“Dall’analisi dei dati del secondo trimestre 2025 – evidenzia Massimo Guasconi, Presidente della Camera di Commercio di Arezzo-Siena – emerge che nel periodo aprile- giugno si sono registrate, nella provincia di Arezzo, 419 iscrizioni di nuove imprese, in aumento del 4,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e 285 cancellazioni non d’ufficio, in diminuzione del 5,0% rispetto al 2024. Il saldo iscrizioni-cessazioni si attesta quindi a +134 imprese che nei dodici mesi è migliorato del 31,4%. Il tasso di crescita del secondo trimestre 2025, +0,38%, pur migliorando sensibilmente rispetto al 2024 (+0,29%), si attesta al 72° posto della graduatoria delle province e ben al di sotto della media nazionale (+0,56%)”.
“Il numero complessivo delle imprese che hanno sede in provincia di Arezzo – prosegue Guasconi – si attesta al 30 giugno 2025 a 35.133 unità, in flessione dello 0,3% rispetto al corrispondente dato del 2024 (-106 in v.a.). Sul fronte occupazionale, il numero degli addetti delle imprese con sede in provincia presenta un andamento minimamente negativo molto vicino alla stazionarietà: a metà anno ne risultano infatti 115.874, in diminuzione di 122 unità in valore assoluto e dello 0,1% in termini relativi. Il dettaglio per classe di natura giuridica ci mostra una situazione polarizzata: da un lato le società di capitali che crescono rispetto a metà 2024 di 184 unità in v.a. e dell’1,8% in percentuale, dall’altro tutte le altre forme giuridiche: società di persone -114 unità e -2%, imprese individuali -153 unità e -0,8%, altre forme -23 unità e -3,1%. Per quanto riguarda le impese artigiane, sempre al 30 giugno di quest’anno, se ne contano 9.517, in leggera flessione rispetto ad un anno fa (-46 unità, -0,5%). Se però si confronta il dato attuale con quello di dieci anni fa emergono chiari i segnali di un indebolimento del tessuto artigiano aretino: la variazione rispetto al 30 giugno 2015 è di -989 imprese in v.a. e -9,4% in termini percentuali”.
“Le imprese giovanili, presenti in provincia di Arezzo a metà anno 2025 – continua il Presidente dell’Ente camerale – sono 2.282 (il 6,5% del totale delle imprese provinciali) in diminuzione di 61 unità e del 2,6% rispetto all’anno precedente. In leggerissima contrazione anche le imprese femminili aretine: a metà anno 2025 sono complessivamente 8.341, 5 unità in meno (- 0,1%) rispetto all’anno precedente e rappresentano il 23,7% del totale delle imprese provinciali. Infine le imprese straniere, 5.153, in crescita di 224 unità e dello 0,5% rispetto all’anno precedente che rappresentano il 14,7% del totale delle imprese provinciali. Al di là delle variazioni numeriche, per il nostro sistema economico si conferma il percorso evolutivo in atto, sempre più orientato a modelli imprenditoriali più strutturati e quindi più solidi con una crescita delle società̀ di capitali, a fronte di un calo delle altre forme, più̀ tradizionali”.
Un altro indicatore importante per comprendere l’andamento congiunturale dell’economia della provincia di Arezzo, è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, grazie al Programma nazionale Giovani, donne e lavoro cofinanziato dall’Unione europea, che elabora le previsioni occupazionali per il mese di Agosto.
“La quota di imprese dei settori industria/servizi che prevede di assumere nuove figure professionali – commenta Il Segretario Generale Marco Randellini– si attesta all’11%, in aumento rispetto al 10% dello stesso periodo dello scorso anno. Sono quindi 1.620 lavoratori ricercati dalle imprese aretine per il mese di agosto e nel trimestre agosto-ottobre 2025 sono previste 7.260 entrate. A guidare la domanda di lavoro è il settore dei servizi con il 47% delle richieste. Le entrate si concentreranno per il 69% nelle imprese con meno di 50 dipendenti. Nel 18% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nell’82% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita). In crescita le difficoltà che le aziende incontrano a reperire le figure professionali da assumere: si passa dal 56% dell’agosto dello scorso anno al 57% di quest’anno, in buona parte per mancanza di candidati. Il 6 % delle ricerche di personale sono destinate a laureati, il 26% a diplomati e il 41 % a soggetti in possesso della qualifica/diploma professionale ed il 27% con la scuola dell’obbligo. I profili più ricercati nella provincia sono: Esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione (16 %), Altre professioni specializzate (12,3%), Addetti alle vendite (9,8%), Personale non qualificato nell’agricoltura e nella manutenzione del verde (9,2%) e Operaio specializzato di meccanica di precisione su metalli (6,7%).Comunque se consideriamo le professioni più strettamente collegate alla laurea o maggiormente specializzate che residuano rispetto alle “Altre professioni con elevata specializzazione (laureati)” troviamo i “Tecnici dei rapporti con i mercati” e i “Tecnici della salute”.
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