L’IRES premiale del 2025 prevede delle molteplici novità, dall’ampliamento dei beneficiari agli investimenti specifici ammissibili in misura.
Anche nel 2025 in caso di investimenti specifici è possibile ottenere un IRES premiale (a patto che i beneficiari rispettino quanto previsto dai benefit della Transizione 4.0 e 5.0).
La capitalizzazione delle proprie risorse rivolte alla nuova Transizione dev’essere fatta con una logica ben precisa, ma soprattutto orientata al risparmio energetico e all’interconnessione tra uno o più macchinari.
Com’è strutturato l’IRES premiale 2025?
L’IRES premiale 2025 è ricca di novità. In prima battuta sottolineiamo la riduzione di 4 punti percentuali garantita a quelle aziende che mettono da parte almeno l’80% degli utili e lo reinvestono in programmi e macchinari ecosostenibili.
Grazie al recente Documento di Economia e Finanza, è possibile consultare le condizioni minime per rientrare nella misura, spaziando dai potenziali beneficiari fino alla descrizione degli investimenti ammessi nell’incentivo.
Platea di beneficiari
Tra i beneficiari dell’IRES premiale individuiamo quelle imprese specifiche (che inseriremo in elenco) che compiono gli investimenti mirati alla sostenibilità ambientale e al fine di aumentare le risorse da assumere.
Nell’elenco di chi potrebbe ricevere il vantaggio mettiamo in evidenza: le società di mutua assicurazione e le cooperative, le SRL, le SAPA e le SPA ed infine gli enti privati ma anche pubblici purché non siano classificati come società.
Il benefit non può esser ammesso alle imprese in liquidazione o ai soggetti con il regime agevolato (forfettario).
Utili in accantonamento
L’azienda che vorrà godere dell’IRES premiale dovrà al tempo stesso accantonare almeno l’80% dell’utile e compiere investimenti equivalenti a minimo 20.000€ e comunque non al di sotto del 30%.
Tra l’utile d’impresa si fa riferimento anche alle coperture mirate alla perdita dell’esercizio, tranne la distribuzione delle quote destinate ai soci.
Ammissibilità degli investimenti
L’obiettivo degli investimenti delle società devono essere finalizzati al risparmio energetico e all’ecosostenibilità. Si tratta dunque di acquisti mirati e ammessi sia come beni immateriali che materiali.
Quanto ai tempi ammessi è indispensabile compiere tali capitalizzazioni dal 1° gennaio di quest’anno e fino alla scadenza massima per la dichiarazione dei redditi (in riferimento alle spese dell’anno scorso).
Infine ricordiamo che le società devono garantire un aumento occupazionale e potrebbero al tempo stesso, sfruttare eventuali agevolazioni (da cumulare all’IRES premiale) purché siano attinenti agli investimenti terminati.
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