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«Svolta per le Marche, entrano nella Zona Economica Speciale»


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ANCONA – Le Marche, insieme alla vicina Umbria, entrano ufficialmente nella Zona Economica Speciale (ZES). A dare l’annuncio, che segna una svolta per il tessuto economico del territorio, è stata la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, oggi in visita ad Ancona. Dal palco della Mole Vanvitelliana, affiancata dal vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani e con il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini collegato da remoto, la premier ha presentato un pacchetto di misure dedicate alla regione, ponendo l’accento su sviluppo, infrastrutture e nuove opportunità di investimento.

La ZES per Marche e Umbria: «Un volano per chi investe»

È la notizia del giorno, anticipata dal ministro Tajani e confermata con forza dalla premier: l’estensione della ZES Unica, già attiva dal 1° gennaio 2024, anche al cuore produttivo del centro Italia. «È uno strumento molto efficace per attrarre investimenti, sostenuto da una governance efficace – ha dichiarato Meloni – e sono certa che i marchigiani sapranno utilizzare al meglio le nuove potenzialità».

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La “carta ZES” rappresenta il fulcro della strategia governativa per la regione. «Consente di avere un’autorizzazione unica, garantisce velocità e permette di valorizzare le specificità territoriali», ha spiegato la Presidente del Consiglio che ha ricordato come il giro d’affari in ambito ZES ammonti a 26,7 miliardi di euro e come, dall’inizio dell’anno, siano già state rilasciate oltre 700 autorizzazioni uniche a livello nazionale, attivando “investimenti strategici imponenti”. Un’iniezione di fiducia e di concretezza per le imprese marchigiane, che potranno beneficiare di procedure accelerate e di un contesto più favorevole per creare lavoro e produrre ricchezza.

Infrastrutture, la sfida all’isolamento: «Un paradosso inaccettabile»

Altro tema cardine dell’intervento è stato il superamento del deficit infrastrutturale che da decenni penalizza le Marche. «È assurdo che una regione che si trova al centro dell’Italia abbia problemi legati all’isolamento», ha affermato con nettezza la premier. Meloni ha puntato il dito contro il “sistema viario a pettine”, con le direttrici che dalla costa adriatica si sviluppano verso l’interno senza un’adeguata rete di collegamento trasversale. «Dobbiamo collegare non solo nord e sud ma anche la costa tirrenica e adriatica», ha insistito.

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Per questo, il governo ha impresso un’accelerazione su opere strategiche. «Abbiamo lavorato fin da subito su opere come la Pedemontana delle Marche, un sogno che diventa realtà», ha sottolineato, menzionando anche il superamento di stalli decennali su cantieri come la Galleria della Guinza e la Fano-Grosseto, la “superstrada dei due mari” fondamentale per sanare il divario tra le due coste.

L’insegnamento di Mattei: «Avere il coraggio di vedere oltre i limiti»

Nel suo discorso, Giorgia Meloni ha voluto rendere omaggio a una delle figure più illustri della regione, Enrico Mattei, definendolo un simbolo della “principale politica estera” del governo. «Diceva che l’ingegno è vedere possibilità dove gli altri non ne vedono. Io credo che questo sia un insegnamento straordinario», ha affermato la premier. Un richiamo alla “creativa e visionaria concretezza” dei marchigiani e un invito ad avere “il coraggio e l’orgoglio per guardare oltre i limiti che gli altri vorrebbero importi”. Un messaggio che lega la storia industriale e la visione strategica del fondatore dell’ENI all’attuale sforzo per restituire all’Italia e alle Marche un ruolo centrale. «Senza le Marche il made in Italy non sarebbe quello che conosciamo», ha concluso, celebrando le eccellenze regionali dalla moda alla cantieristica.

Dopo l’incontro alla Mole, la giornata della premier è proseguita con un sopralluogo a Cessapalombo, in provincia di Macerata, per l’inaugurazione del cantiere della Pedemontana Sud. Un’opera da circa 1 miliardo di euro, attesa da anni, destinata a collegare finalmente in modo efficace le province di Macerata, Ascoli e Fermo, trasformando in realtà una delle promesse più sentite del territorio.

 

 



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