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Batterie per accumulo e pannelli fotovoltaici: ecco la svolta 5.0 di Zanardi Fonderie


Zanardi Fonderie prevede di chiudere il bilancio 2025 con 40 milioni di fatturato, in linea con quello del 2024, confermando una stabilità non scontata nell’attuale contesto del comparto a cui fa riferimento. Orientata alla cultura del lavoro come elemento di realizzazione e crescita individuale e all’impatto che digitalizzazione e innovazione possono avere nelle fabbriche, l’azienda punta all’engagement delle persone che ne compongono l’organico, con uno sguardo attento anche ad un’attività imprenditoriale che abbia un approccio sostenibile.

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«Siamo consapevoli della necessità di dover camminare tutti nella direzione del cambiamento – dice il ceo, Riccardo Andrea Zanardi -. Ogni singola figura professionale che lavora con noi è partecipe della trasformazione che siamo chiamati a compiere, per consolidare la nostra competitività e contribuire allo sviluppo del territorio».

Nata nel 1931 a Legnago e trasferitasi nel 1963 nello stabilimento attuale di Minerbe, sempre nel veronese, Zanardi è un’azienda a conduzione familiare, arrivata oggi alla quarta generazione e con 220 dipendenti. «Siamo una fonderia di seconda fusione – spiega il ceo -. Prendiamo la materia prima, ovvero la ghisa prodotta dai grandi altoforni e la rifondiamo per produrre componenti meccanici ad alto valore tecnologico. Facciamo tutto nello stabilimento di Minerbe, che è caratterizzato per avere un processo integrato: dalla ghisa comune si arriva, grazie al trattamento termico di Austempering, a componenti con proprietà paragonabili a quelle dell’acciaio. Siamo rimasti nel territorio, dove siamo ben radicati e riusciamo ad avere controllo maggiore sui processi».

La formazione resta uno dei punti di forza dell’azienda che, proprio recentemente, ha promosso un evento dedicato alla trasmissione di una considerazione alternativa del lavoro in fabbrica: “Usurati a chi? Storie di generazioni in fonderia” è stata una sorta di provocazione che rovescia lo stereotipo del lavoratore consumato dal lavoro fisico e ripetitivo, tipico di ambienti come la fonderia, sfidando l’idea che solo alcuni lavori, magari quelli da ufficio, siano meno logoranti o più sostenibili.

«L’obiettivo – prosegue Zanardi -, è mostrare che con strumenti moderni, come la job rotation, la formazione continua, l’innovazione tecnologica e la collaborazione tra persone di generazioni, culture e generi diversi, si può ripensare al lavoro di fabbrica non come destino inevitabile di fatica, ma come spazio di crescita, dignità e futuro. Investire nella formazione delle risorse umane è fondamentale per riuscire a sfruttare tutti i benefici e le opportunità offerte dall’innovazione tecnologica. Siamo consapevoli che l’efficace gestione del capitale umano è e sarà la leva principale per la competitività e la sostenibilità nel lungo periodo».

Rispetto alla transizione digitale ed energetica che attende il mondo imprenditoriale, Zanardi Fonderie ha avviato un progetto in Industria 5.0 attraverso il quale l’azienda sta ampliando il fotovoltaico sulle coperture e procedendo con l’installazione delle batterie d’accumulo, per ridurre l’incidenza del costo dell’energia. «Siamo energivori e dobbiamo contenere i costi – conclude Zanardi -. Ci sono, inoltre, piani di investimento per la circolarità delle nostre materie prime, in particolare il recupero dei sottoprodotti all’interno del nostro ciclo produttivo».

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