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Come la Cina sta rendendo più sostenibile la filiera delle materie prime critiche


WUHAN. A seguito del rapido sviluppo industriale e tecnologico nel corso degli ultimi decenni, oggi la Cina è il centro globale per l’estrazione, la lavorazione e la raffinazione delle cosiddette materie prime critiche (es. litio, cobalto, grafite, nichel) che sono praticamente indispensabili per la produzione su larga scala di batterie, veicoli elettrici e tecnologie digitali. 

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Il peso della Cina nella catena di approvvigionamento

Oggi il Paese del Dragone produce ben oltre il 60% di terre rare del pianeta e ne raffina una quota ancora maggiore.[1] Inoltre, la Cina, pur non avendo le più grandi riserve di litio, è diventata leader assoluto nella lavorazione e nella fabbricazione di materiali catodici per le batterie. La medesima stima vale per la grafite naturale, di cui il Paese controlla, oggi, oltre il 90%.[2]

Un costo ambientale elevato

Occorre fare molta attenzione poiché dietro questi dati si celano impatti ambientali rilevanti, ossia: (i) contaminazione del suolo e delle falde acquifere, (ii) emissioni di gas serra, (iii) distruzione di interi ecosistemi. È questo il caso di Bayan Obo, località situata nella Mongolia interna, dove l’estrazione e la raffinazione dei minerali critici hanno provocato danni molto gravi al settore dell’agricoltura e soprattutto alla salute dei residenti.[3] In Jiangxi e aree limitrofe, lo stesso processo ha compromesso pesantemente risorse idriche vitali per metropoli come Hong Kong e Shenzhen.[4]

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Dunque, il Governo cinese, attraverso il suo Ministero dell’Industry e dell’Information Technology, ha adottato misure di controllo imponenti:

  • Consolidamento nella gestione del settore: oggi la produzione è dominata da due grandi colossi statali (la China Rare Earth Group e la China Northern Rare Earth Group High-Tech) a fronte delle centinaia di operatori esistenti solo un decennio fa.[5]
  • Predisposizione di un sistema di quote rigorose: nel 2024 la crescita del volume di produzione autorizzato è stata contenuta al 5.9 %, in forte calo rispetto al 21.4 % del 2023.⁵
  • Programma di contrasto alle attività illegali di contrabbando e tracciamento delle catene di approvvigionamento.[6]
  • Politiche di “tolleranza zero” e maggiormente orientate verso industrie strategiche.[7]

Il riciclo come alternativa strategica

L’aspetto positivo è che, allo stesso tempo, la Cina è leader mondiale anche nel riciclo delle batterie. Infatti, il Paese detiene l’80% della capacità mondiale di pretrattamento e recupero materiali. Questa è una quota che rimarrà elevata per molto tempo.[8] Entro la fine del 2025, la raccolta di batterie potenzialmente raggiungerà le 780.000 tonnellate, sotto la pressione di linee guida governative che esigono reti di raccolta e specifici obiettivi di recupero materiali.[9] Inoltre, in attesa dell’entrata in vigore di nuovi standard nazionali (i cosiddetti China’s first national black mass standards), le autorità pubbliche stanno già introducendo sistemi di tracciabilità tramite QR code, limiti sulle emissioni e obblighi di riciclo delle acque.[10]

Una questione globale

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Il ruolo dominante della Cina nella filiera delle materie prime critiche è impiegato anche come utile leva nell’ambito di negoziazioni commerciali e diplomatiche. Non a caso, si può notare come rallentamenti nelle spedizioni abbiano pesato su operatori economici giapponesi, europei ed americani.[11] Lo scorso mese, le esportazioni di minerali critici sono diminuite del 23% rispetto alla parte iniziale dell’anno.[12]

La transizione ecologica richiede una quantità vasta di minerali critici per essere realizzata. La Cina oggi si trova in una posizione cruciale avendo un vantaggio industriale strategico e sapendo al contempo che è necessario attenuare i danni ecologici dei propri processi di produzione. Dunque, il futuro dipenderà molto dalla capacità globale e cinese di (i) cooperare per promuovere standard ambientali condivisi, (ii) rafforzare il riciclo e (iii) diminuire la dipendenza da nuove estrazioni, evitando, quindi, che la “green economy” si basi su un enorme debito ecologico a scapito delle generazioni future.

[1] https://www.cnbc.com/2025/06/13/chinas-tight-grip-on-rare-earths-shows-little-sign-of-weakening.html?.com

[2] https://discoveryalert.com.au/news/chinas-critical-mineral-export-supply-chains-2025/?.com

[3] https://nspirement.com/2019/08/18/chinas-rare-earths-the-grave-environmental-consequences.html?u.com

[4] https://nspirement.com/2019/08/18/chinas-rare-earths-the-grave-environmental-consequences.html?.com

[5] https://www.reuters.com/world/china/how-china-tightened-its-grip-over-its-rare-earth-sector-2025-07-07/?.com

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[6] https://www.reuters.com/world/china/china-increases-scrutiny-over-rare-earth-magnets-with-new-tracking-system-2025-06-04/

[7] https://www.bloomberg.com/news/articles/2025-07-19/china-vows-zero-tolerance-for-smuggling-of-critical-minerals

[8] https://www.iea.org/reports/recycling-of-critical-minerals/executive-summary?.com

[9] https://discoveryalert.com.au/news/chinas-lithium-battery-recycling-growth-2025/?.com

[10] https://discoveryalert.com.au/news/chinas-lithium-ion-battery-recycling-2025-outlook/?.com

[11] https://apnews.com/article/trade-minerals-rare-china-trump-5f7c9b9360cfb3cce702649e0c568a0e; https://www.washingtonpost.com/world/2025/06/06/china-rare-earths-trump-xi-call/?.com.

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[12] https://www.reuters.com/markets/asia/china-rare-earth-exports-slid-july-after-hitting-peak-prior-month-2025-08-07/?.com





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