contraddistinto la seconda metà del 2024. Nonostante l’incertezza che da mesi caratterizza i mercati, le imprese dei nostri territori registrano risultati positivi, accompagnati da un atteggiamento prudente nelle previsioni per la seconda parte dell’anno. È indispensabile una solida politica industriale, ma ancora più urgente appare la definizione di una strategia energetica nazionale, possibilmente condivisa anche a livello europeo. Le transizioni attualmente in corso, in particolare quella ecologica che interessa settori strategici come l’automotive, devono essere portate avanti, ma al tempo stesso ripensate con attenzione, sia nella loro attuazione concreta sia negli impatti che possono generare sul tessuto produttivo” commenta il presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Marco Campanari.

“Un importante segnale della solidità del nostro sistema imprenditoriale è la sostanziale tenuta dei giudizi occupazionali, accompagnata da una percentuale significativa di imprese che riportano un incremento dei livelli. Questa dinamica non solo evidenzia la resilienza del mercato del lavoro, ma riflette anche una fase di espansione che si traduce in una domanda crescente di nuove professionalità, in particolare in ambito tecnico-specialistico. Le imprese dei territori di Lecco e Sondrio confermano una costante necessità di competenze qualificate, soprattutto in settori ad alta intensità tecnologica e di innovazione. In questo contesto, è evidentemente strategico il rafforzamento del dialogo tra mondo produttivo e sistema formativo, con particolare riferimento agli istituti tecnici e professionali e ai percorsi formativi STEM. Investire nella loro qualificazione e nell’aggiornamento delle dotazioni laboratoriali, per garantire che l’offerta educativa sia realmente allineata alle evoluzioni tecnologiche e industriali, e la promozione di questi percorsi tra i giovani sono parte di una sfida culturale e strategica nella quale anche la nostra Associazione è da sempre impegnata” afferma il direttore generale di Confindustria Lecco e Sondrio, Giulio Sirtori.

Fra le preoccupazioni delle imprese, anche le misure protezionistiche imposte dagli USA, che “andranno certamente a colpire diversi settori – evidenzia il presidente Marco Campanari – fra i quali la meccanica, il comparto dei macchinari e la filiera agroalimentare. Credo tuttavia sia opportuno considerare che alcune misure erano già presenti, confidando che la forza del nostro sistema produttivo possa consentire di assorbirli e sperando, soprattutto, che questa fase non rappresenti un punto di passaggio verso ulteriori ridefinizioni ma che sia, invece, un punto fermo dal quale si possa ripartire”.

Giulio Sirtori
Giulio Sirtori

Effetti dello scenario geo-politico

Oltre due imprese del campione su cinque (41,3%) registrano, nei primi mesi del 2025, effetti negativi legati all’aumento dell’instabilità geopolitica internazionale, mentre il restante 58,7% del campione non segnala variazioni.
Le tensioni geopolitiche hanno influito negativamente in temini di inasprimento dei costi energetici e delle materie prime per il 48,5% delle aziende, di aumento dell’incertezza sui mercati di sbocco per il 38%, di un conseguente rallentamento della domanda per il 52% nonché di difficoltà nei trasporti internazionali e nelle operazioni logistiche per il 18,9%. Si aggiunge una riduzione degli investimenti già programmati per il 6,4% del campione.

Transizione green, sostenibilità d’impresa e investimenti

In continuità con il 2024, le realtà di Lecco e di Sondrio hanno dato seguito a progettualità e ad investimenti per la sostenibilità e lo sviluppo aziendale.
Oltre la metà delle imprese del campione è stata attiva in interventi per il risparmio energetico (55%) e per la sostenibilità ambientale (54%), a cui si sono affiancati progetti di digitalizzazione che hanno riguardato quasi due realtà su tre (65,1%), iniziative di ricerca e sviluppo (45,2%) nonché azioni mirate per l’’introduzione di applicazioni di Intelligenza Artificiale nei processi aziendali (22,9%).
L’acquisto di nuovi impianti e di spazi per la produzione o le operazioni logistiche ha riguardato il 51,3% del campione mentre un’impresa su cinque ha realizzato azioni per promuovere la propria presenza sui mercati internazionali.

Domanda

Tra gennaio e giugno 2025 la domanda registra dinamiche differenziate in base all’orizzonte temporale di analisi.
La variazione tendenziale registrata nel confronto con la prima metà del 2024 si attesta al -1,2%.
Il dato congiunturale misurato rispetto ai livelli del semestre luglio-dicembre 2024 risulta invece pari al +3,4%.
Le ipotesi per l’andamento degli ordini nella seconda metà dell’anno non confermano la fase espansiva dei primi sei mesi e prospettano un rallentamento di circa un punto percentuale (-0,9%).

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Produzione

L’indicatore associato alla produzione registra variazioni positive sia a livello tendenziale, sia nel confronto congiunturale.
Il dato misurato rispetto all’attività del periodo gennaio-giugno 2024 è pari al +1,3%.
Il raffronto con i livelli della seconda metà del 2024 evidenzia invece un incremento del +6,4%, con una variazione al di sopra delle aspettative (+0,7% indicato in occasione della precedente edizione dell’Osservatorio).
Le previsioni per l’andamento dell’attività produttiva tra luglio e dicembre 2025 indicano una decelerazione dei livelli, in particolare con una variazione attesa del -4,7%.
La capacità produttiva mediamente impiegata si attesta al 70,1%, sostanzialmente in linea con quanto rilevato per i precedenti sei mesi (70,7% tra luglio e dicembre 2024).
Tra le imprese lecchesi e sondriesi si registrano differenze nel tasso di utilizzo medio degli impianti, in particolare a livello dimensionale: le aziende fino a 50 occupati registrano un impiego inferiore (63%) rispetto a quanto comunicato da quelle di medie dimensioni (77,9%). Nel caso dei comparti merceologici, le differenze risultano più contenute: si registra una capacità media del 68,9% per le aziende metalmeccaniche, del 71,6% per le tessili e del 72,6% per quelle afferenti agli altri settori.
Non si riscontrano particolari variazioni nel ricorso all’attività di subfornitura: il dato passa dal 3% registrato nel secondo semestre 2024 al 3,5%; l’outsourcing produttivo coinvolge prevalentemente soggetti italiani (3,1%), mentre la collaborazione con partner esteri incide marginalmente (0,4%).

Fatturato

Il fatturato evidenzia dinamiche di segno opposto per i due orizzonti temporali di riferimento, in coerenza con quanto esaminato per l’indicatore associato agli ordini.
Sul fronte tendenziale si registra una diminuzione di circa mezzo punto percentuale (-0,6%) rispetto ai livelli del primo semestre 2024.
La variazione congiunturale, misurata attraverso il confronto con il semestre luglio-dicembre 2024, è positiva e si attesta al +5%, discostandosi dalle caute previsioni formulate in occasione della precedente edizione dell’Osservatorio (-0,1%).
Le aspettative per l’evoluzione delle vendite nel secondo semestre 2025 indicano una lieve decelerazione dell’indicatore, che dovrebbe attestarsi a -1,6%.
Analizzando le indicazioni riguardo l’andamento delle vendite tra aprile e giugno 2025, si registra una prevalenza di indicazioni di stabilità con differenze, nel caso di segnalazioni di variazione, tra il fatturato sul mercato interno e quello export.
Le vendite in Italia sono stabili per il 46,7% del campione, in diminuzione per il 17% e in espansione per il 36,3%.
Le esportazioni restano sui livelli del primo trimestre per due aziende su cinque (40,6%), rallentano per il 25,4% del campione ed aumentano per il restante 34%.
Oltre un terzo (33,8%) delle vendite realizzate nei primi sei mesi del 2025 è legato a clienti esteri, a conferma di quanto le produzioni lecchesi e sondriesi siano apprezzate internazionalmente per qualità e contenuto tecnologico. La principale area di destinazione dell’export si conferma essere l’Europa Occidentale, dove è assorbita oltre la metà delle vendite oltre confine e una quota pari al 18,8% del fatturato complessivo. Ulteriori mercati di interesse sono l’Est Europa (4,4%), gli Stati Uniti (3,7%), i BRICS (1,9%), l’America Centro-Meridionale (1,3%) e l’Asia Occidentale (1%).

Materie prime

Le imprese di Lecco e Sondrio confermano le criticità inerenti alle materie prime.
Un primo aspetto sensibile riguarda l’andamento dei costi di approvvigionamento delle commodities. Tra gennaio e marzo oltre una realtà su cinque (22,2%) registra un apprezzamento dei listini praticati dai fornitori, a fronte di una diminuzione, e dunque condizioni maggiormente favorevoli, per l’11,8% e un quadro stabile per il 66%.
Tra aprile e giugno, la quota di imprese che indica un inasprimento del costo di acquisto delle materie prime sale al 26,3%, mentre la diminuzione riguarda l’11,8% del campione e la stabilità il 61,9%.
Le dinamiche dei costi associati alle materie prime e delle fonti energetiche, tornati a salire nel corso del semestre, ha influito negativamente sull’attività delle imprese.
Circa una realtà su dieci (8,5%) si è vista costretta ad apportare una riorganizzazione del lavoro e dell’attività produttiva, in particolare per evitare di concentrare le produzioni nelle ore del giorno a maggior costo dell’energia elettrica.
Oltre un’azienda su cinque (21,4%) segnala impatti significativi sui costi di produzione e quasi la metà del campione (47,8%) ha visto contrarsi i propri margini di profitto a causa dei maggiori costi.

Occupazione

I giudizi sull’andamento dell’occupazione tracciano nuovamente un quadro di diffusa stabilità.
Per oltre tre imprese su quattro (76,1%) gli organici sono rimasti invariati, per il 7,5% si sono ridotti e per il 16,4% sono aumentati.
Una notevole porzione del campione di imprese, pari al 60%, lamenta le difficoltà nel reperire sul mercato nuovi collaboratori e competenze necessarie al perseguimento degli obiettivi di sviluppo aziendale.
Le aspettative occupazionali per il semestre luglio-dicembre 2025 restano orientate ad un prevalente mantenimento dei livelli (69,2%), affiancate da una maggior tendenza all’espansione degli organici (21,4%) rispetto alle ipotesi di calo (9,4%).



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