Sei mesi con il vento in poppa. A giugno le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 43,8 miliardi, in aumento del 4,2 per cento (1,8 miliardi) rispetto al corrispondente mese del 2024. Un ottimo risultato, tanto che nei primi sei mesi del 2025, appunto, le entrate tributarie sono state pari a 257,3 miliardi, in aumento del 3,4% (+8,5 miliardi) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Bankitalia non ha fornito dettagli sulle singole poste che compongono le entrate fiscali ma fonti impegnate sul dossier riferiscono che a spingere il gettito sono stati in particolare l’Irpef e l’Iva. La prima, in particolare, sembra riflettere la crescita dell’occupazione e dunque della base imponibile. Bene anche Ires ed entrate dei giochi pubblici.
IL SURPLUS
La crescita delle entrate ha offerto alla maggioranza che sostiene il governo Meloni l’occasione di elogiare le politiche dell’esecutivo. E alcuni esponenti chiedono che il surplus di entrate venga utilizzato per ridurre le tasse. È il caso di Forza Italia, ad esempio. «Con una previsione annua di un aumento di 17 miliardi, occorre investire un quarto di questa cifra, pari a 4,2 miliardi, nell’abbattimento delle tasse al ceto medio dal 35 al 33% fino a 60mila euro», spiega Maurizio Casasco, responsabile Economia del partito. «Adesso è indispensabile che lo Stato incentivi, attraverso il sistema fiscale, gli investimenti delle imprese e riduca le tasse alle famiglie, in particolare al ceto medio, canalizzando queste maggiori entrate all’interno del sistema economico sociale – prosegue -. Una particolare attenzione dovrà essere rivolta al Fondo per la riduzione della pressione fiscale previsto dalla legge istituita nel 2014 e rivista nel 2022. Una legge che, pur prevedendo che questa condizione sia permanente, deve essere attenzionata affinché l’applicazione di questo Fondo sia reale e indirizzata all’oggetto stesso del fondo, affinché non sia solo un mero strumento legislativo ma si concretizzi in un intervento economico sociale».
Ragionamenti simili vengono formulati da Fratelli d’Italia. «Base contributiva più ampia. E dati positivi derivanti dal sostanziale aumento degli occupati, un incremento che genera ottimi risultati a livello di gettito delle entrate tributarie, come dimostra l’analisi di Bankitalia», spiega Giorgio Salvitti. Il senatore, membro della commissione Bilancio, osserva tra l’altro che questi risultati arrivano nonostante il taglio del cuneo fiscale. «Si tratta – prosegue Salvitti – di un incremento importante dal punto di vista tributario, un surplus utile per continuare ad abbassare le aliquote. L’equazione è semplice: più soggetti contributivi per aumentare le entrate e diminuire le aliquote. È la dimostrazione concreta che si possono abbassare le tasse e aumentare le entrate».
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