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NoPlagio: il 75% degli studenti usa l’IA per temi e progetti scolastici


Secondo la nuova ricerca di NoPlagio.it, condotta da TGM Research a un anno dalla precedente indagine, il 97% del campione – ragazzi tra i 16 e i 18 anni – utilizza l’IA generativa. La frequenza del suo utilizzo settimanale è salita dal 33% al 51% in un anno. Inviti alla cautela sull’affidabilità dei contenuti generati

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NoPlagio è la nota piattaforma internazionale di prevenzione del plagio e rilevamento dei testi generati con l’IA. Ad un anno dalla precedente indagine, NoPlagio – (www.noplagio.it), torna a fotografare la situazione con una nuova ricerca realizzata da TGM Research per suo conto. Secondo il sentire comune, l’Intelligenza Artificiale evolve a ritmi sempre più vertiginosi: ma come stanno cambiando le abitudini degli studenti italiani quando si tratta di compiti e scrittura scolastica?

A distanza di un anno la quasi totalità del campione intervistato – studenti italiani dai 16 e i 18 anni – usa strumenti di intelligenza artificiale generativa, si è passati dall’86% dell’anno scorso al 97% di oggi.

“L’Intelligenza Artificiale può rappresentare un’opportunità straordinaria per lo sviluppo dell’apprendimento e per rendere più accessibili le informazioni. – sottolinea Nazim Tchagapsov, CEO di NoPlagio – ma come ogni tecnologia potente, richiede regole, consapevolezza e formazione. Senza una solida educazione al pensiero critico e alla correttezza, il rischio è che diventi solo uno strumento per ‘saltare i passaggi’ e non per crescere davvero. Gli studenti sembrano averlo capito: il 58% si dichiara favorevole a un monitoraggio dell’uso dell’IA per evitare il plagio. Un dato che ci invita a coinvolgere di più le scuole e i docenti in un’educazione digitale realmente efficace e condivisa”.

Dalla ricerca emerge in generale, un aumento nella frequenza di utilizzo dell’Intelligenza Artificiale da parte dei ragazzi italiani tra i 16 e i 18 anni. L’uso settimanale è passato dal 33% nel 2024 al 51% nel 2025, mentre l’utilizzo quotidiano è più che raddoppiato, salendo dall’8% al 19%. Parallelamente, diminuisce di 17 punti percentuali il numero di studenti che dichiarano di aver usato l’IA solo occasionalmente nell’arco del mese.

 

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Per che cosa usano maggiormente la GenAI gli studenti?

Rimane in testa la ricerca delle informazioni passando dal 71% del 2024 al 76% del 2025. Il 42% dei ragazzi la usa per imparare, un dato in crescita rispetto all’anno scorso del 9%. In aumento del 2% i ragazzi che la usano per rispondere ai test.

ChatGPt e i compiti

Rispetto allo scorso anno, il numero di ragazzi che utilizzano l’Intelligenza Artificiale generativa è aumentato del 12%. Tra questi nuovi utenti di ChatGPT, la percentuale di coloro che rispondono “Sì” alla domanda “Usi ChatGPT o strumenti simili per fare i compiti?” resta pressoché stabile, infatti, si attesta intorno al 59%, rispetto al 60% dello scorso anno.

Se allarghiamo lo sguardo all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale per scrivere temi o altri progetti scolastici, la percentuale sale significativamente: +10% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un solido 75%. Tuttavia, rimane la consapevolezza dei ragazzi che pensano sia giusto usare ChatGPT e strumenti simili per creare contenuti al lavoro e/o a scuola, a patto che venga monitorato per evitare il plagio, (58% nel 2024, 56% nel 2025).

Sempre più studenti vedono l’IA (ChatGPT e simili) nel loro futuro

L’82% dei ragazzi è convinto che l’Intelligenza Artificiale sarà una presenza stabile nella propria vita, in netto aumento rispetto al 68% del 2024.

 

Percezioni sull’IA: preoccupazioni e utilità

L’idea che l’IA possa essere utile alla loro vita è del 36% dei ragazzi in leggero aumento rispetto all’anno precedente del 5%.

La preoccupazione dell’uso illimitato che se ne può fare è del 60% in calo del 3% se paragonato al 2024. Preoccupazione che rimane più alta tra le ragazze come il 2024 seppure in discesa del 3%.

L’IA rende inclusivi?

Alla domanda pensi che i contenuti prodotti da ChatGPT possano portare al rischio di opinioni non inclusive e prevenute. C’è stata una minore convinzione (-5%) che si possa raggirare questo rischio rispetto all’anno scorso. E’ aumentata la percentuale di chi non crede in questo rischio: passando dal 19% dell’anno scorso al 23%.

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ChatGPT e fiducia

Il 58% risponde che l’utente dovrebbe fare attenzione e non fare affidamento sui contenuti prodotti da ChatGPT, (+4% VS 2024). Il 22% ammette l’affidabilità dello strumento (-2% VS 2024). Il 15% indica una risposta netta, che non bisognerebbe mai fidarsi (-3% VS 2024).

L’IA come influenzatore sociale

Cresce del 3% la percentuale delle risposte dei ragazzi che credono che l’IA possa arrivare ad imporre i suoi algoritmi influenzando l’opinione pubblica.

Diminuisce del 3% l’idea che i governi debbano intervenire con delle politiche di controllo e restrizioni su questo strumento. Cala anche la paura di essere soggiogati dall’IA del 14%.

 



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