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Trump contro Harvard: «No alle agevolazioni fiscali e niente visti agli stranieri»


di
Giuliana Ferraino, inviata a New York

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La Casa Bianca: un dossier sulle attività degli studenti dall’estero. Washington vuole notizie sulle «attività illegali e violente». Il no dell’ateneo: «Ingerenza»

NEW YORK. Sale di livello lo scontro tra il presidente americano Donald Trump e Harvard. Nelle ultime ore, la Casa Bianca ha chiesto all’Internal revenue service, l’Irs che equivale alla nostra Agenzia delle Entrate, di revocare all’università lo status fiscale agevolato. E ha inoltre minacciato di impedire all’ateneo di accogliere studenti internazionali, oggi oltre il 27% della comunità accademica.

La mossa arriva dopo che Harvard ha rifiutato apertamente di conformarsi alle richieste dell’amministrazione Trump su temi come l’attivismo studentesco, le politiche contro l’antisemitismo e i programmi legati a diversità, equità e inclusione (Dei). Il dipartimento della Sicurezza interna ha intimato all’ateneo di consegnare entro il 30 aprile un dossier completo sulle «attività illegali e violente» degli studenti stranieri presenti sul campus, in particolare riguardo alle proteste studentesche legate al conflitto israelo-palestinese. Harvard ha respinto queste richieste, definendole un’ingerenza illegittima nell’autonomia accademica e una violazione dei principi costituzionali.




















































2 miliardi di dollari di sovvenzioni congelati

Nel frattempo, il governo ha già congelato oltre 2 miliardi di dollari in sovvenzioni e contratti federali destinati all’università e ha annullato contratti per un valore di 60 milioni. Harvard ha un patrimonio (endowment) di circa 53 miliardi, il più grande tra le università del mondo, ma si tratta di un fondo investito principalmente in asset a lungo termine, come private equity, immobili e altri strumenti finanziari complessi. Di conseguenza, pur essendo molto ricco, l’endowment è in gran parte non liquido e non può essere mobilitato rapidamente per spese correnti.

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L’esenzione fiscale

La richiesta di revoca dello status di esenzione fiscale fatta all’Irs perciò è una brutta notizia, proprio quando l’università si appresta a tagliare al 100% le tasse per gli studenti provenienti da famiglie con redditi fino a 200 mila dollari. Sebbene il presidente non abbia l’autorità diretta per revocare l’esenzione fiscale, l’Irs su richiesta dell’amministrazione sta valutando la possibilità di rescindere l’esenzione fiscale di Harvard.

Il precedente (per ragioni opposte)

Sarebbe una decisione clamorosa, che potrebbe minare l’indipendenza delle istituzioni accademiche e la libertà di espressione, sebbene un precedente in realtà esista, anche se per ragioni diverse da quelle contestate a Harvard. Nel 1983, la Corte Suprema degli Stati Uniti confermò la decisione dell’Irs di revocare lo status di esenzione fiscale alla Bob Jones University, a causa delle sue politiche discriminatorie basate sulla razza. L’università, che vietava le relazioni interrazziali tra studenti, sostenne che tali politiche erano fondate su convinzioni religiose. Ma la Corte stabilì che la promozione della non discriminazione razziale era una politica pubblica fondamentale e che le organizzazioni che violano tale politica non possono beneficiare dell’esenzione fiscale prevista dalla sezione 501 del codice fiscale Usa.


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