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Inquilini morosi incolpevoli, chi può richiedere i contributi — idealista/news


Dopo aver perso il lavoro o a seguito di una riduzione drastica della propria capacità reddituale, il conduttore può rientrare nella categoria degli inquilini morosi incolpevoli. Stiamo parlando di soggetti che, per motivi estranei alla propria volontà, si ritrovano nella condizione di non riuscire a pagare l’affitto e rischiano lo sfratto. La morosità, quando si viene a verificare questa situazione, è considerata incolpevole perché non è determinata dalla negligenza o da un’eventuale cattiva gestione: è legata ad eventi esterni e da una serie di imprevisti che hanno impattato pesantemente sulla situazione economica della persona coinvolta.

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Cosa significa morosità incolpevole

A causa di eventi non determinati dalla propria volontà, un inquilino può diventare un moroso incolpevole: se fino ad un certo momento è sempre stato puntuale nel versamento del canone di locazione, poi non è più in grado di onorarlo puntualmente. Questo avviene, per esempio, nel momento in cui perde il lavoro o viene collocato in cassa integrazione. O quando si verificano alcune situazioni che portano a ridurre in modo drastico il proprio reddito.

Gli inquilini morosi incolpevoli, in altre parole, sono le persone che pur volendo rispettare ed onorare il contratto di affitto, sono nell’impossibilità di farlo per dei motivi di forza maggiore. Una situazione che si è venuta a creare non per una propria negligenza o per una pessima gestione delle proprie finanze.

La definizione ufficiale e la disciplina di riferimento

Ad introdurre nell’ordinamento giuridico italiano il concetto di morosità incolpevole è stato l’articolo 6, comma 5 del Decreto Legge n. 102/2013, che ha introdotto una serie di disposizioni urgenti in materia di Imu e fiscalità immobiliare. Attraverso questa norma è stato introdotto un apposito fondo dal quale i Comuni ad alta tensione abitativa hanno la possibilità di attingere per erogare dei contributi a favore delle famiglie che dovessero diventare dei morosi incolpevoli.

Attraverso un Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 14 maggio 2014 è stata fornita un ulteriore definizione di inquilino moroso incolpevole, identificandolo con il soggetto che, a seguito della perdita del lavoro o di una riduzione della propria capacità reddituale, è impossibilitato a sostenere i costi relativi al canone di locazione.

Quando la morosità è incolpevole

La normativa ha stabilito nel dettaglio quando un soggetto è un inquilino moroso inconsapevole. La situazione si riesce a riscontrare nel momento in cui:

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  • viene perso il lavoro per licenziamento;
  • vengono sottoscritti alcuni accordi aziendali o sindacali che portano ad una consistente riduzione dell’orario di lavoro;
  • viene imposta la cassa integrazione ordinaria o straordinaria, attraverso la quale viene limitata notevolmente la capacità reddituale;
  • non viene rinnovato il contratto a termine o di lavoro atipico, cessa l’attività libero professionale o viene cancellata l’impresa registrata: decisioni, almeno queste ultime, prese per cause di forza maggiore;
  • a seguito di malattie gravi, infortuni o decessi di un componente del nucleo familiare che abbia avuto come conseguenza la riduzione del reddito complessivo della famiglia. O che abbia avuto come conseguenza l’impiego di una parte consistente del reddito familiare per fronteggiare delle spese mediche o assistenziali.

Come posso accedere al Fondo per la morosità incolpevole?

A gestire il Fondo per la morosità incolpevole è il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ma i contributi non vengono distribuiti direttamente ai cittadini: questi passano dalle Regioni e dalle Province autonome, che provvedono ad assegnarli ai Comuni. Questi ultimi – in particolar modo quelli ad alta tensione abitativa – devono definire in quale modo raccogliere le domande, come istruire le pratiche e, alla fine, come assegnare i contributi ai singoli richiedenti.

Complessivamente la Legge di Bilancio 2025 ha stanziato qualcosa come 30 milioni per il Fondo morosità incolpevole, che sono così suddivisi:

  • 20 milioni per il 2025;
  • 10 milioni per il 2026. 

In linea teorica l’importo massimo che può essere erogato è pari a 12.000 euro, ma le singole amministrazioni comunali possono decidere di erogare degli importi più bassi nel caso in cui le risorse disponibili non siano molte, rispettando dei criteri che sono stabiliti dai bandi locali.

Quali finalità ha il contributo

Il beneficiario può utilizzare il Fondo morosità incolpevole per:

  • regolarizzare delle morosità del passato;
  • sottoscrivere un contratto a canone concordato per l’alloggio in cui sta già vivendo;
  • versare il deposito cauzionale e coprire le prime mensilità di canone, nel caso in cui dovesse sottoscrivere un nuovo contratto di locazione;
  • rimandare il provvedimento di sfratto.

Quali sono i requisiti per accedere

Per accedere al Fondo di morosità incolpevole il richiedente deve essere in possesso di una serie di requisiti generali (che possono variare leggermente a livello comunale):

  • cittadinanza italiana o di un paese dell’Unione europea. I cittadini extra Ue devono essere in possesso di un regolare titolo di soggiorno;
  • aver sottoscritto un contratto di locazione per un’unità immobiliare ad uso abitativo (l’accordo, oltre ad essere stato regolarmente registrato all’Agenzia delle Entrate, non deve coinvolgere gli immobili appartenenti alle categorie catastali A/1, A/8 eA/9 e gli alloggi di edilizia residenziale pubblica);
  • risiedere nell’alloggio da cui è sfrattato da almeno un anno;
  • reddito: l’indicatore della situazione economica (ISE) deve essere inferiore a 35.000 €; mentre l’Isee non deve essere superiore a 26.000 €;
  • essere il destinatario di un atto di intimazione di sfratto per morosità con citazione per la convalida. In alternativa deve essere stato emesso un provvedimento di sfratto per morosità;
  • il richiedente e la famiglia non devono essere proprietari di un altro immobile;
  • aver già fruito di contributi connessi ad un contratto di locazione non ancora scaduto.

In questa sede abbiamo elencato i requisiti generici per poter accedere al Fondo di morosità incolpevole, ma è bene verificare presso il Comune di residenza se sono previsti degli ulteriori requisiti e se ci sono degli eventuali criteri di priorità nelle graduatorie: in alcuni casi – quando dovessero essere presenti in famiglia degli ultra settantenni, dei minorenni o dei soggetti con una invalidità accertata superiore al 74% – si potrebbe avere un canale preferenziale per accedere ai contributi.

Le caratteristiche regione per regione

Le caratteristiche del contributo variano a livello regionale e, in alcuni casi, a livello comunale. In questa sede forniamo alcune indicazioni delle caratteristiche del contributo in alcune regioni.

Come viene erogato il contributo in Piemonte

In Piemonte viene erogato contributo massimo pari a 8.000 €, che può essere utilizzato per versare il deposito cauzionale di un nuovo contratto a canone concordato e per avere la copertura (e la garanzia) dei versamenti delle prime mensilità.

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Il fondo per morosi incolpevoli in Lombardia

In Lombardia è previsto un contributo massimo pari a 12.000 € per ogni nucleo familiare. I beneficiari hanno la possibilità di utilizzare fino ad 8.000 € per sanare le morosità pregresse, nel caso in cui il contratto di affitto abbia una durata residua di almeno 24 mesi.

È possibile coprire i canoni di affitto durante il periodo di differimento dello sfratto per un importo massimo di 6.000 €: l’obiettivo è quello di permettere all’inquilino di trovare un nuovo appartamento.

Il contributo in Veneto

Il contributo previsto nel Veneto può variare da Comune a Comune: in alcuni casi può arrivare a 12.000 €. Di questo importo 8.000 € possono essere utilizzati per sanare la morosità pregressa, mentre 4.000 € possono essere utilizzati per sottoscrivere un nuovo contratto di locazione.

Il fondo per la Campania

In Campania è previsto un contributo massimo pari a 12.000 €.



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