Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

fuori dal decreto Sport oppure no?



Un nuovo dietrofront da parte del governo e della maggioranza sul decreto Sport, attualmente all’esame del Senato in seconda lettura: al centro del contendere i rilievi del Colle sul ruolo che ricoprirà la società “Sport e Salute” all’interno della normativa aggiornata.


Dopo un confronto teso a Palazzo Madama, l’esecutivo ha deciso di recepire integralmente i rilievi sollevati dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e di rimuovere l’articolo più controverso del provvedimento: quello relativo al coinvolgimento della società Sport e Salute nella gestione dei grandi eventi sportivi.

Per chi non ne fosse a conoscenza, Sport e Salute è una società pubblica interamente controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Si occupa della promozione dello sport in Italia, fornendo servizi di interesse generale e agendo come braccio operativo del governo nel settore sportivo.

Caos su “Sport e Salute”: fuori dal decreto Sport oppure no?

L’articolo 9-quater del decreto, che prevedeva l’inclusione di Sport e Salute nell’organizzazione degli eventi sportivi con finanziamenti pubblici superiori ai 5 milioni di euro, era finito nel mirino del Quirinale per questioni di merito e metodo.

Così, nel tentativo di evitare tensioni istituzionali e rallentamenti nell’iter parlamentare, la maggioranza ha approvato un emendamento – presentato da Giorgio Salvitti (Fratelli d’Italia) – che ne sancisce la soppressione.

Salvitti ha spiegato che la norma non verrà accantonata del tutto, ma sarà riproposta in un’altra sede legislativa, più adatta a un confronto parlamentare approfondito. “Non è una sconfitta – ha dichiarato – ma un gesto di responsabilità. Chi parla di resa politica sbaglia: l’obiettivo è aprire un dibattito ampio e trasparente”.

Ad aumentare la confusione però sarebbe un intervento del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, che aveva annunciato “Faremo alcune modifiche in Aula”, al termine di un vertice di maggioranza sul decreto che, secondo fonti parlamentari riportate dall’Agenzia ANSA puntavano a non escludere la società dal testo.

Tuttavia il ministro dello Sport, Andrea Abodi, ha mostrato fiducia nel percorso del decreto, pur lasciando intendere che la decisione di fare un passo indietro sia stata dettata dalla necessità di evitare uno stallo istituzionale. “Ho fatto un passo al lato – ha affermato – ora tocca al Parlamento, con la mediazione del governo, trovare un equilibrio con il Quirinale”.

Anche in questo caso, la linea seguita è stata quella della prudenza istituzionale, in risposta alla moral suasion proveniente dal Colle che ha spinto il governo a correggere il tiro.

Si rischia il blocco del provvedimento?

Il decreto legge, che dovrà essere convertito in legge entro il 29 agosto, si trovava a un passo dal rischio di impasse istituzionale, aggravato dalla concomitanza con la pausa estiva dei lavori parlamentari.

In assenza di un intervento tempestivo, il provvedimento avrebbe potuto subire un rinvio da parte del Quirinale o, peggio, decadere per mancata approvazione nei termini, con conseguenze significative per il settore sportivo e per l’operatività amministrativa del governo.

Il contesto era reso ancor più critico dalla possibilità che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, potesse rispedire il testo alle Camere a causa di dubbi sulla legittimità o sull’opportunità politica dell’articolo 9-quater. Un’eventualità che avrebbe rallentato l’iter legislativo e rischiato di compromettere la conversione in tempo utile, aprendo una fase di tensione tra potere esecutivo e Presidenza della Repubblica, in un momento già reso delicato dal calendario parlamentare.

Per questo, al termine di una giornata scandita da riunioni serrate, mediazioni interne alla maggioranza e pressioni istituzionali, è maturata la decisione di stralciare la norma contestata in sede d’Aula, optando per una linea di pragmatismo e tutela dell’equilibrio tra poteri dello Stato. Una mossa che ha permesso di sbloccare l’impasse e garantire al decreto un percorso accelerato verso la terza lettura alla Camera, evitando al tempo stesso uno scontro frontale con il Quirinale.

L’episodio mette in luce non solo le difficoltà politiche che accompagnano l’approvazione di provvedimenti strategici per la governance sportiva, ma anche la necessità, da parte dell’esecutivo, di muoversi con cautela nel rispetto delle prerogative del capo dello Stato. In gioco non c’era soltanto una misura tecnica, ma la tenuta stessa del dialogo istituzionale in una fase cruciale per l’agenda legislativa del governo.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese