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Nascerà in Italia l’aereo più grande del mondo. «WindRunner, un super cargo per le pale eoliche»


di
Fabio Sottocornola

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«Entro fine anno saremo operativi per cominciare la produzione tra Puglia e Campania. Prime consegne nel 2030» spiega il ceo Giuseppe Giordo. Almeno 2.500 posti di lavoro

Nascerà in Italia l’aereo più grande del mondo. Si chiama WindRunner ed è un cargo alto come un palazzo di quattro piani e progettato per trasportare carichi dalle dimensioni eccezionali, ad esempio le pale eoliche per impianti di nuova generazione, molto più grandi di quelle attuali. A realizzarlo è Radia, una startup americana nata nel 2016 a partire dagli studi di Mark Lundstrom, un professore del Mit di Boston esperto di energie rinnovabili: come spesso succede negli Usa, le ricerche dello scienziato sono uscite dai laboratori accademici per trasformarsi in una impresa. Il World Economic Forum di Davos l’ha selezionata come Wef Unicorn, ad alto potenziale di crescita. Radia ha scelto l’Italia come base più adatta dove assemblare e far decollare WindRunner.

Parchi Gigawind

Ma prima di entrare nel cargo occorre fare un passo indietro e tornare agli studi di Lundstrom nei quali dimostra che pale per turbine eoliche on-shore lunghe 104 metri, circa 30 più di quelle attuali, sono in grado di catturare più vento e produrre energia elettrica a costi decisamente inferiori rispetto ad altre modalità, dal solare al nucleare fino al vento nel mare (off-shore). E’ la soluzione dei cosiddetti parchi eolici Gigawind, che subito presentano un problema: come trasportare in loco questa gigantesche pale, che devono essere un pezzo unico non smontabile? La analisi di Lundstrom escludono diverse soluzioni, a partire dal trasporto su gomma (curve, gallerie), le navi, gli elicotteri perché troppo piccoli o i dirigibili troppo leggeri per una pala da 72 tonnellate. Non resta che usare un aereo cargo che però non esiste di queste dimensioni. Così Lundstrom fonda Radia e comincia la progettazione e la raccolta di fondi.




















































Come la Tesla agli inizi

L’obiettivo è aprire un nuovo mercato. «Fatte le debite proporzioni, è lo stesso percorso di Elon Musk con la Tesla agli inizi», spiega Giuseppe Giordo che dal maggio scorso riveste le cariche di presidente e ceo di Radia per l’Europa e l’Italia. Top manager di lungo corso, con una carriera ai vertici di aziende nazionali come Alenia North America, Alenia Aermacchi (ex Finmeccanica) o estere (Saudi Arabian military industries), il suo compito è guidare le operazioni del gruppo a partire dall’Italia. «Entro la fine di quest’anno saremo operativi per cominciare la produzione nel 2029 e garantire le prime consegne nel 2030. Ogni anno realizzeremo cinque aerei per un totale di 120 WindRunner che saranno poi gestiti dalla casa madre americana per effettuare le consegne delle mega pale eoliche». I numeri sono impressionanti: WindRunner è un aereo a caricamento frontale, è lungo 108 metri con una apertura alare di 80 e una autonomia in volo di 2 mila chilometri.

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Memorandum del governo

Ci sono già accordi sottoscritti con Leonardo che costruirà la fusoliera, Magnaghi Aerospace (in Campania) per il carrello ma anche realtà spagnole (Aernnova per le ali), olandesi e inglesi. Centro di assemblaggio sarà l’Italia, in particolare la Puglia con in pole position lo stabilimento di Grottaglie finito in crisi per le difficoltà della Boeing, ma sono coinvolte anche Campania e Calabria (quest’ultima su progetti di formazione). Una filiera industriale già esistente sulla quale potrebbero arrivare investimenti per diversi miliardi e una ricaduta occupazionale di almeno 2.500 mila posti di lavoro senza contare l’indotto dove la stima è di cinque volte tanto. «L’Europa si sta dimostrando un’area strategica per il futuro di Radia e l’Italia un partner fondamentale non solo per la sua capacità industriale ma anche per l’impegno condiviso ad accelerare la transizione energetica», afferma Lundstrom. Ci crede anche il governo, coinvolto con il ministero delle imprese e del Made in Italy guidato da Adolfo Urso che ha firmato un Memorandum per creare una corsia preferenziale attraverso la cosiddetta Zes unica, la Zona economica speciale che garantisce qualche vantaggio fiscale ma soprattutto una accelerazione nei tempi di rilascio delle autorizzazioni. Ancora Giordo: «La visione e l’ambizione dell’azienda, sostenuta da una tecnologia rivoluzionaria come WindRunner rappresenta una sfida coraggiosa. Radia crede nell’Italia anche se dobbiamo accelerare sui nostri tempi burocratici, che per gli americani risultano sempre incomprensibili». Dove voleranno i WindRunner? Sicuramente non verso Paesi come la Russia o la Cina ma c’è una grande possibilità di sviluppo in tutto il Nord Africa e in Oriente dove gli investimenti per produrre energia green sono in enorme crescita.

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11 agosto 2025

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