Tra tariffe insidiose, investimenti fiacchi e previsioni risicate: l’economia mondiale cammina su un filo.
L’economia globale mostra segni di attenuazione, con proiezioni ridotte e rischi concreti. Di fronte a una crescita frenata, investimenti aziendali ancora in calo e l’ombra inquietante della stagflazione, gli esperti alzano la voce con toni pungenti e lucidi. Ecco i principali aggiornamenti e dichiarazioni, tradotte in un approfondimento vibrante e documentato.
Previsioni rivedute — ma l’incertezza incombe
A luglio 2025, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha rivisto al rialzo le stime di crescita: 3,0 % per il 2025 e 3,1 % per il 2026, grazie all’acquisto anticipato di beni prima dell’aumento dei dazi e alla riduzione dell’aliquota effettiva statunitense dal 24,4 % al 17,3 %. Tuttavia, le tensioni commerciali, il contesto geopolitico instabile e l’aumento dei deficit fiscali restano minacce concrete.
Banca Mondiale: clima precario e crescita in frenata
Il Global Economic Prospects di giugno 2025 ha abbassato sensibilmente la stima globale a 2,3 %, quasi mezzo punto in meno rispetto alle previsioni iniziali. Si tratta del ritmo più lento dall’inizio del decennio, se non di più, e l’assenza di una soft landing potrebbe comprometterne i livelli di vita.
Investimenti aziendali: la spinta che manca
L’OCSE avverte che la crescita rimane sospesa dalla mancanza di investimenti reali nelle imprese. Il net investment medio è crollato da 2,5 % del PIL pre-2008 a 1,6 %, con solo pochi paesi (Israele, Portogallo, Canada, Italia, Australia) che superano i livelli precedenti. La ragione? Incertezza politica, priorità ai dividendi e timori persistenti. Come sintetizza il capo economista Álvaro Pereira, senza investimenti la crescita è una chimera.
India: risposta energica e fiduciosa
Il governatore della RBI, Sanjay Malhotra, ha risposto con forza alle critiche di Donald Trump, che aveva definito l’economia indiana “dead economy” — ha affermato Malhotra — ricordando che l’India cresce al 6,5 % e contribuisce per il 18 % alla crescita globale, più degli Stati Uniti. Un messaggio chiaro di forza e ambizione, mentre tuttavia i dazi USA restano un tallone d’Achille.
Stati Uniti: stagflazione in agguato?
L’economista Savvas Savouri avverte che gli Stati Uniti potrebbero essere sull’orlo della stagflazione — inflazione crescente, crescita stagnante, dollaro debole, curva dei rendimenti ripida. I suoi consigli: TIPS, oro e dollaro australiano come scudo; evitare le criptovalute, definite “rischi sistemici” — ha dichiarato Savouri. Nel frattempo, Business Insider ha parlato di “stagflazione-light” a fronte di un’inflazione PCE al 2,6 % a giugno, solo 73 000 nuovi posti di lavoro a luglio e crescita dei costi nei servizi: segnali di rischio da monitorare.
Intanto i mercati restano cautamente positivi: in Asia e negli Stati Uniti gli indici si mostrano resilienti, ma l’attenzione resta puntata sui prossimi dati sull’inflazione USA.
Equilibrio fragile e sfide multiple
L’attuale scenario mondiale si intreccia tra previsioni in leggera ripresa, investimenti ancora indietro e rischi concreti di stagflazione. L’India si eleva come un punto di forza in un contesto incerto, ma il quadro resta altamente volatile. Se i governi e le imprese non scioglieranno i nodi del commercio, della fiducia e della politica fiscale, la crescita mondiale resterà sull’orlo del compromesso.
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