L’India sta pianificando di offrire garanzie di credito per prestiti in ritardo fino a 90 giorni destinati a piccole imprese ed esportatori, in risposta all’aumento dei dazi imposto dagli Stati Uniti, secondo quanto riferito a Reuters da due fonti governative.
Il ministero federale delle Finanze ha proposto di fornire garanzie di credito tra il 10% e il 15% alle banche per l’erogazione di prestiti alle piccole imprese in difficoltà, con un fatturato fino a 5 miliardi di rupie, che rientrano nelle cosiddette “special mention accounts” (SMA) della Reserve Bank of India (RBI), hanno dichiarato le fonti.
I prestiti non rimborsati da 0 a 90 giorni rientrano nella categoria SMA 0-2 della RBI, ma non sono classificati come crediti deteriorati (NPA).
Le piccole imprese indiane continuano a incontrare difficoltà nell’accesso a credito formale tempestivo e adeguato.
Il governo destinerà circa 40 miliardi di rupie per fornire garanzie alle banche, hanno aggiunto entrambe le fonti.
Il programma è pensato per le aziende in difficoltà a causa di fattori esterni “al di fuori del loro controllo” e i criteri di ammissibilità sono in fase di definizione, secondo le fonti.
I criteri includeranno anche i piccoli esportatori, che attualmente si trovano ad affrontare incertezze dovute all’aumento dei dazi imposti dagli Stati Uniti, uno dei mercati chiave per l’export indiano, ha precisato la seconda fonte.
Il governo stima che circa il 55% delle esportazioni di beni verso gli Stati Uniti sarà soggetto ai dazi imposti dall’amministrazione del presidente Donald Trump.
Il ministero delle Finanze non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento inviata via e-mail.
Separatamente, il governo indiano sta preparando un programma per offrire prestiti a medio termine ai piccoli esportatori, garantiti dallo Stato fino a un massimo del 70%-75%, ha aggiunto la seconda fonte. Il programma è stato annunciato dal ministro delle Finanze indiano nella legge di bilancio per l’esercizio 2026.
LE BANCHE VALUTANO IL RISCHIO
Le banche indiane hanno iniziato ad analizzare i propri portafogli per valutare i rischi nei settori esposti al mercato statunitense, secondo quanto riferito da tre banchieri a conoscenza della questione.
Le valutazioni sono di natura interna e non sono state richieste dalla RBI, hanno aggiunto. Tutte e tre le fonti hanno richiesto l’anonimato, non essendo autorizzate a parlare con i media.
Le piccole e medie imprese dei settori tessile e gioielleria sono quelle che subiranno il maggiore impatto, ha dichiarato uno dei banchieri.
Sebbene il segmento farmaceutico sia attualmente esente dai dazi, gli istituti di credito stanno adottando un approccio prudente, poiché i settori con una forte esposizione al mercato USA sono considerati i più vulnerabili, hanno aggiunto.
Le banche si aspettano anche interruzioni nelle catene di approvvigionamento legate al commercio con gli Stati Uniti, che potrebbero ostacolare la capacità delle piccole imprese di rimborsare i prestiti puntualmente nel breve periodo, ha affermato un secondo banchiere citato sopra.
L’impatto diretto dei dazi sul settore bancario indiano è previsto come limitato, ma il ritardo negli investimenti dovuto all’incertezza su come e quando queste imposte verranno applicate può risultare dannoso, ha dichiarato venerdì CS Setty, presidente della State Bank of India, il maggiore istituto di credito del Paese, durante la conferenza stampa successiva alla presentazione dei risultati.
“Ci sono solo cinque o sei settori che potrebbero essere direttamente colpiti, e la loro esposizione (al sistema bancario indiano) è limitata, ma quanto prima la questione sarà risolta, tanto meglio sarà.”
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