Il Conto Termico 3.0, approvato il 5 agosto 2025, riorienta risorse pubbliche e private verso l’efficienza e l’elettrificazione degli edifici: 900 milioni annui, ampliamento dei beneficiari e incentivi per pompe di calore, accumulo e Cer, con procedure semplificate per accelerare i progetti
Arriva l’evoluzione ponderata di uno strumento ormai noto all’universo dell’efficienza energetica italiano: il Conto Termico 3.0, la cui approvazione del 5 agosto, apre una nuova fase operativa che unisce la solidità delle misure consolidate alla spinta verso soluzioni energetiche partecipative e tecnologicamente avanzate .
Il decreto stanzia 900 milioni di euro, suddivisi tra 400 milioni destinati alla Pubblica Amministrazione e 500 milioni riservati ai soggetti privati. Una cifra che mantiene la tradizione di un saldo tra investimenti istituzionali e sostegno al cittadino, evitando sbilanci eccessivi e garantendo una base finanziaria credibile.
Il cuore operativo della manovra sarà il nuovo portale del Gse, prevista entro 30-60 giorni dall’entrata in vigore del decreto.
Beneficiari del Conto Termico 3.0: da privilegiati a inclusivi
L’elemento di rottura rispetto al passato è l’apertura a nuovi attori del settore energetico: enti del Terzo Settore, ora equiparati alla Pa, Comunità Energetiche Rinnovabili e configurazioni di autoconsumo collettivo, edifici non residenziali privati (uffici, alberghi, esercizi commerciali), consorzi, autorità portuali, società in-house.
Chi mai avrebbe immaginato, una decina d’anni fa, che la transizione ecologica sarebbe divenuta strumento di sviluppo collettivo piuttosto che mero appannaggio delle Amministrazioni o delle singole famiglie?
Soprattutto, il decreto conserva gli interventi che negli anni hanno dimostrato solidità ed efficacia: pompe di calore ad alta efficienza, solare termico, coibentazione e infissi performanti, building automation.
Alla tradizione ormai consolidata si affiancano novità: si entra nel merito del fotovoltaico con accumulo e delle colonnine di ricarica per veicoli elettrici, a patto che siano collegati alla sostituzione del sistema termico con pompa di calore.
Una modernizzazione pragmatica, che non sacrifica la coerenza dell’intervento e che segue il filo della gradualità. Nel solco dei precedenti modelli, il contributo è mediamente del 65% delle spese ammissibili.
Tuttavia, la novità più significativa è la copertura fino al 100% per interventi condotti su edifici pubblici in comuni con meno di 15.000 abitanti, scuole, ospedali e strutture sanitarie pubbliche (comprese quelle residenziali).
Procedura: moderna nella semplicità
Viene inoltre introdotta una procedura semplificata con accesso diretto per i privati e su prenotazione per la Pa. Un piccolo passo procedurale, ma assai significativo, visto che puntualità e chiarezza sono state per troppo tempo ambiti idealizzabili, non sempre realizzati.
Anche per le aziende la portata del provvedimento è notevole: Filippo Luna, Ceo di Aira Italia, lo definisce “strumento strategico per promuovere l’efficienza energetica e l’elettrificazione degli edifici residenziali in Italia e fondamentale per rimuovere le barriere economiche“.
Anche per Desireé Quintero, direttrice business development di Airzone Italia, che opera nei sistemi di controllo della climatizzazione, “il Conto Termico 3.0 rappresenta un’opportunità concreta per ammodernare il patrimonio edilizio italiano, rendendolo più sostenibile ed efficiente. Le caratteristiche principali del decreto pongono le basi per una crescita significativa nel settore dell’efficienza energetica, con ricadute positive sia per i privati che per le aziende“.
A guardare retrospettivamente, il Conto Termico 3.0 celebra un modello che si consolida anziché rivoluzionare per il gusto del cambiamento. È un omaggio alla fiducia che si può riporre negli strumenti rodati – pompe di calore, solare termico – integrati però con un’apertura ragionata verso il futuro: comunità energetiche, accumulo, mobilità sostenibile.
Se il passato ci insegna qualche verità, è che le transizioni più durature e reali sono quelle che procedono in punta di piedi, ma con passo fermo. Questo decreto pare averlo compreso.
Crediti immagine: Depositphotos
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