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Anche la Norvegia combatte le petroliere “ombra” con controlli sulle assicurazioni



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(Foto courtesy Guardia di Frontiera finlandese)

Il Governo norvegese ha annunciato che seguirà i paesi europei vicini nell’effettuare controlli assicurativi sulle petroliere che navigano nelle proprie acque territoriali

Oslo. La Norvegia aderisce dal 1994 allo Spazio Economico Europeo. Il SEE è l’area di libero scambio formata dall’Unione Europea e da tre Paesi EFTA: Norvegia, Islanda e Liechtenstein.

A livello normativo, dall’entrata in vigore del SEE la Norvegia ha concluso con la UE più di 100 accordi bilaterali, cui si aggiungono numerose intese settoriali e in ambito Schengen/Dublino. Si tratta di un corpus normativo che è stato recepito col tempo nell’ordinamento norvegese assieme a migliaia di decisioni, regolamenti e direttive UE.

A partire dall’11 agosto, cioè da stamani, alle petroliere registrate all’estero che operano all’interno della Zona Economica norvegese è stato deciso il controllo dei dati assicurativi.

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Già, i Paesi nordici – membri della Joint Expeditinary Force – hanno annunciato una stretta sulle petroliere che trasportano greggio russo in acque europee. Ora, tutte le navi dovranno dimostrare alle Autorità Marittime di essere in possesso di un’assicurazion eadeguata.

La Norvegia sta introducendo una pratica in base alla quale le petroliere registrate all’estero nella Zona Economica norvegese saranno chiamate a fornire volontariamente informazioni sulla loro assicurazione. Le Autorità Marittime e della Coast Guard del paese raccoglieranno e controlleranno ora le informazioni assicurative.

Secondo il nuovo Regolamento, l’Amministrazione Costiera Norvegese gestirà le chiamate alle navi, mentre la Direzione Marittima Norvegese verificherà le informazioni fornite.

Il meccanismo, sarà inizialmente attuato per un periodo di sei mesi, a partire dall’11 agosto, prima di essere valutato in collaborazione con le parti interessate dell’industria marittima.

“Il Governo prende sul serio le sfide legate alla flotta ombra. Questo tipo di traffico rappresenta un rischio maggiore sia per l’ambiente che per la sicurezza in mare, contribuendo anche a finanziare la guerra illegale della Russia”, ha dichiarato il Ministro norvegese della Pesca e della Politica Oceanica, Marianne Sivertsen Næss.

Diversi paesi, tra cui Danimarca, Finlandia, Svezia, Germania e Regno Unito, hanno già introdotto pratiche simili.

L’approccio coordinato contribuisce a garantire una più ampia copertura delle misure di controllo nelle acque dell’Europa settentrionale.

Marianne Sivertsen Næss ha convocato un incontro di settore il 28 agosto, in cui saranno presenti sia i datori di lavoro che i lavoratori per discutere, tra gli altri argomenti, di questa misura.

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Le acque del Mar Baltico sono diventate l’ultimo campo di battaglia nello stallo economico dell’Occidente con la Russia. La Germania e la Svezia stanno già imponendo controlli assicurativi sulle petroliere per combattere la ‘flotta ombra’.

In pratica, la flotta ombra permette di: – Eludere il price cap occidentale imposto sui prodotti energetici russi, vendendo il greggio a prezzi superiori a soggetti terzi (spesso tramite triangolazioni con Paesi mediatori come Emirati Arabi, Singapore, Malesia o paesi africani). – Mantenere flussi di cassa finanziare l’apparato militare e l’economia di guerra, garantendo entrate in valuta forte nonostante l’embargo europeo. – Ridurre la tracciabilità delle esportazioni, combinando rotte ombra, trasbordi in mare aperto (ship-to-ship transfers), uso di petroliere vetuste e società di comodo con sede in paesi ‘neutrali’ o compiacenti.

La flotta ombra rappresenta il volto invisibile e più insidioso dell’economia di guerra russa, uno strumento che combina logistica clandestina, elusione normativa e diplomazia commerciale parallela. Non è soltanto un problema marittimo o ambientale: è un asset strategico della proiezione globale russa, concepito per sopravvivere nel lungo periodo alle pressioni occidentali.

Le Autorità tedesche hanno iniziato a interrogare le petroliere di passaggio sulla loro copertura assicurativa contro i danni causati dall’inquinamento da petrolio.

“Le Autorità tedesche hanno iniziato a chiedere alle petroliere in transito di verificare che abbiano una copertura assicurativa valida per i danni causati dall’inquinamento da petrolio”, ha dichiarato il Ministero Federale degli Esteri tedesco.

Le navi interessate sono quelle che viaggiano verso est attraverso la cintura di Fehmarn. Spesso si sa poco della copertura assicurativa di queste navi, poiché si tengono alla larga da compagnie assicurative affidabili e porti europei.

La Svezia ha già introdotto pratiche analoghe. La Guardia Costiera e l’Amministrazione Marittima svedesi hanno il compito di raccogliere informazioni sulle assicurazioni non solo dalle navi che transitano nelle acque territoriali svedesi o nella zona economica esclusiva, ma anche da quelle che fanno scalo in un porto svedese.

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Abele Carruezzo

Marianne Sivertsen Næss 1

(Marianne Sivertsen Næss, Ministro della Pesca e degli Oceani; foto courtesy Næss)



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