“Apple deve farlo. Apple lo farà. È nostra da conquistare”. Con queste parole, riferite all’intelligenza artificiale e ai ritardi da colmare per l’azienda, Tim Cook ha acceso l’auditorium di Cupertino in un incontro con tutto il personale, uno dei rari eventi per i dipendenti a livello globale organizzati dal colosso californiano. Un discorso motivazionale durato un’ora, svelato da Bloomberg, che segna un punto di svolta nella strategia AI dell’azienda.
Cook ha delineato l’intelligenza artificiale come una delle più grandi rivoluzioni tecnologiche, paragonandola all’avvento di internet, smartphone, cloud e app. La scelta di usare toni così netti e ispirati non è casuale. Apple arriva in ritardo in questo ambito rispetto ai suoi competitor, ma ha deciso di colmare il gap con investimenti massicci, un nuovo approccio alla tecnologia vocale e una pipeline di prodotti senza precedenti. Una mossa necessaria per rafforzare il posizionamento nel mercato tech, dopo un periodo di pressione commerciale e dubbi da parte degli investitori.
La rincorsa all’AI dopo le mosse di Microsoft e Google
L’intelligenza artificiale generativa ha cambiato le regole del gioco. Microsoft ha conquistato la scena con Copilot, OpenAI con ChatGpt, e Google con Gemini. Apple, invece, ha svelato le sue carte solo nel 2024, con il lancio di Apple Intelligence. Tuttavia, le prime reazioni sono state tiepide. Le nuove funzioni integrate in iOS, macOS e Siri non hanno avuto l’impatto sperato.
Tim Cook, però, ricorda come spesso Apple non sia stata la prima ad arrivare, ma la prima a reinventare: “C’erano pc prima del Mac, smartphone prima dell’iPhone, lettori MP3 prima dell’iPod”, ha detto ai dipendenti. Il ceo è convinto che l’approccio della Mela — attento all’esperienza utente, alla privacy e all’integrazione hardware-software — possa portare anche nell’AI un cambio di paradigma.
Il nuovo Siri come punta di diamante
Il nodo centrale della strategia è Siri. Lo storico assistente vocale sarà completamente ricostruito su una nuova architettura basata sui large language models, abbandonando il modello ibrido finora utilizzato. Il ritardo nel rilascio della nuova versione, inizialmente prevista per il 2024, è stato dovuto proprio alla complessità della transizione tecnologica. Craig Federighi, responsabile del software, ha confermato che i risultati ottenuti con la nuova Siri sono ora all’altezza delle aspettative.
Alla guida del progetto c’è ora Mike Rockwell, padre del Vision Pro, che ha “supercharged” l’intero team. La nuova Siri, secondo quanto anticipato da Bloomberg, potrebbe arrivare nella primavera del 2025, con funzionalità avanzate, maggiore contestualizzazione e interazioni più naturali.
Chip proprietari e AI server: la potenza è in casa
L’accelerazione passa anche dall’hardware. Apple sta sviluppando un chip dedicato al cloud computing per l’intelligenza artificiale, nome in codice Baltra, e ha avviato la costruzione di un nuovo impianto per server AI a Houston. È un cambiamento rilevante: non solo il software, ma anche l’infrastruttura sarà interamente progettata in casa, confermando il modello integrato che ha reso Apple leader nel settore.
La divisione chip guidata da Johny Srouji è oggi uno degli asset strategici dell’azienda. Cook ha sottolineato che il 40% dei 12.000 nuovi assunti dell’ultimo anno lavora in R&D, proprio a testimonianza di quanto l’azienda stia puntando sull’innovazione.
In questo scenario, la banda ultralarga gioca un ruolo essenziale per abilitare le future applicazioni basate su AI. L’integrazione tra device, cloud e interfacce vocali richiede connessioni ad alta capacità e latenza minima. Un’ulteriore conferma dell’importanza dei programmi di espansione dell’infrastruttura nazionale: la banda ultralarga è infatti la base delle applicazioni più innovative.
Pressioni esterne e incertezze normative
Nel suo intervento, Cook ha dedicato spazio anche al contesto regolatorio. “Il Big Tech è sotto scrutinio ovunque”, ha affermato, criticando le normative che penalizzano privacy e sicurezza invece di tutelarle. La posizione di Apple rimane intransigente: protezione dei dati e user experience devono restare al centro. Un messaggio rivolto, implicitamente, anche all’Unione Europea, che con il Digital Markets Act ha imposto modifiche pesanti all’App Store e ai sistemi di tracking.
Oltre alle questioni regolatorie, Apple deve fronteggiare l’impatto dei dazi imposti dall’amministrazione Trump. L’azienda ha stimato un impatto da 1,1 miliardi di dollari nel prossimo trimestre. Per attenuare i costi, Apple ha spostato la produzione di iPhone in India e Vietnam, ma l’imposizione di nuovi dazi anche su questi Paesi potrebbe complicare ulteriormente il quadro. Cook ha confermato che, per ora, non ci saranno aumenti di prezzo sugli iPhone, ma gli analisti non escludono una correzione da settembre.
Una trimestrale da record, ma gli investitori vogliono AI
Nel terzo trimestre fiscale, Apple ha riportato una crescita del 10% del fatturato, con un +13% nelle vendite di iPhone. I ricavi hanno toccato quota 94 miliardi di dollari, sopra le stime degli analisti. Il titolo, che aveva perso il 17% da inizio anno, è risalito del 2% nell’after-hours dopo la pubblicazione dei risultati.
Eppure, gli investitori continuano a chiedere una direzione chiara sul fronte dell’intelligenza artificiale. La crescita di competitor come Nvidia e Microsoft — rispettivamente +32% e +27% in Borsa — ha acuito la pressione su Cupertino. Il ritardo nell’innovazione AI ha fatto emergere dubbi sulla capacità dell’azienda di guidare il cambiamento, proprio nel momento in cui il mercato si sta ristrutturando attorno ai nuovi modelli generativi.
Thomas Monteiro di Investing.com ha sottolineato che, nonostante i buoni numeri, Apple deve accelerare sul fronte AI per riconquistare pienamente la fiducia degli stakeholder.
Apple guarda ai mercati emergenti per rilanciare la crescita
Un altro asse strategico per Apple è la retail strategy. Cook ha annunciato l’apertura di nuovi store in India, Emirati Arabi, Cina e, per la prima volta, in Arabia Saudita. L’obiettivo è espandere la presenza nei mercati emergenti, dove il potenziale di crescita è ancora elevato. Parallelamente, Apple sta investendo nel potenziamento dello store online, per rafforzare l’omnicanalità e migliorare l’esperienza d’acquisto digitale.
Secondo il ceo, una quota “disproporzionata” della futura crescita verrà proprio da questi nuovi mercati, anche grazie al rinnovato impegno nell’AI. L’azienda punta infatti a sviluppare soluzioni localizzate e intelligenti, in grado di adattarsi alle esigenze dei diversi territori.
Il futuro prossimo: prodotti rivoluzionari e nuove tecnologie
La chiusura del town hall è stata tutta dedicata alla visione futura. Cook ha espresso entusiasmo per il product pipeline in arrivo: “Non ho mai sentito tanta energia in Apple come adesso”, ha detto. Bloomberg ha anticipato che tra i progetti in corso ci sarebbero un iPhone pieghevole, nuovi visori mixed reality, occhiali smart e robot domestici. Alcuni vedranno la luce già nel 2025, altri sono previsti per il 2027, in occasione del ventennale dell’iPhone.
Nel frattempo, il nuovo Siri sarà la prima, concreta manifestazione del nuovo corso, e probabilmente anche il banco di prova più importante. Il suo successo o fallimento influenzerà la traiettoria dell’intera strategia AI di Apple.
“Questo è il momento per accelerare”, ha detto Cook. “Non possiamo restare indietro. Tutti dobbiamo spingere sull’intelligenza artificiale, ogni giorno, in ogni prodotto, in ogni decisione.”
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