In queste ore il confronto politico sulla scuola accende toni aspri, rivelando la distanza tra le promesse dell’opposizione e le cifre rivendicate dal governo.
Duello verbale tra opposizione e governo
La scintilla è scoccata dopo l’intervista rilasciata da Elly Schlein, nella quale la segretaria del Partito democratico ha ipotizzato di destinare cinquecento milioni di euro a un pacchetto di misure capace di riallineare gli stipendi degli insegnanti agli standard d’Europa, abolire il costo dei libri di testo e ampliare il servizio mensa. Giuseppe Valditara, responsabile dell’Istruzione e del Merito, ha liquidato la proposta con sarcasmo, definendola «una barzelletta» e accusando l’avversaria di coltivare «polemiche senza senso» che, a suo dire, ignorerebbero interventi già stanziati dal governo nella precedente manovra.
Secondo il ministro, la legge di bilancio votata lo scorso anno ha messo a disposizione oltre quattro miliardi e mezzo per il comparto scuola nel 2025, con un incremento di quasi nove punti percentuali rispetto al periodo precedente. «I dati sono certificati dagli uffici di Camera e Senato», ha sottolineato con insistenza. Per quanto riguarda le mense scolastiche, Valditara ha ricordato che nell’ultimo anno i comuni hanno potuto contare su oltre cinquecentosedici milioni di euro; risorse che, a suo avviso, smentiscono l’accusa di inerzia e confermano l’impegno dell’esecutivo su welfare e inclusione educativa.
Valditara, i numeri e la promessa di nuove risorse
Non pago di mostrare i numeri, Valditara ha ribadito l’intenzione di incrementare ulteriormente i fondi destinati alla scuola per il 2026, promettendo «finanziamenti significativi» che dovrebbero consolidare salari, infrastrutture e servizi. L’obiettivo dichiarato, rimarca il ministro, è dare continuità a un percorso di rafforzamento del sistema, scoraggiando la tentazione di facili slogan. A suo giudizio, ridurre l’intero complesso di interventi a una somma simbolica rischia di minimizzare lo sforzo compiuto e di alimentare nel personale docente aspettative non realistiche, con conseguente disillusione nel medio periodo.
In questa prospettiva, l’esponente di governo invita l’opposizione a confrontarsi sui dati piuttosto che sul clamore mediatico. Schlein, sostiene, avrebbe omesso di citare i capitoli di spesa già approvati, preferendo puntare su promesse ad effetto. La dialettica politica, ammette, non può prescindere dal confronto, ma deve basarsi su cifre verificabili. Perciò il ministro insiste: le prossime misure, ancora in fase di elaborazione, terranno conto delle priorità di organico, innovazione didattica e sostegno agli studenti meno abbienti, evitando di distribuire risorse a pioggia senza una visione di lungo periodo.
Forza Italia rincara la dose
A schierarsi al fianco del governo è arrivato il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, che ha accusato la leader democratica di «coprire il proprio fallimento politico con una serie di bugie». L’esponente azzurro ha rivendicato l’operato dell’esecutivo sul fronte occupazionale, parlando di oltre un milione di posti di lavoro aggiuntivi e di un tasso di disoccupazione sceso poco sopra il sei per cento. «L’ottanta per cento delle nuove assunzioni è a tempo indeterminato», ha sottolineato, attribuendo il risultato alla tutela congiunta di impresa e lavoro.
Gasparri, puntando il dito contro le misure adottate dai precedenti governi di centrosinistra, ha definito il reddito di cittadinanza «un inganno costoso per gli italiani», capace soltanto di disperdere miliardi senza generare occupazione stabile. Sul capitolo sanità, il senatore ha ricordato stanziamenti ritenuti «senza precedenti nella storia del Paese», comprensivi di iniziative sulle liste d’attesa e di un piano d’azione firmato Forza Italia. Nell’ambito universitario, ha citato la soppressione dei test d’ingresso a medicina voluta dal ministro Bernini come esempio di apertura di diritti.
Dal lavoro alla sanità, la lista dei risultati rivendicati
Nel suo intervento, Gasparri ha tenuto insieme sanità, scuola e lavoro per dipingere un quadro di efficacia amministrativa del centrodestra. A suo dire, l’attuale governo avrebbe rafforzato l’occupazione attraverso politiche che incentivano l’assunzione stabile, mentre sul versante sanitario avrebbe messo in campo fondi per garantire maggiori prestazioni ai cittadini, ridurre le attese e migliorare la qualità del servizio pubblico. L’approccio definito “pragmatico” mira, secondo il parlamentare, a sostituire la retorica con risultati tangibili, promuovendo un modello di efficienza e responsabilità che, si affretta a precisare, la sinistra non sarebbe stata in grado di realizzare.
La stessa fermezza è stata rivolta al mondo scolastico: ricordando le novità introdotte negli ultimi mesi, l’esponente di Forza Italia ha citato la revisione dei percorsi di accesso alle facoltà a numero chiuso e l’ampliamento dei servizi per gli studenti con meno possibilità economiche. Secondo Gasparri, la politica del governo privilegia interventi strutturali rispetto a promesse “miracolistiche”. Tali affermazioni mirano a consolidare l’immagine di un centrodestra capace di intercettare esigenze reali, mentre la segretaria democratica—sempre nell’analisi del senatore—resterebbe imprigionata in «un delirio ideologico» che avrebbe già compromesso la credibilità di un’alternativa di governo.
La stoccata di Calenda
A unire la propria voce al coro critico è stato anche Carlo Calenda, leader di Azione, che ha giudicato l’uscita di Schlein un concentrato di «luoghi comuni e slogan privi di un vero “come”». Nell’idea di Calenda, chi aspira a guidare il Paese deve presentare proposte dettagliate su energia, giustizia, sanità e difesa europea e non fermarsi alla dichiarazione di intenti. La replica dell’ex ministro dello Sviluppo Economico si inserisce in una linea di equidistanza, criticando la segretaria del partito di opposizione senza tuttavia allinearsi completamente alle posizioni del governo.
Calenda ha insistito affinché il confronto pubblico si concentri sulle soluzioni concrete: piano sull’energia, riforma della giustizia, definizione dei poteri delle regioni e, soprattutto, la questione della difesa comune europea. «Se vuoi candidarti a guidare il Paese, devi indicare un’idea compiuta di Paese», ha scandito. In questo modo, il leader di Azione ha voluto evidenziare l’esigenza di passare dalle parole ai fatti, invitando Schlein a dettagliare la fattibilità economica delle sue proposte, pena il rischio di rimanere imprigionata nell’universo delle buone intenzioni prive di copertura finanziaria.
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