Vuoi bloccare la procedura esecutiva?

richiedi il saldo e stralcio

 

la svolta sul ceto medio in arrivo con la prossima Legge di Bilancio. La proposta in dettaglio « LMF Lamiafinanza


In autunno, il Governo Meloni concentrerà gli sforzi sulla tenuta del ceto medio: la prossima Legge di Bilancio dovrebbe portare l’aliquota intermedia dell’Irpef dal 35% al 33%, estendendo lo scaglione fino a 60.000 €. L’intervento potrebbe fruttare un risparmio annuale tra 40 e 1.500 € per i redditi compresi tra 30.000 e 60.000 euro.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Scaglioni attuali e la proposta in dettaglio

La struttura fiscale vigente, stabilizzata con la legge di Bilancio 2025, prevede tre scaglioni Irpef:

La proposta del governo mira a ridurre l’aliquota al 33% per i redditi fino a 60.000 €

Un nodo di 4 miliardi di euro… forse di meno

L’operazione ha un costo stimato di circa 4 miliardi di euro, secondo fonti di maggioranza. Tuttavia, se lo scaglione fosse esteso solo fino a 50.000 €, la spesa potrebbe risultare inferiore.

Ampio appoggio nella maggioranza

L’iniziativa gode del sostegno trasversale nella maggioranza: particolarmente sostenuta da Fratelli d’Italia e Forza Italia. Il bresciano Maurizio Casasco, responsabile economico di FI, ha dichiarato: «È il cavallo di battaglia di Forza Italia. Il ceto medio si è caricato sulle spalle la maggior parte del gettito fiscale, è ora che abbia la doverosa attenzione».

Opportunità unica

partecipa alle aste immobiliari.

 

Non mancano però le preoccupazioni: servono coperture precise per non mettere a rischio i conti pubblici. Diversi dossier fiscali sono sul tavolo: diminuzione dell’Irpef, possibile pace fiscale (rottamazione quinquies) e Ires agevolata per gli investimenti, il tutto da armonizzare con vincoli di rigore e sostenibilità

La riduzione dell’Irpef al 33% per i redditi fino a 60.000 ero si configura come una delle misure centrali della prossima manovra. Rivolta al ceto medio, punta a restituire ossigeno fiscale a chi, in questi anni, ha sostenuto gran parte del carico contributivo. Ma il successo dell’operazione dipenderà dalla capacità del governo di trovare risorse certe e attuare la riforma con responsabilità.

Maggioranza in equilibrio sul taglio Irpef: tra entusiasmo e prudenza

Il tema della riduzione dell’aliquota Irpef per il ceto medio continua a catalizzare l’attenzione all’interno della maggioranza. Tra linee condivise e frizioni sul metodo e i tempi dell’intervento, la partita resta aperta, in vista della prossima manovra autunnale.

Un fronte compatto… a parole. Forza Italia ha da tempo fatto della riduzione dell’aliquota dal 35% al 33% per redditi fino a 60.000 ero un proprio “cavallo di battaglia”. Il leader Tajani ha più volte ribadito questa priorità: «Tasse giù al ceto medio, portiamo l’Irpef al 33 % per i redditi sotto i 60 mila euro». Anche i membri del partito hanno continuato a spingere sull’argomento, ponendolo al centro del dibattito pubblico a … un sostegno convinto (ma tattico?). Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha ribadito l’impegno a favore del taglio dell’aliquota, auspicando di estendere lo scaglione fino ai redditi da 60.000 €. Anche Marco Osnato, capofila economico di FdI, è ottimista: «Può essere fatto nel giro di qualche settimana…», aggiungendo che si tratta più di una questione tecnica che politica. Il freno dell’asse economico. Non mancano spazi di dissenso tra i colleghi di governo. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti assume un ruolo più attendista: secondo fonti, pur c

Da più parti viene sottolineato che, purondividendo l’obiettivo, non spinge per un’attuazione immediata, preferendo pianificare con calma nei prossimi due anni di legislatura. Il bilancio nel mirino. Sensato sul piano politico, il taglio dell’Irpef non può prescindere da garanzie di copertura e sostenibilità dei conti pubblici. 

L’opposizione scaglia frecciate al governo Meloni

Mentre la maggioranza si compatta attorno al taglio dell’Irpef per il ceto medio, l’opposizione risponde con dure critiche, accusando la destra di annunci propagandistici slegati dalla realtà dei conti pubblici. Francesco Boccia, presidente dei senatori del Partito Democratico, ammette che «il taglio dell’Irpef sarebbe certamente cosa giusta», ma subito aggiunge: «A destra è tradizione fare propaganda con l’annuncio del taglio delle tasse quando non si sa cosa fare» e ricorda che «da quando governa… le tasse e le imposte sono aumentate».

Mario Turco del Movimento 5 Stelle rincara la dose, sottolineando l’insuccesso del concordato preventivo, inizialmente previsto per finanziare il provvedimento: «Il concordato… è stato un fallimento epocale» e il governo «non ha voluto approvare un emendamento… per poter recuperare le risorse necessarie ad abbassare davvero l’Irpef, non a chiacchiere», definendo così la misura come «l’ennesimo schiaffo al ceto medio»

Sindacati: tra «bufale» e tasse nascoste

Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della UIL, attacca senza mezzi termini: ritiene che la promessa del taglio sia una «bufala» e domanda retoricamente: «Se abbassare con 2 miliardi un’aliquota Irpef produce 100 euro lordi annui… facciamo i calcoli… ho la sensazione che ci sia una gara, una rincorsa… a chi è quello che promette la bufala più grossa».

Richiedi prestito online

Procedura celere

 

Un tema dal potenziale divisivo e dai nodi ancora irrisolti

L’opposizione contesta sia il valore reale dei benefici, giudicati modesti e difficilmente sostenibili, sia la coerenza della strategia economica del governo, che avanza annunci ma fatica a reperire le necessarie coperture. Tra concordati, lotta all’evasione e pacchetti paralleli, il rischio di un’operazione simbolica, più che concreta, aleggia nell’agenda della manovra.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Assistenza e consulenza

per acquisto in asta