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Una fortezza tech per il Nord Est: il primo datacenter in una miniera


Un datacenter a 100 metri di profondità, sotto 90 milioni di metri cubi di roccia e a 600 metri di altitudine. Si tratta di Intacture, un’infrastruttura unica in Europa in corso di realizzazione a Tassullo, in val di Non (Trentino), in una miniera tutt’ora attiva di “dolomia” e che entrerà in funzione nel 2026.

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Intacture, presentato giovedì scorso a Montecitorio, servirà utenti di tutto il Nord Est, dell’Emilia Romagna a sud, dell’Austria e della Germania a nord, e si rivolge a industrie, pubbliche amministrazioni, banche, centri di ricerca e ospedali.

Quello che è ormai molto di più di un progetto è stato ideato da Trentino DataMine, una società pubblico-privato creata ad hoc, partecipata al 49% dall’Università di Trento, come soggetto attuatore e con responsabilità scientifica, e da un raggruppamento temporaneo di imprese: Covi Costruzioni; Dedagroup (digitalizzazione di banche, assicurazioni e istituzioni finanziarie); Gpi (transizione tecnologica del settore sanitario) e Istituto atesino di sviluppo. Un progetto che vale 50,2 milioni di euro, 18,4 da fondi del Pnrr e 31,8 dagli investitori privati.

Tecnicamente Intacture è quello che si dice un “edge datacenter”, una struttura informatica di medie dimensioni collocata in prossimità degli utenti per ridurre il ritardo tra richiesta e risposta e i costi d’uso di banda rispetto ai grandi datacenter centralizzati: risultati più veloci a costi inferiori.

Ma ciò che lo rende unico in termini di sicurezza, economicità ed efficienza è l’essere per l’80 per cento sotto la roccia. Si tratta infatti di un ambiente stabile e isolato, con una naturale schermatura elettromagnetica e al riparo da rischi sismici e idrogeologici. Il principale vantaggio è però di natura energetica. I datacenter hanno bisogno di continuo raffreddamento dei server, con grande dispendio di energia e di acqua (e con le applicazioni di Intelligenza Artificiale questo sta diventando un grosso problema).

La temperatura costante della montagna di 12 gradi riduce il consumo energetico ed elimina il consumo d’acqua, garantendo un raffreddamento passivo, con un risparmio di gestione netto. Secondo i report di Trentino MineData infatti «l’efficienza energetica di Intacture si attesterà su un PUE (Power Usage Effectiveness) inferiore a 1,25 (contro una media di 1,6 dei data center europei) un parametro che rappresenta il rapporto tra l’energia totale consumata dal datacenter e l’energia necessaria per le apparecchiature IT».

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«Intacture incarna una nuova frontiera per le infrastrutture digitali strategiche del Paese: non un impianto remoto, ma un presidio tecnologico di prossimità. Una visione che si traduce in infrastruttura, capace di rispondere a tre sfide cruciali del nostro tempo: sicurezza dei dati, sostenibilità energetica e innovazione distribuita» spiega Dennis Bonn, consigliere delegato di Trentino DataMine.

E per prossimità, nel caso di Intacture, si intende appunto un bacino di utenti che va da tutto il Nord Est all’Emilia Romagna, e dall’Austria alla Germania. Sottraendo quello che Bonn chiama «la sovranità dei dati ai grandi datacenter americani e del Nord Europa e colmando un gap infrastrutturale che negli ultimi anni si è fatto preoccupante. Vogliamo portare i datacenter in Italia, per garantire agli utenti la padronanza fisica dei dati. L’utente sa dove sono i suoi server, sa da chi e come sono gestiti i suoi dati”. Ma non solo. Secondo Bonn la strategia che va maturando in Italia, e di cui Intacture è il migliore esempio, prevede una rete di edge datacenter distribuiti sul territorio, hub in grado non solo di conservare e gestire dati, ma anche di ripubblicare dati gestiti da datacenter diversi.

Secondo i piani Intacture sarà pronto nel 2026 e alla Trentino DataMine hanno già messo la testa sulla commercializzazione dei servizi, cominciando a stilare la lista dei clienti già prenotati e ad organizzare il servizio vendite.

«I costi energetici più contenuti – spiega ancora Bonn – sono per noi un vantaggio competitivo netto e ci consentiranno di offrire alle aziende prezzi inferiori rispetto ai datacenter tradizionali o pacchetti di servizi più sofisticati allo stesso prezzo. Ma non solo. La presenza tra i nostri soci dell’Università di Trento, che ha già prenotato i propri spazi in Intacture, potrà garantire agli altri utenti opportunità di collaborazione ad esempio nella ricerca. E’un fattore di competitività che vogliamo valorizzare».

Intanto nel cantiere di Intacture i lavori procedono secondo il cronoprogramma. Gli scavi per il datacenter sono stati completati (63.000 tonnellate di dolomia, utilizzate dall’azienda proprietaria della miniera, la “Tassullo”, nella realizzazione di prodotti per l’edilizia). Finite le opere murarie, si stanno installando gli impianti elettrici, meccanici, di condizionamento e ventilazione, insieme alle connessioni in fibra ottica e si posano le pavimentazioni tecniche delle Sale Server mentre all’esterno, si stanno completando gli edifici per i generatori d’emergenza e le aree di servizio. —

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