L’Ibex-35 si piazza al primo posto nella classifica continentale dei rialzi da inizio anno (+30,23%), trainato da banche in grande forma e titoli come Indra Sistemas. Non è magia, ma crescita reale, riforme intelligenti e utili record che fanno brillare la capitale spagnola sui mercati
La Borsa di Madrid si conferma regina d’Europa: da inizio anno l’Ibex-35 ha guadagnato oltre il 30%, superando i 15.100 punti e avvicinandosi ai record del 2007 (16.040,40 punti), poco prima della grande crisi finanziaria globale. Ma dietro a questo sprint non c’è magia: c’è crescita economica reale, riforme intelligenti e un settore bancario in grande spolvero.
Banco Santander, Bbva, Caixabank, Banco Sabadell, Bankinter e Unicaja guidano la corsa, con rialzi da capogiro che portano l’indice settoriale a +79,84% da inizio anno, più del doppio rispetto al listino principale. Bilanci solidi, utili record, Roe sopra la media e dividendi generosi continuano ad attirare investitori internazionali.
Non solo banche. Tra i titoli in vetta spicca Indra Sistemas, con un incredibile +102,21% da inizio anno, spinta dalla crescente domanda di tecnologia per la difesa e sistemi digitali.
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Indra Sistemas, la regina di Madrid: +102% da inizio 2025
Fondata nel 1993 a Madrid, Indra Sistemas è il principale campione della difesa spagnola, con lo Stato che ne detiene il 28% attraverso la Sociedad Estatal de Participaciones Industriales (Sepi). Specializzata in radar, guerra elettronica e sistemi integrati di difesa, l’azienda presieduta da Ángel Escribano punta a diventare un attore di riferimento europeo in ambito terrestre, aereo e cyberspaziale. Nel 2025, l’azienda ha registrato un fatturato di 5,2 miliardi di euro, con l’obiettivo di raggiungere i 10 miliardi entro il 2030, come parte della sua strategia di espansione internazionale. L’azienda collabora con partner internazionali come Thales, Lockheed Martin e Edge Group, e funge da coordinatore spagnolo per progetti strategici europei come il Future Combat Air System (Fcas). Indra aveva presentato un’offerta non vincolante da circa 1 miliardo di dollari per Iveco Defence Vehicles, divisione di Exor, poi acquisita da Leonardo.
Recentemente, la multinazionale spagnola ha ricevuto un upgrade da Morgan Stanley, che ha alzato il giudizio a Overweight e più che raddoppiato il prezzo obiettivo, da 21,50 a 47 euro. Per la banca americana, Indra cavalca due onde vincenti: la corsa globale alla sicurezza e alla difesa, e la solidità del business tecnologico. Tra il 2024 e il 2027 i ricavi potrebbero crescere del 10% annuo e gli utili del 13%, con metà dei ricavi difesa 2026 già assicurati da contratti firmati.
L’economia più in forma d’Europa: i segreti del miracolo di Madrid
Dietro lo sprint della Borsa c’è un’economia che corre sul serio. La Spagna ha superato molti partner europei negli ultimi anni e le previsioni indicano che Madrid continuerà a guidare la crescita. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, nel 2025 sarà l’unico grande Paese dell’eurozona con un Pil sopra il 2% (Madrid +2,5%), mentre Francia, Germania e Italia arrancano tra lo 0,1% e lo 0,7%. Goldman Sachs prevede che la spinta continuerà: 1,9% nel 2026 e 1,7% nel 2027, contro l’1,2% della media europea.
Il motore principale sono le riforme concrete: aumento del salario minimo, riduzione dell’orario settimanale senza tagli, investimenti pubblici mirati e un mercato interno dinamico. Famiglie e imprese spingono consumi e investimenti, mentre la capacità del Paese di trasformare i fondi europei in infrastrutture tangibili rafforza lo slancio economico.
Il mercato del lavoro è più stabile, con contratti duraturi, disoccupazione in calo e produttività in aumento. La città punta sui servizi – turismo, cultura, ristorazione, logistica e digitale – settori resilienti e in espansione, meno esposti agli shock rispetto all’industria. Il quadro si completa con tasse più basse, burocrazia snella, giustizia civile rapida e costi energetici contenuti, grazie a un mix di energia rinnovabile e nucleare. A tutto questo si aggiunge una forza lavoro in aumento, alimentata anche dall’immigrazione dall’America Latina.
Banche superstar: il risiko spagnolo sotto i riflettori
I sei principali istituti hanno totalizzato 17,1 miliardi di euro di utili nel primo semestre (+11,7% a/a), sostenuti da margini solidi e dividendi generosi, confermando le banche come vero motore della piazza madrilena. Sul podio dei rialzi: Unicaja Banco segna +91,59% da inizio anno, Banco Santander e Banco de Sabadell rispettivamente l’86,77% e l’84,84%, mentre Bbva, Bankinter e CaixaBank si muovono fra +69% e +75%.
Ma la partita più calda della piazza madrilena è l’offerta pubblica di acquisto di Bbva su Sabadell. La seconda banca del Paese conferma di non voler ritirare l’Opa da 15 miliardi di euro, puntando a creare un campione europeo capace di competere con Santander, Bnp Paribas e Hsbc. La Commissione Nazionale del Mercato dei Valori Mobiliari (Cnmv) ha ufficializzato la mossa e il prospetto aggiornato è atteso per inizio settembre.
Il percorso, però, è pieno di ostacoli. Il governo di Madrid, per tutelare concorrenza, posti di lavoro e filiali, ha imposto un divieto di fusione di tre anni, prorogabile fino a cinque. Bruxelles ha aperto una procedura d’infrazione contro la Spagna per quello che definisce un eccesso di “poteri speciali” (proprio come nel caso italiano Unicredit-Banco Bpm). Nel frattempo, Sabadell non è rimasto a guardare, vendendo la filiale britannica Tsb per 3,1 miliardi e promettendo una remunerazione record agli azionisti. Il presidente Josep Oliu invita i soci a tenere duro fino al 2027, mentre con un azionariato frammentato (nessuno oltre il 7%) l’esito resta un giallo da 15 miliardi.
I titoli peggiori da inizio anno: poche ombre sul cielo madrileno
Sul fronte opposto, i ribassi restano contenuti e non scalfiscono il quadro positivo. Inditex, gigante della moda proprietario di Zara, ha perso oltre il 14% da inizio anno dopo un primo trimestre con vendite in crescita solo dell’1,5%, inferiori alle attese, e una primavera più fredda e piovosa del previsto. Inflazione, dazi e concorrenza digitale di Shein e Temu mettono margini e consumatori sotto pressione.
Laboratorios Rovi ha perso oltre il 9% da inizio anno dopo un semestre in calo del 4,5%, penalizzato dal crollo del 35% del business Cdmo (produzione conto terzi), per minori commesse mRNA e chiusura temporanea dello stabilimento di Madrid. Il farmaceutico specialistico, però, cresce del 12,8% grazie agli eparinici, spingendo i margini sopra le attese.
Puig Brands, storico gruppo spagnolo della moda e delle fragranze fondato nel 1914 e proprietario di marchi come Carolina Herrera, Paco Rabanne e Nina Ricci, cede il 12,3% da inizio anno. Più contenute le perdite per Cellnex Telecom (-3,05%), operatore leader nelle infrastrutture per telecomunicazioni, partecipato dalla holding Edizione della famiglia Benetton, e per Redeia (-1,67%), società in parte statale che gestisce la rete elettrica nazionale spagnola.
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