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Nardi firma l’impresa a Cincinnati, KO di Medvedev e De Minaur


Sul cemento dell’Ohio le gerarchie saltano in aria: cade più di un gigante, mentre un ragazzo di Pesaro strappa applausi e sogni. È la magia imprevedibile del Masters 1000 di Cincinnati, dove la notte regala ribaltamenti clamorosi e un nuovo protagonista in maglia azzurra.

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La rinascita di Luca Nardi

Il nome che rimbomba tra gli spalti di Mason è quello di Luca Nardi. Il ventiduenne marchigiano, oggi numero 98 del ranking, ribalta un incontro che sembrava incanalato verso il canadese Denis Shapovalov, ventiquattresima testa di serie e n. 30 al mondo. Dopo aver perso un primo set tiratissimo al tie-break, l’azzurro sistema battuta e profondità, impone il suo ritmo da fondocampo e chiude 6-3 il secondo parziale. Nel set decisivo, sotto gli occhi di un pubblico sempre più partecipe, una serie di risposte fulminanti gli vale il break sul 4-4; bastano pochi minuti e il punteggio recita 6-4 Nardi. Un urlo liberatorio che fotografa il momento in cui il ragazzo diventa uomo sul tour maggiore.

Questo successo, il più prestigioso dalla cavalcata di Indian Wells 2024 culminata nello scalpo eccellente di Novak Djokovic, ha un sapore di conferma e di nuova partenza. Tra meno di quarantotto ore, Nardi troverà dall’altra parte della rete il ceco Jakub Mensik, numero 17 del mondo e sedicesima forza del seeding, avversario solido e in crescita. L’azzurro arriverà all’appuntamento scarico di pressioni e carico di adrenalina, consapevole che il suo tennis aggressivo e disinvolto può far male a chiunque. La fiducia ritrovata vale quasi quanto un turno passato: a Cincinnati, per la prima volta, Nardi avverte l’eco di un pubblico internazionale realmente curioso di scoprire quanto lontano possa spingersi.

De Minaur e Medvedev, cadute inaspettate

Se il sorriso è italiano, le sorprese non mancano neppure in vetta al tabellone, dove l’australiano Alex de Minaur, fresco di titolo a Washington e di quarti a Toronto, alza bandiera bianca contro l’americano Reilly Opelka. Il punteggio, 7-6 6-4, racconta di un duello sul filo del servizio, deciso da un tie-break iniziale impeccabile del bombardiere statunitense. Per De Minaur, numero 8 del ranking, è una frenata brusca in un momento che sembrava di continua ascesa. Ora Opelka sfiderà l’argentino Francisco Comesana, ventiquattro anni e n. 71 ATP, in un confronto tra due potenze di braccio e di mentalità.

Ancora più rumoroso l’addio prematuro di Daniil Medvedev. L’ex leader mondiale, già campione qui nel 2019, si arrende al connazionale d’adozione australiana Adam Walton, n. 85 del ranking, con lo score di 6-7(0) 6-4 6-1. Dopo un tie-break dominato, il russo subisce un crollo inatteso: calano le prime, aumentano gli errori gratuiti e Walton ringrazia con un terzo set perfetto. Il 2025 del moscovita resta una stagione complicata: appena tre vittorie sul duro, due arrivate nella capitale statunitense e una sola a Toronto. Per un giocatore che ha costruito la propria fama sul cemento, questi numeri rappresentano un campanello d’allarme che suona con forza in piena estate nordamericana.

Il passo deciso di Holger Rune

In un torneo attraversato da eliminazioni illustri, c’è chi continua a marciare con solidità. Holger Rune, ventiduenne danese, testa di serie numero 7 e nono giocatore del mondo, supera lo statunitense Alex Michelsen 7-6 6-3 e si guadagna l’accesso agli ottavi. Il primo set, risolto al tie-break, mette in luce il consueto mix di esplosività e personalità del nordico, capace di alternare accelerazioni di diritto a millimetrici rovesci lungolinea. Nel secondo parziale, Rune strappa presto il servizio all’avversario, controlla il palleggio e chiude senza tremare, confermando una crescita di consapevolezza che gli mancava nei mesi precedenti.

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All’orizzonte si profila ora Frances Tiafoe, che lo scorso anno lo estromise in semifinale. La sfida promette scintille, non soltanto per il tennis frizzante di entrambi, ma per la voglia di rivalsa che Rune ha maturato durante un 2025 di alti e bassi. Il danese, con il suo atteggiamento da veterano nonostante l’età, sa di dover gestire le emozioni in uno dei campi più calorosi del circuito. Cincinnati ha spesso premiato chi fonde coraggio e lucidità: qualità che, oggi più che mai, sembrano nelle corde del giovane scandinavo.

Errani e Paolini, coppia d’oro in doppio

La serata regala sorrisi anche al tennis femminile tricolore. Sara Errani e Jasmine Paolini, seconde nella Race to Riyadh e stabilmente tra le prime cinque della specialità, archiviano l’esordio nel tabellone di doppio del WTA 1000 di Cincinnati superando Olga Danilovic e Anastasia Potapova 6-3 7-6. Il match scivola via con autorità: break rapidi nel primo set, poi gestione attenta dei punti caldi nel tie-break della seconda frazione. La chimica fra la trentottenne di Massa Lombarda e la ventinovenne di Bagni di Lucca si percepisce a ogni incrocio di volée, a ogni chiamata decisa a metà campo.

Nei prossimi ottavi le azzurre affronteranno la polacca Magda Linette e la danese Clara Tauson, tandem da non sottovalutare. Il cammino del 2025, però, racconta di tre trofei d’élite – Doha e Roma nei “1000”, lo storico Roland Garros – oltre alla finale sull’erba berlinese: otto titoli complessivi che certificano un sodalizio ormai maturo. L’intesa, affinata con il tempo e con la condivisione di obiettivi sempre più ambiziosi, sembra il carburante perfetto per puntare in alto anche sul cemento americano.



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