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- Scritto da Redazione ASI
- Categoria: Politica Nazionale
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(ASI) Verona – Il consigliere regionale Stefano Valdegamberi presenta una sua idea aprendosi al confronto con il mondo dell’impresa e della formazione. Occorre essere più incisivi e fare formazione mirata e utile per l’impresa: troppe risorse vengono sprecate per formazione inutile.
Punta ad abolire definitivamente stage e tirocini extracurricolari nel Veneto e a introdurre un nuovo modello di inserimento lavorativo per i giovani, basato su contratti veri, formazione interna retribuita e rimborso totale dei costi a carico della Regione.
“Troppi giovani neolaureati oggi vengono impiegati per mesi in aziende senza contratto e senza paga, sotto forma di stage o tirocini. In realtà è sfruttamento. Pochissimi entrano nell’organico dell’azienda. Serve un cambio di rotta netto e coraggioso”, dichiara in una nota Valdegamberi.
La proposta prevede che le imprese possano formare i giovani solo dopo averli assunti con un contratto di lavoro regolare. La formazione si svolgerà direttamente all’interno dell’azienda, su contenuti specifici e operativi: gestione e organizzazione del lavoro, uso di macchinari e tecnologie, sicurezza, sviluppo di lavori di ingegno e di concetto, mansioni aziendali concrete, etc. Dev’essere un vestito su misura per ogni specifica azienda.
Il piano formativo sarà redatto dall’imprenditore stesso, in base alle esigenze reali dell’azienda, e si svolgerà durante l’orario di lavoro, con piena retribuzione.
La Regione Veneto, attraverso il Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+), si farà carico del rimborso integrale dei costi formativi, compresi tutoraggio, materiali didattici, certificazioni e – in parte – anche dei costi salariali sostenuti durante il periodo formativo.
“Vogliamo evitare la fuga dei cervelli all’estero e dare alle imprese venete la possibilità di crescere con giovani competenti, già formati sul campo, senza oneri aggiuntivi. È un patto equilibrato tra giovani, imprese e istituzioni”, sottolinea Valdegamberi.
L’obiettivo è chiaro: dire basta al precariato mascherato da stage e offrire ai giovani veneti lavoro vero, formazione mirata e prospettive concrete, qui, nella loro terra. Per le imprese vanno formate specifiche e non generiche professionalità per poter essere inseriti proficuamente nel contesto produttivo.
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