«Non accettiamo ingerenze dall’esterno nel dibattito interno del Pd. E questo vale per tutti, Renzi compreso. Il confronto sulle nostre scelte deve rimanere nelle mani della nostra comunità politica, nel rispetto reciproco tra tutte le forze della coalizione». Così il segretario regionale dei dem, Domenico De Santis, risponde alle parole dell’ex premier Matteo Renzi.
Una replica dura, che arriva all’indomani delle dichiarazioni del presidente di Italia Viva, pronto a sostenere la corsa di Antonio Decaro alle prossime elezioni regionali. Renzi, sulle pagine del Quotidiano di Puglia, ieri ha commentato il braccio di ferro tra l’attuale presidente della Regione e l’ex sindaco di Bari, con una frase che non è stata gradita dai vertici regionali dem: «Bisogna saper tramontare. Mi auguro che Emiliano lasci libero Decaro di guidare la Puglia anziché cercare di portarlo a fondo con lui». De Santis, impegnato nel governare il difficile passaggio di testimone tra i due protagonisti dell’ultimo ventennio della politica pugliese, ha replicato stizzito al chiacchiericcio che da giorni alimenta i tavoli regionali, da nord a sud: «Sarebbe utile che, nel dibattito pubblico, tutti contribuissero con proposte concrete sui grandi temi che riguardano la Puglia, a partire dall’ex Ilva, che ha segnato profondamente la vita di Taranto. La nostra posizione è chiara: crediamo nella decarbonizzazione, nella transizione ecologica e nella conseguente chiusura delle fonti inquinanti non rinnovabili».
Domani Emiliano a Roma
Un argomento quantomai attuale, considerato che domani Emiliano è atteso a Roma al ministero delle Imprese, dove si terrà una nuova riunione al termine della quale si dovrebbe decidere come procedere con la decarbonizzazione. Il piano prevede tre forni elettrici, quattro impianti di preridotto (Dri) e impianti per la cattura e lo stoccaggio della CO2 (scenario A), ma c’è il nodo del gas da sciogliere. In alternativa, ci sono due proposte: solo i forni elettrici (scenario B) o una combinazione di forni e impianti di preridotto e CO2 (proposta C). De Santis ha poi aggiunto: «Più che i nomi, i pugliesi vogliono conoscere la Puglia che vogliamo continuare a rafforzare, così come avvenuto in questi anni, e costruirla con noi. Siamo per una Puglia che tuteli l’ambiente e la salute dei cittadini, avviando una transizione ecologica reale che salvaguardi il lavoro nei siti industriali oggi alimentati a carbone, riconvertendo la produzione verso gas o idrogeno».
Nella replica all’ex presidente del Consiglio, il segretario regionale del Pd ha iniziato a svelare i capisaldi del programma elettorale che accompagnerà la candidatura – probabilmente – di Decaro. «Siamo per una Puglia che continui a crescere, affrontando anche le contraddizioni di uno sviluppo troppo rapido in alcuni settori strategici come il turismo. Una Puglia accogliente per i visitatori, ma capace anche di riportare i giovani a casa, offrendo loro una solida prospettiva di benessere», continua. «Una Puglia che investe sui talenti e sulle imprese innovative, ma che sappia guardare anche agli ultimi, rilanciando strumenti di contrasto alla povertà come il reddito di dignità, già sperimentato con successo nell’ultimo decennio». Sul nome del candidato, il segretario respinge le pressioni incrociate dei leader nazionali. Prima di Renzi, infatti, era stato Conte a lanciare, seppure senza mai citarlo, il niet nei confronti di Emiliano. «Il Partito democratico farà le proprie scelte in piena autonomia, come ha sempre fatto, e saprà risolvere al proprio interno le divergenze. La nostra unità è la forza che ci permette di servire la Puglia e i pugliesi», attacca De Santis.
In chiusura, una reprimenda arriva anche ai tanti esponenti del partito e non solo che negli ultimi giorni si sono espressi pubblicamente a favore di Decaro: «Il gruppo dirigente del Pd non si lascerà dividere da chi vorrebbe vederci litigare. L’interesse del Pd è solo la Puglia e i pugliesi. Per questo invitiamo tutta la coalizione a una moratoria delle dichiarazioni: concentriamoci nel definire, nel più breve tempo possibile, il candidato presidente che guiderà insieme a noi il futuro della Regione». Da alcune settimane a questa parte, si sono fatti sempre più frequenti gli appelli pubblici via social. Prima il sindaco di Gallipoli, Stefano Minerva, da sabato ufficialmente in campo per il consiglio regionale. Poi è stato il turno di alcuni consiglieri regionali, Maurizio Bruno, Loredana Capone ed assessori, come Fabiano Amati. Infine, il documento sottoscritto da 33 sindaci e amministratori comunali del Salento. Una serie di dichiarazioni evidentemente non gradite ai vertici regionali del partito.
V. Dam.
E. Fil.
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