L’indagine Centro Einaudi – Intesa Sanpaolo racconta un’Italia sempre più previdente, tra timori per il futuro e obiettivi personali
I nuovi numeri del risparmio
Nel 2025, il 58 % degli italiani dichiara di risparmiare, il valore più alto registrato negli ultimi vent’anni. Si tratta di un ulteriore balzo significativo rispetto al 52 % del 2023 e al 56 % del 2024. Il dato deriva da un sondaggio su un campione di circa 1.500 persone, con un focus aggiuntivo su 200 individui tra i 60 e gli 85 anni.
Uomini, laureati e “risparmiatori intenzionali”
Risparmiano di più gli uomini (61 %) rispetto alle donne (57 %), e chi ha una laurea: oltre il 90 % dei laureati dichiara piena indipendenza finanziaria rispetto all’84,2 % del campione totale.
Si afferma inoltre una nuova categoria di “risparmiatori intenzionali”: rappresentano il 38 % del campione e pianificano il risparmio con obiettivi precisi: acquisto di una casa, sostegno ai figli, previdenza.
Protezione, previdenza e investimento
Il risparmio è ancora spesso motivato dalla prudenza: il 36 % accantona risorse per imprevisti. Tuttavia, la sicurezza, pur rimanendo importante, scende sotto il 50 % per la prima volta, attestandosi al 47 %.
Solo il 24,5 % ha una forma di previdenza integrativa, una percentuale che è sostanzialmente raddoppiata negli ultimi 15 anni. Le polizze Long Term Care e sanitarie rimangono poco diffuse (solo il 17,9 %).
In fatto di investimenti, la casa resta centrale: quasi l’80 % degli italiani vive in case di proprietà. Tra gli over 60, oltre il 7 % ha in programma acquisti futuri, mentre il 22 % degli over‑55 ha acquistato una casa per i figli.
Gli investimenti finanziari più diffusi sono le obbligazioni (circa un quinto dei risparmiatori le possiede), mentre le azioni restano marginali: solo il 4,6 % ha operato in Borsa negli ultimi dodici mesi.
La “Silver Age”: risparmio, lavoro e senso di responsabilità
La generazione tra i 60 e gli 85 anni emerge come un motore attivo del risparmio: quasi 2 su 3 continuano ad accantonare risorse. Molti sono ancora attivi sul lavoro: nella fascia 61‑70 anni, lavora il 59,7 % degli uomini e il 44,4 % delle donne; le percentuali scendono nelle fasce più anziane, ma restano significative.
Per il 70 % degli over‑60 “bisogna lasciare almeno la casa ai figli”, e circa metà considera l’eredità un “dovere morale”. Inoltre, tra il 12 e il 13 % dei senior ha in programma viaggi, visti non solo come turismo ma come ricerca di benessere psicofisico: il risparmio diventa così simbolo di libertà e realizzazione personale.
Traccia storica del risparmio in Italia
-
XIX secolo: nascono le prime casse di risparmio, come quelle di Venezia (1822), con l’obiettivo di tutelare il piccolo risparmio e offrire credito a ceti meno abbienti.
-
Seconda metà del XIX secolo: si sviluppano forme di risparmio più moderne, anche tramite libretti postali promossi da Quintino Sella e canalizzati alla Cassa Depositi e Prestiti.
-
XX secolo–anni Ottanta/Novanta: le casse si trasformano in banche vere e proprie, con separazione tra attività creditizia e benefica grazie alla legge Amato (1990); nascono le fondazioni bancarie.
-
Oggi: il risparmio in Italia è ancora fortemente orientato alla casa e alla sicurezza. Le riforme e l’alfabetizzazione finanziaria hanno portato a una maggiore consapevolezza, ma strumenti come polizze previdenziali o investimenti in azioni restano limitati, soprattutto tra i più giovani.
In sintesi: nel 2025 l’Italia registra un record del risparmio domestico: una maggioranza crescente lo considera strumento di tutela, progetto e, per i più anziani, anche di eredità morale. Dalla storia delle casse ottocentesche alla modernità del risparmio intenzionale, emerge in modo chiaro il valore che gli italiani attribuiscono alla protezione e alla progettualità nel proprio futuro finanziario.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link